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Checkmate II - Heaven and Hell (Italian)

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Offline Susanoom

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Checkmate II - Heaven and Hell (Italian)
« on: November 18, 2019, 03:25:28 PM »
Sono passati alcuni mesi da quando la regina Elena aveva perso la sua lotta contro la giovane Mei Lin. Molto presto, la Triade iniziò ad operare anche in territorio europeo, estendendo il controllo a macchia d’olio.
Ma anche se la regina era stata sconfitta, le organizzazioni private non lo erano. E Madame Shi lo sapeva. Ci furono numerosi intoppi nel continuare ad importare beni e materiali da un altro territorio, poiché in molti si opposero sfruttando l’assenza della regina. La Triade dovette faticare non poco per superare quegli ostacoli, assimilando chi voleva patteggiare e lottando contro chi voleva combattere. Ovviamente, tutti incontri privati, in maniera da non attirare l’attenzione. Ed è qui che Mei Lin venne a conoscenza della sua nuova rivale.
Erano in una stanza di un hotel abbastanza lussuoso. Mei Lin e il suo nuovo giocattolo, un membro dell’ultima organizzazione assimilata, alloggiavano in una anonima stanza come una normale coppia. Ma la verità è che erano lì in attesa di altre persone. Il campione dell’organizzazione avversaria era una bionda più minuta di Mei Lin. I capelli legati in una coda di cavallo, con seni modesti e poco più alta dell’asiatica.
Fu uno scontro unilaterale, Mei Lin giocò con la sua avversaria fino a quando non fu sazia dei gemiti di dolore della ragazza. L’inizio della lotta fu una semplice prova di forza, ma mentre la bionda faceva molta fatica a spingere indietro l’avversaria, l’asiatica spingeva senza problemi. Una volta sul letto, lottarono senza sosta, ma Mei Lin era sempre in vantaggio. Quando l’asiatica decise di farla finita, bloccò la ragazza sul letto, salendo sopra di lei e bloccando le braccia con le ginocchia. Iniziò a schiaffeggiarla fino alla resa.
“Patetica…” sorrise amaramente Mei Lin mentre si alzava.
La bionda rimase sul letto, coprendosi il viso con gli occhi. Era stata sconfitta con estrema facilità, era distrutta sia fuori che dentro.
“Cazzo… lo sapevo… Me l’aveva detto” mugugnò piano la bionda.
Mei Lin colse subito quelle parole. Si avvicinò nuovamente alla ragazza e la prese per i capelli. La bionda afferrò rapidamente le mani dell’asiatica cercando di liberarsi, ma Mei Lin era troppo forte.
“Cosa ti aveva detto?”
La bionda non rispose subito, così l’asiatica la spinse a pancia in giù, spingendo la testa della ragazza contro il letto.
“Dimmelo!”
“Mi avevano detto di stare attenta! Che eri forte ma non l’ho ascoltata! Pensavo di essere più forte di te!”
“Chi?”
“Io” disse una voce dietro di lei.
Mei Lin si girò di scatto, presa alla sprovvista. Appoggiata alla porta aperta c’era una ragazza dai lunghi capelli scuri. Il suo sguardo era pieno di superbia di chi sa di poter fare qualsiasi cosa. Mei Lin si alzò lentamente dal letto, parandosi davanti alla straniera.
“E tu sei?”
“Quella che ti prenderà a calci in culo”
Mei Lin sorrise. Sentiva che quella ragazza non stava scherzando. E gli piaceva.
“Sono molto curiosa di vedere come farai…”
Entrambe le ragazze si avvicinarono, arrivando a pochi centimetri, con le braccia sui fianchi. Mei Lin riuscì finalmente a vedere che la ragazza davanti a sé aveva una corporatura molto simile alla sua. Ma ciò che la colpì furono i suoi seni. Anche dietro a quel vestito bianco, sembravano più grandi dei suoi. Anzi, era sicura che lo fossero.
“Lo farò… e mi riprenderò il potere che mi spetta”
Quella frase colpì Mei Lin in pieno volto.
“Non sapevo che la regina avesse una figlia” sorrise Mei Lin, squadrando la ragazza di fronte a lei.
“Non sai molte cose… e non le saprai mai” rispose la principessa.
La sua attenzione poi si rivolse alla ragazza sconfitta, che ora guardava la scena seduta sul letto. Con un solo gesto della testa, la principessa le ordinò di andarsene. Subito, la bionda uscì frettolosamente dalla stanza, senza parlare e con la testa bassa. Mei Lin non provò nemmeno a fermarla. Era troppo impegnata a fissare quella ragazza così simile a lei.
“Il tuo nome” iniziò l’asiatica “Voglio sapere il tuo nome”
La principessa scosse la testa, sorridendo. Non rispose, e si girò per andarsene, ma raggiunta la porta, si soffermò su di essa.
“Alessandra” disse
Ed uscì dalla stanza, lasciando una ragazza asiatica euforica della scoperta di una nuova rivale.

Ci volle poco per organizzare le cose. Dopo nemmeno una settimana, Madame Shi ricevette l’invito dalla principessa che avrebbe portato allo scontro. Alessandra voleva lottare contro la ragazza che aveva sconfitto la madre, e contro nessun altro. Il luogo sarebbe stato un edificio allestito per l’occasione, sotto gli occhi di entrambe le parti. Elena ascoltava con attenzione. Quando sentì che sua figlia voleva combattere, si sentì immediatamente fiera di lei. Ma al tempo stesso aveva paura. Sua figlia non poteva vincere una lotta che nemmeno lei era riuscita a superare. Sarebbe stata sconfitta. Madame Shi ed i suoi erano impegnati nell’organizzazione per lo scontro, quindi lei che era al pari dell’ultima ruota del carro, aveva libertà di movimento. Doveva aiutare sua figlia, e sapeva già come fare.

Lontano da occhi indiscreti, in una buia strada di periferia, un locale ha sempre un cliente da soddisfare. Il neon si accende e si spegne ad intermittenza, mentre la scritta “The Underworld” troneggia su una modesta entrata.
“Oddio!” urlò la donna.
Era incredibile poter provare così tanto dolore e così tanto piacere allo stesso tempo. La figura sopra di lei la colpì nuovamente con la frusta, suscitando un altro gemito. Nel mentre, il dildo sotto di lei continuava ad uscire ed entrare, spinto dal macchinario su cui era legata.
“Ti piace, puttana?” disse la figura.
La donna non riuscì a rispondere, il macchinario divenne più veloce e lei si sentì pervasa da una nuova ondata di piacere. Una nuova frustata la colpì sul seno nudo che ballava liberò.
“Rispondi alla Dominatrice!”
Una splendida donna in latex nero era armata di frusta e camminava attorno alla donna che cavalcava lo strano macchinario. I suoi enormi seni rimbalzavano ad ogni passo. La donna si obbligò a rispondere, ma la sua voce uscì come un gemito acuto di piacere.
“Siiiiiiiiii!” urlò la donna mentre veniva per l’ennesima volta.
Continuò per diversi minuti, fino a quando l’incantesimo non fu interrotto dal suono di un orologio. Il trillo fece rallentare il macchinario, fino a farlo fermare. Il numero di frustate diminuì, fino a fermarsi. La donna rimase immobile, ansimando senza sosta. La dominatrice si avvicinò alla donna, sussurrandole all’orecchio.
“Il tempo della Dominatrice è finito. È ora di andare” sussurrò la Dominatrice.
La donna dovette farsi aiutare per alzarsi dal macchinario, poiché i numerosi orgasmi avevano reso lo stare in piedi davvero difficile. Due bodyguard scortarono fuori la donna, mentre una cameriera porse una lettera alla Dominatrice. Mentre si puliva il sudore con un asciugamano, la Dominatrice iniziò a leggere il contenuto del foglio di carta. A quanto pare, la sua regina richiedeva i suoi servigi. La sua capacità di piegare al suo volere le altre donne era perfetta per indebolire l’avversaria della principessa. La Domitrice avrebbe guadagnato un nuovo giocattolo per la sua collezione, nonché l’onore di servire la sua regina. La Dominatrice si leccò le labbra.
“È ora di castigare qualcuno” disse la Dominatrice mentre fece schioccare la frusta.

Il giorno dello scontro arrivò in fretta. Furono invitati molte modelle ed amiche della principessa a vedere quella lotta, così come numerosi furono gli invitati di Mei Lin. Ad entrambe piaceva essere al centro dell’attenzione, e tutti avrebbero visto chi delle due era la migliore.
L’edificio era composto da più piani, e sembrava fatto quasi interamente di vetro. Si sviluppava su tre piani ma solo i primi due piani erano agibili, dato che il terzo era ancora in fase di costruzione.
“Che posto pittoresco” disse Madame Shi mentre scendeva dall’auto.
Dietro di lei, una serie di macchine nere si fermarono dopo di lei. Scesero un gran numero di persone, per lo più donne. Molte di loro erano tutte vestite eleganti, mentre altre erano più formali. Cameriere. Insieme a Madame Shi scesero Mei Lin, la regina ed altre tre persone. Uno di loro era il nuovo uomo dell’asiatica giovane e una ragazza. Quest’ultima teneva per mano sia l’uomo che Mei Lin, mentre camminavano all’interno dell’edificio. L’ultima donna invece rimase indietro rispetto al gruppetto, che si dirigevano verso all’ingresso dove una donna aspettava con pazienza all’entrata. Era stata incaricata di scortare le persone che sarebbero arrivate nelle loro rispettive postazioni.
“Vedi di vincere, Mei” disse con voce solenne Madame Shi.
“Come sempre” rispose sicura la ragazza.
Vennero dopo aver salito le scale del primo piano. L’atrio era una stanza normale, se non ci fossero stati tre strani macchinari. Mei Lin li guardò incuriosita, soprattutto per via del pene di metallo ricoperto in gomma rosa che puntava verso l’alto e le cinghie ai lati.
“Cosa saranno?” penso un po’ preoccupata l’asiatica.
Salite le scale, i membri della Triade vennero divisi, Mei Lin verso la zona della lotta, e tutte le altre verso gli spalti. Questo ovviamente non valeva per Madame Shi, che avrebbe presenziato in una stanza privata. Prima di ogni cosa, la ragazza asiatica venne portata ai camerini dove cambiarsi. C’erano diversi tipi di abiti, ma Mei Lin seppe esattamente cosa indossare quando lo vide. Un accappatoio rosso, e la sua lingerie nera. Sapeva che anche la sua rivale aveva scelto qualcosa di simile.
Ma nessuno sapeva che qualcuno stava già tramando nell’ombra.

***

Matilde camminava nei lunghi e bianchi corridoi, mentre sentiva il vociare della folla al piano superiore. Era incredibile quanta gente fosse venuta a vedere quello scontro. C’erano donne da tutto il paese, curiose di scoprire la fantomatica forza dell’impero asiatico. Non capitava tutti i giorni di vedere la principessa lottare, le battaglia pubbliche erano così una rarità che quasi non credettero ai loro occhi quando appresero la notizia. C’erano così tante persone che alcune non potevano nemmeno sedersi e doveva guardare in piedi. Non che gli importasse, volevano solo vedere la principessa all’opera.
“Scusate se vi rovino lo spettacolo, fanciulle” disse sottovoce la dominatrice mentre si dirigeva verso il camerino.
Gli ordini della regina erano stati chiari: doveva castigare Mei Lin abbastanza da essere sicuri che avrebbe perso senza problemi. E chi meglio di lei poteva farlo? Aveva castigato innumerevoli donne, da semplici contadine a donne aristocratiche. Sapeva esattamente su cosa fare leva, sapeva esattamente dove colpire. Era temuta e rispettata per il suo dono, ed il titolo a lei assegnato dalla regina in persona la rendeva ancora più entusiasta. La Dominatrice. Lei, che dominava le altre persone. Un nome azzeccato. Ed oggi avrebbe dominato un’altra persona. Una ragazza asiatica che aveva osato pensare di poter sconfiggere la principessa.
La porta del camerino era chiusa, e ancora nessuno sembrava essere arrivato. In giro non c’era anima viva, dato che tutti erano sugli spalti, ansiosi che lo spettacolo cominciasse. Tirò fuori dalla giacca di pelle una copia delle chiavi del camerino, ottenuta insieme alle istruzioni della regina. Sorrise mentre sentì il rumore della porta che si apriva. La richiuse piano dietro di lei, cercando di non far rumore.
“Sempre essere cauti” pensò la donna mentre rimaneva nel buio del camerino.
Ma appena la porta si richiuse, Matilde capì che qualcosa non andava. Nel momento in cui raggiunse il centro della stanza, la dominatrice sentì un dolce profumo. Un profumo di donna. Com’era possibile? Non era ancora entrato nessuno, e quel profumo non era il suo.
Le luci si accesero di colpo, e Matilde sussultò. Si girò di scatto, e capì ciò che stava succedendo. Davanti alla porta, vicino all’interruttore, c’era una ragazza. Non era Mei Lin, ne era sicura. Era poco più alta, e nei suoi occhi c’era un’inconfondibile malizia. La ragazza si leccò le labbra mentre chiuse a chiave la porta dietro di lei.
“Chi diavolo sei tu?” chiese rabbiosa la dominatrice, facendo qualche passo indietro.
La ragazza si arrestò di colpo, prima di sorridere nuovamente. Matilde la squadrò completamente. Era una bella ragazza, con il seno pieno e rotondo. Era vestita come una normale teenager, con una maglietta scollata che non lasciava nulla all’immaginazione e dei jeans attillati che valorizzavano le sue gambe e il suo sedere.
“Pensavate davvero che saremmo cascate nei vostri sporchi trucchi?” rispose la ragazza “Ci avete sottovalutato, non credi?”
“Chi sei? Dov’è Mei Lin?” la voce di Matilde tradiva una cerca insicurezza.
“La signorina è in un’altra stanza, la mia stanza. Madame mi ha chiesto di scambiarci i camerini, ed ora capisco il perché”
Matilde si morse il labbro. Le asiatiche aveva predetto la loro mossa. Era caduta in trappola. O forse no? La dominatrice capì che se la ragazza era lì, davanti a lei che parlava, un motivo c’era. E lei lo aveva capito. Sorrise, mentre faceva un passo in avanti.
“Quindi, tu sei qui per fermarmi” disse la dominatrice.
“Il compito di Becki Li è di evitare l’intromissione della donna chiamata La Dominatrice. O così mi è stato detto” rispose la ragazza.
“Fermare me? Tu, una ragazzina? Non farmi ridere” la schernì Matilde.
“Mettimi alla prova” sfidò Becki.
La Dominatrice si fermò prima di dire un’altra parola. Questa ragazza arrogante la stava sfidando. Questa ragazza non riconosceva il suo valore. Questa ragazza l’avrebbe pagata. Matilde sorrise, avvicinandosi velocemente. Caricò lo schiaffo quando mancò poco meno di un passo tra loro e colpì. La sua mano era veloce, ma Matilde non sentì il forte rumore della sua mano contro la guancia di quella ragazza. Lo slancio del suo braccio continuò senza incontrare ostacoli. Un secondo dopo, sentì un forte dolore allo stomaco. Becki si era abbassata poco prima di essere colpita, e subito dopo che la mano aveva superato la sua testa mancandola completamente, colpì velocemente con un pugno lo stomaco della donna davanti a sé.
Matilde barcollò all’indietro, tenendosi stretta la pancia.
“Stronza” sibilò, mentre si rialzava.
La dominatrice si riavvicinò nuovamente, ma questa volta non ci sarebbe andata leggera. La ragazza aveva già alzato le mani in posizione di guardia, senza perdere il suo sorriso.
Matilde cercò nuovamente il viso della ragazza, stringendo la mano in un pugno, ma anche questa volta il colpo andò a vuoto. Becki rispose subito con un sinistro contro gli addominali laterali della donna, seguito poi da un montante che andò a colpire l’enorme seno rimbalzante dell’avversaria. Matilde guaì, ma riuscì velocemente a recuperare. Caricò un nuovo pugno e questa volta andò a segno. La sua mano perforò lo stomaco della ragazza, facendola indietreggiare ansimando. La Dominatrice caricò un secondo colpo ma venne fermato dalla difesa della ragazza nuovamente pronta a combattere. Si scambiarono ancora pochi colpi, andando quasi tutti a segno. L’ultimo colpo di Matilde andò nuovamente a vuoto, e Becki assestò un calcio contro il ventre della donna. La Dominatrice si ritrovò ad indietreggiare nuovamente, prendendosi poi una piccola pausa dal combattimento. Nonostante la lotta fosse durata neanche una decina di minuti, la ragazza sembrava aver appena iniziato a fare sul serio, al contrario di lei che si sentiva già affannata.
“Brutta troia…” sibilò Matilde, mentre si tirò su.
Tolse la giacca, rimanendo finalmente nella sua veste in lattice nera. Il suo seno era prorompente, minacciando di poter rompere il vestito da un momento all’altro. Matilde afferrò subito la sua fidata frusta, sulla cintura, facendola schioccare a terra. Becki fissò subito l’arma, prima di tornare a guardare la donna negli occhi.
“Adesso pagherai per ciò che mi hai fatto” minacciò la Dominatrice con un sorriso malvagio sulle labbra.
Fece schioccare ancora una volta la frusta, mentre Becki aspettava in posizione di guardia. Non sapeva se poteva muoversi. Il colpo fu veloce, la frusta colpì il braccio destro della ragazza, che grugnì dal dolore improvviso. Un secondo colpo arrivò sulla coscia sinistra, facendola indietreggiare.
“Ora non fai più la spavalda, eh?” urlò la Dominatrice mentre continuava a far saettare la sua fidata frusta.
I colpi erano veloci e taglienti, e non sempre venivano parati dalle braccia di Becki. Un nuovo colpo la prese sulla guancia, e quasi non fece cadere a terra la ragazza. Matilde rise di gusto.
“Prendi!” urlò, facendo mulinare la frusta ancora una volta.
Ma il suo sorriso scomparve quando Becki afferrò la corda che l’aveva appena colpita. La ragazza ansimava, con la maglia tagliata in più parti che rivela la sua pelle perfetta. Nei suoi occhi c’era ancora la stessa arroganza dell’inizio. Matilde la guardò con odio.
“Lasciala! Lasciala, brutta puttana!” gridò la donna mentre cercava di tirare la frusta.
Ma Becki tirava di conseguenza, cercando di non lasciar andare la frusta. Le due presero a tirare l’arma con le loro forze, cercando di liberare la presa dell’altra con colpi secchi. Becki afferrò la corda con un’altra mano, ed ancora, avvicinandosi alla donna. Matilde continuò incessantemente a tirare, cercando di liberare la frusta dalle mani della ragazza. Ma Becki si avvicinava sempre di più. Cosa poteva fare? Non poteva abbandonare la sua frusta, non a quella ragazza. Il colpo arrivò veloce. La mano di Becki la colpì in pieno viso, spingendola indietro. Perse la presa dalla frusta, e cadde a terra. Alzò subito lo sguardo per vedere Becki troneggiare su di lei, con la frusta in mano. Chiuse gli occhi quando vide la frusta muoversi verso di lei, ma invece di sentire un forte dolore, sentì solo la sua frusta cadergli addosso. Aprì gli occhi, non capendo cosa stava succedendo e vide la sua arma poco distante da lei, ai piedi di Becki. Alzò gli occhi per vedere lo sguardo serio della ragazza su di lei.
“Non ho bisogno di questa per fermarti. Se sei donna, alzati e lotta come una donna” disse la ragazza, indietreggiando di qualche passo.
Matilde poteva afferrare la frusta e tornare all’attacco. Poteva vincere utilizzando la frusta, poteva soffocarla legando la frusta attorno al collo della ragazza. Ma le parole di Becki pesarono nella sua mente. La Dominatrice si alzò, senza degnare di uno sguardo la sua amata frusta, e fissò la ragazza di fronte a sé. Entrambe ansimavano, ma Matilde era più affannata della rivale.
“Se sei una Dominatrice, dimostramelo” disse Becki, togliendo la maglietta tagliata “Lotta contro di me come donna e dominami… se ne sei in grado”
Il seno nudo di Becki spaventò Matilde. Era enorme, forse come il suo. Possibile che le ragazze asiatiche avessero tette così grandi? La sfida della ragazza era chiara come il Sole. Ma lei era la Dominatrice. Sorrise, mentre rimosse la parte superiore del vestito, facendo uscire i suoi seni all’aria aperta. Becki deglutì quando vide il seno della donna. Non si aspettava fosse così enorme.
"Non illuderti, ragazzina. Le mie tette sono meglio delle tue e macineranno piatti quelle tue borse cadenti!" sogghignò la dominatrice, piuttosto sicura di sé. "Non esiste donna che possa battermi"
Becki Li socchiuse gli occhi.
"Sto per distruggerti" ringhiò la bomba asiatica "Cancellerò tutto il grasso che chiami tette dal tuo petto da troia europea” il suo tono era acido, non più calmo come quello usato finora “Ti distruggerò talmente tanto… che mi prenderò il tuo titolo di Dominatrice!”
Gli occhi di Matilde si spalancarono al solo pensiero di cedere il suo titolo ad una sgualdrina asiatica. Non ci pensò due volte prima di gettarsi contro la ragazza davanti a sé. Entrambe le coppie di seni si schiantarono insieme con un forte schiocco. Le loro tette si pressate contro la controparte, la carne tremò all’impatto mentre le due donne continuavano a macinare il loro seno insieme anche dopo il primo impatto. I seni di Matilde si spinsero un po' verso l’esterno, ma non sembravano arrendersi alle tette della giovane. Ogni combattente mise subito le mani sulle spalle dell’avversaria, iniziando poi a spingere lentamente le loro tette le une contro le altre.
La dominatrice fu la prima grugnire, seguita da un profondo sospiro da parte di Becki. Nessuna delle due sembrava voler dare la soddisfazione alla rivale di vedere una loro reazione. Le tette di Becki reggevano bene, curvandosi leggermente mentre incontrava il seno pieno della Dominatrice, rendendo impossibile chi stesse vincendo la battaglia.
Dopo lo scontro iniziale, entrambe fecero scivolare il loro seno l’uno sull’altro, costringendo ogni coppia a spostarsi e piegarsi, prima di rimodellarsi sotto la forza della coppia rivale. Non c'erano segni visivi per determinare quale coppia di tette avesse più forza. Becki Li provò più volte a far scivolare le sue tette sopra quelle di Matilde, ma la mora scivolò leggermente, evitando che accadesse. Mantennero ancora le loro mani sulle spalle dell'altra mentre cominciavano a far strusciare il seno l’uno contro l’altro.
Respirando profondamente, la giovane ragazza inarcò la schiena e spinse in fuori le tette, spingendo l'enorme seno di Matilde nel suo petto. La Dominatrice lanciò un gridolino di sorpresa e dolore, mentre i globi della rivale avvolgevano la sua più coppia. Strinse i denti, non credendo di essere in difficoltà già subito. Inarcò a sua volta la schiena, spingendo indietro il seno asiatico.
"Sto appiattendo le tue deboli e cadenti tette” sospirò Becki.
"Sei cieca, cagna asiatica?" ribatté Katie con un sibilo "Posso già sentire i tuoi sacchi vuoti crollare contro di me”
Becki grugnì sorpresa quando Matilde inviò il seno sinistro contro la tetta della giovane. Becki ricambiò il favore, colpendo la tetta destra della Dominatrice. Entrambe le donne si staccarono, prima di sbattere il loro seno insieme. Ancora una volta, le tette vennero pressate insieme al momento dell’impatto, la loro carne che si increspava. La Dominatrice si voltò mentre grugniva e gemeva contro la rivale.
La ragazza asiatica spostò le mani sulle braccia di Matilde, per continuare a spingere in avanti le sue tette come prima. Ma la mora fece scivolare il seno in basso prima che Becki potesse consolidare la presa, e si lanciò verso l'alto. Le tette della Dominatrice colpirono la parte bassa del seno della giovane, mandandolo verso l’alto. Becki gemette.
"Cosa c'è?" chiese la Dominatrice mentre guardava i seni incredibilmente sodi di Becki volare verso il viso della ragazza "Il tuo piccolo e debole seno non può sopportare la forza delle mie tette più forti?”
La donna continuò con l’assalto, sbattendo da sinistra a destra e torcendo violentemente i fianchi. Il suo seno destro sbatté contro la controparte destra di Becki, quasi facendola volare verso sinistra. La ragazza asiatica imprecò rumorosamente mentre subiva l’assalto a raffica della rivale.
"Pensavi davvero di poter competere con me, puttana cinese? Le mie grandi e potenti tette stanno distruggendo il tuo patetico seno senza neanche una goccia di sudore!" ridacchiò la Dominatrice "Credo che sia il momento di accettare la verità! Non solo ho delle tette perfette, ma sono più attraenti delle tue, migliori in ogni modo immaginabile. Solo io posso essere la Dominatrice!”
Becki ringhiò furiosa, spingendosi violentemente in avanti. Il loro seno venne pressato di nuovo, senza poter ottenere vantaggio sull’altra coppia. Ma questa volta, le loro tette non ebbero il tempo per tornare alla loro forma originaria che le due donne si schiantarono di nuovo insieme. Si afferrarono di nuovo, prendendosi per le braccia, spingendo lentamente le loro tette insieme. Nessuna delle due mostrò segno di esitazione, mentre il sudore iniziava a far luccicare il loro seno.
Le donne guardarono come i loro seni si spostavano. Le enormi tette di Matilde si piegavano di lato, per poi gonfiarsi, riconquistando la loro perfetta forma ogni volta che potevano. I seni sodi di Becki facevano la stessa cosa, mentre si rovesciavano ogni volta che rotolavano sulle tette della Dominatrice. Ad ogni collisione, lo schiaffo di carne bagnata riempiva la stanza.
Le loro facce si contraevano sempre di più man mano che la lotta proseguiva, con entrambe le donne che non riuscivano a nascondere l’andamento della lotta. Becki, stanca del continuo macinare, fece un passo indietro. Si piegò sulle ginocchia, sollevandosi subito dopo per alzare di colpo le sue grandi tette. Matilde fece velocemente un passo indietro per evitare il colpo, sorridendo.
“Non penserai che… cazzo!” le parole le morirono in gola.
Era caduta nella trappola della rivale. Appena la Dominatrice fece un passo indietro, Becki lasciò andare le sue braccia per afferrarle subito la schiena. La giovane asiatica in punta di piedi si spinse in avanti, abbracciando la donna quando il suo seno era sopra alle tette di Matilde. Becki sorrise velenosamente.
“Sei mia” sussurrò la giovane.
Matilde si ritrovò a lottare contro la sorprendente forza della giovane. La donna gemette mentre le tette di Becki venivano spinte contro le sue ad ogni stretta. Il seno della Dominatrice si appiattì per un momento dall’alto mentre le tette asiatiche compievano il loro assalto. Matilde gemette e strinse gli occhi per il dolore ogni volta che sentiva le tette rivali schiacciarsi contro le sue. Le loro tette si mescolarono insieme, mentre roteavano le loro spalle. La giovane mantenne il suo seno sopra a quello dell’avversaria.
"Senti? Senti come le mie tette migliori travolgono le tue misere palle di grasso?" chiese Becki con un ghigno crudele mentre continuava a spingere le sue tette verso il basso.
Matilde grugnì mentre il seno veniva spinto verso il basso da un altro colpo. Il volto della giovane illuminato di trionfo, mentre le sue labbra avevano disegnato un ampio sorriso. La giovane spinse in avanti il seno, e la Dominatrice gemette quando sentì il suo seno venire spinto verso l’esterno dalle tette sode della giovane. La Dominatrice respirò affannosamente mentre guardava il seno della giovane che si faceva strada attraverso le sue tette. Le braccia della donna caddero dalle spalle della giovane alle sue braccia.
“Oh sì! Facciamolo di nuovo. Guarda come appiattisco le tue tette, Dominatrice!” sorrise Becki “Il tuo seno è più patetico di quanto credessi!” finì la giovane, ormai sicura della sua imminente vittoria.
Matilde la guardò con odio. La giovane la stava dominando. Lei, che era la Dominatrice. No, non poteva permetterlo. Le due rivali incrociarono lo sguardo, e Becki smise di ridere quando la donna strattonò l’asiatica, spingendo le sue tette direttamente nel seno della giovane. Entrambe le coppie di seni si riversarono all’esterno, ma questa volta erano le tette di Matilde a prendere il sopravento nella battaglia per lo spazio tra i loro corpi. Il dolore nel suo seno era insopportabile, ma nemmeno Becki era incolume. La giovane gemette quando il suo seno incontrò il seno della rivale, i loro meloni che si modellavano e si spingevano ai lati.
“No!” gemette Becki.
Matilde sorrise di gusto, sbattendo le sue tette contro quelle di Becki, che tremarono sul petto mentre la sua carne si increspava e tremava per la forza del colpo. Una nuova spinta fece indietreggiare l’asiatica, e la Dominatrice l’afferrò le braccia per tirarla di nuovo a sé. Le tette della donna colpirono il seno della giovane, le due paia di tette si pressarono allo stesso modo, ma solo la ragazza gemette rumorosamente, sia per dolore che per rabbia. Con un urlò, la giovane cadde a terra, voltandosi nel mentre. Becki cadde a terra, il seno si appiattì contro il pavimento mentre lei gemette rumorosamente. Matilde indietreggiò di qualche passo, ammirando sorridente la giovane indifesa.
“Sembra che alla fine sia io la migliore” sibilò la Dominatrice.
“Fottiti, puttana europea” rispose Becki mentre si tirava su “Ho intenzione di distruggerti completamente!”
“Le tue tette sono finite, troia!” ringhiò Matilde “Ho intenzione di sbattere ogni centimetro del tuo seno cadente fino a quando non sarai completamente piatta!”
La Dominatrice avanzò verso la rivale, alzando le braccia per afferrare di nuovo le spalle della giovane, e Becki fece lo stesso. Una volta che le due donne si abbracciarono, Matilde fece un piccolo passo indietro, in maniera tale da poter spingere con il piede dietro di lei, spingendo le sue tette dal basso. Il seno di Becki venne scosso violentemente per un secondo prima di fermarsi sopra alle tette della rivale. E prima che la giovane potesse riprendersi, Matilde si sollevò ancora verso l’alto, in punta di piedi, cercando di tirare il più possibile la carne della ragazza asiatica.
“Noooo!” gemette Becki, sorpresa quanto addolorata.
La Dominatrice fece scivolare le mani verso il basso, afferrando la vita della giovane e tirandola ancora di più verso di sé.
“Cosa c’è, stronza?” chiese crudele la donna “Pensavo che mi volessi distruggere completamente!”
La giovane grugnì mentre cercava invano una via di fuga, i suoi muscoli si gonfiavano mentre cercava di liberarsi dalla presa della donna.
“Fottiti, puttana” sibilò Becki.
Incominciarono a far scivolare e schiacciare i loro seni avanti e indietro. Si appoggiarono ancora di più all'altra, aumentando la pressione, schiacciando e distorcendo i seni gli uni contro gli altri. Strofinarono le tette avanti e indietro, finché entrambe le tette delle ragazze non furono perfettamente schiacciate. I loro seni si pressarono e si spinsero senza sosta in un vortice di tortura, avanti ed indietro, la loro pelle che si strusciava su quella della rivale, distorcendo la forma del loro orgoglio.
Entrambe grugnirono quando i loro seni si incontravano uniformemente, pressandosi insieme. Nessuna delle due riusciva a sentire alcuna debolezza nei seni dell'altra. Le tette rivali resistevano saldamente.
L’asiatica colpì poi la rivale, facendola gemere. Le tette di Becki scivolarono sul seno della donna, ed entrambe grugnirono mentre la loro carne si fondeva insieme. Becki si aggrappò alle braccia della Dominatrice, attirandola poi verso di sé: La mossa colse alla sprovvista la Dominatrice, che si ritrovò ad incespicare in avanti. Questo permise a Becki di colpire violentemente in avanti con le sue tette. Lo schiaffo riempì la stanza, mentre le tette della Dominatrice si appiattirono al punto di contatto mentre il seno della giovane cercava di scavare nella carne avversaria, facendo gonfiare il seno verso l’esterno. Matilde sussultò di nuovo dopo un duro colpo alle sue tette doloranti. Entrambe le donne potevano vedere come le tette della donna perdevano sempre di più lo spazio tra loro.
Becki indietreggiò, prima di colpire d nuovo, quando sentì le mani di Matilde stringersi dietro la sua schiena. La donna si tirò su di colpo e le sue tette colpirono la parte bassa del seno asiatico, facendoli saltare verso l’alto, mentre Matilde sorrideva soddisfatta.
“Cazzo!” gemette Becki.
La Dominatrice sorrideva maligna, mentre l’asiatica lanciò la tetta sinistra contro il seno destro di Matilde. La donna perse il sorriso, spingendo a sua volta. Le donne iniziarono a far scivolare e pressare insieme le loro enormi tette. Il seno della Dominatrice stesse avendo la meglio dato che stava spingendo gran parte del seno dell’asiatica verso l’esterno, mentre le sue tette mantenevano la loro forma. Le tette della giovane invece sembravano cercare di scavare nella carne della rivale, mentre Becki spingeva usando gli angoli. E dopo diversi minuti, le due donne si separarono, le loro tette saltellarono sul posto mentre facevano un passo indietro.
“Ancora un po’, e non avrai più delle tette, cagna cinese” disse la Dominatrice.
“Ah! Posso sentire le tue tette cedere ogni secondo che passa!” rispose Becki, sicura.
Matilde ringhiò, mentre si avventava contro la giovane, e Becki non fu da meno. Le loro tette si schiantarono insieme, facendo indietreggiare entrambe. Il seno della donna si allargò al punto d’impatto, mentre le tette della ragazza sobbalzarono sul petto di Becki. Chiaramente, entrambe le donne avevano subito numerosi attacchi, ed il loro seno non era più sodo come prima. Il gemito della Dominatrice fece sperare la giovane ragazza, che caricò di nuovo. Becki si spinse in avanti, colpendo dall’alto. Matilde percepì la mossa della ragazza, e la intercettò con un colpo ascendente. Il loro seno si incontrò a metà strada con un forte schiocco, facendo gemere rumorosamente entrambe le donne. Si scambiarono sguardi velenosi, mentre il dolore nelle loro tette cresceva a dismisura con l’aumentare dei colpi. Presero a sollevare il seno con le mani, prima di sbatterle insieme. I loro seni si incontrarono a metà strada e si appiattirono brutalmente. Si gonfiarono su e giù contro gli altri, appiattendosi tra loro. Continuarono a lanciarsi contro la rivale senza sosta, sorreggendo il loro seno con le mani. I loro scontri erano accompagnati dai grugniti e dai gemiti di dolore che gli impatti provocavano alle due guerriere. I loro seni si schiacciavano e si distorcevano, appiattendosi incredibilmente, ma recuperando quasi la loro forma originaria.
Un’ultima carica, e Matilde si sentì cadere all’indietro. Successe per caso. Mentre le tette della Dominatrice incontrarono le tette di Becki, il piede della donna scivolò sul pavimento. La Dominatrice spalancò gli occhi mentre cadeva all’indietro, con la ragazza sopra di lei, sorpresa dell’improvvisa caduta. Atterrarono con un tonfo, mentre il seno della ragazza schiacciava le tette della donna.
Passano alcuni secondi prima che le due rivali capissero effettivamente cosa fosse successo. Becki fu la prima a capirlo, ed abbracciò subito la donna sotto di lei. Era la sua occasione. Matilde fece lo stesso, e le due donne presero a stringere il corpo dell’avversaria senza pietà. Iniziano a macinare i loro seni insieme, dove le tette asiatiche si schiantano contro la loro controparte ed il seno della donna colpisce l’enorme seno asiatico dall’alto e dal basso, grugnendo mentre Matilde cercava continuamente di ribaltare le loro posizioni.
“Scendi, cagna!” sibilò la Dominatrice.
Ma l’unica risposta fu il sorriso della giovane mentre stringevano la presa. I loro seni continuano incessantemente a lottare, perdendo sempre di più forma e consistenza. Ma durante il continuo strofinamento, una coppia sembra iniziare a spingere l’altra sempre di più. A questo punto della lotta, finalmente, una coppia stava cedendo alle tette rivali. Becki e Matilde continuarono a lottare senza sosta, ma la Dominatrice lo sentiva. Stava combattendo una guerra di logoramento, e stava perdendo. La donna spalancò la bocca, cercando di prendere aria, compito reso difficile dal seno avversario che schiacciava il suo. Le lacrime iniziarono a scendere, mentre le tette della Dominatrice stanno cedendo lentamente. Matilde sposta le mani sulle spalle della giovane e prova a spingerla via, ma lo spazio è troppo stretto e riesce solo a sollevarla di poco, facendo spazio tra i loro seni in lotta.
“È finita, troia!” sibilò Becki sorridendo.
Incurante della presa della rivale, la ragazza asiatica si lascia cadere, il suo seno colpisce completamente le tette della donna sottostante. Becki si tirò subito su di nuovo, e ripete l’operazione. Lo schiaffo bagnato che scaturiva da ogni collisione era accompagnato dal numero grugniti di Matilde che continua a subire. L’ultimo colpo fu il più duro, dato che Becki si tirò su ancora di più. Gli occhi della Dominatrice si spalancarono quando vide ciò che stava per succedere e l’urlò di dolore riempì la stanza mentre il seno della ragazza asiatica appiattiva completamente le tette della donna. Matilde prese a singhiozzare, incapace di credere di aver perso contro la rivale. Guardò con gli occhi in lacrime Becki che si sollevava di nuovo, sorridendo malignamente. Ma scoprì a sue spese che il peggio doveva ancora venire. L’enorme seno di Becki venne spostato velocemente sopra al suo viso, pendendo pericolosamente verso di lei.
“Sogni d’oro, troia” sorrise la ragazza, abbassandosi.
“No, aspet…” le parole di Matilde furono attutite dalla carne dell’asiatica che le bloccava il naso e la bocca.
Becki sentì le braccia e le gambe della donna agitarsi violentemente, cercando di far cadere la ragazza, ma dopo alcuni minuti, i loro movimenti iniziarono a diventare sempre più lenti. Alla fine, Matilde sospirò nella carne della ragazza, il suo corpo diventato immobile. Becki aspettò alcuni secondi prima di alzarsi. La guardò dall’alto, ammirando come aveva compiuto il suo dovere.
Il ruggito della folla si sentì in quell’improvviso silenzio, segno che l’incontro era appena incominciato. Mei Lin e l’avversaria avevano appena iniziato a lottare.
Becki si rivestì, e dopo aver legato la donna al termosifone del camerino, la abbandonò nella stanza.
“C’è una nuova Dominatrice in città” disse Becki, gettando un ultimo sguardo alla donna incosciente.

***

Quando Mei Lin entrò nell’arena, vide con i suoi occhi ciò che l’aspettava. Su uno sgabello, dall’altra parte della stanza, c’era Alessandra. Intorno a loro, tantissimi occhi che li scrutavano. Sia destra che a sinistra c’erano persone diverse che aspettavano con ansia l’inizio del combattimento, tra cui anche Elena, così da dimostrare la sua inferiorità rispetto a Madame Shi che guardava da un’altra stanza, completamente sola. Davanti a lei poté vedere il suo uomo su una comoda poltrona. Le camere degli spettatori si affacciavano su di loro senza impedimenti. Le pareti dell’arena erano di vetro, e permettevano la vista anche sul piano inferiore rispetto a loro. Quell’edificio era strano, costruito dalla famiglia reale per ricevimenti e scontri reali. Era il loro campo di battaglia. Un luogo dove chi combatteva era sotto gli occhi di tutti. Mei Lin si sentì elettrizzata.
“È lì perché voglio che ti veda perfettamente mentre ti sottometterai a me” disse Alessandra, sorridendo maliziosamente, riferendosi all’uomo dell’asiatica.
Come Mei Lin pensava, Alessandra indossava un accappatoio bianco, che nascondeva perfettamente ogni parte del corpo fino alle ginocchia.
“Vedo che abbiamo gli stessi gusti” sorrise l’asiatica.
“Sei avida di attenzioni, sapevo che avresti scelto l’accappatoio” la fissò la principessa “ma dopo stasera, non credo che qualcuno ti guarderà di nuovo”
“Parole grosse per una che manda le altre a fare il lavoro sporco” sibilò l’asiatica.
“Puttana” sibilò in rimando l’europea.
“Troia” rispose a tono l’asiatica, mettendo le mani sui fianchi e rivelando la sua lingerie “Quando incominciamo?”
Alessandra si ricompose, sorridendo.
“Impaziente di perdere?
“No…” rispose l’asiatica, sedendosi sulla sua sedia, perfettamente davanti alla rivale. Erano a pochi metri di distanza l’una dall’altra “sono solo ansiosa di vedere quanto tempo ci metterai a chiedermi pietà”
Alessandra grugnì divertita.
“Non sono mia madre… Hai vinto contro di lei, ma io sono diversa” la principessa appoggiò i gomiti sulle gambe, in maniera che l’avversaria potesse avere piena visione delle sue tette “Ma qui non si tratta di forza o età. Qui si tratta di resistenza e di forma. Sarà una cosa tra me e te, tra le mie tette e le tue… fino a quando non cadrai”
La principessa terminò la frase appoggiandosi nuovamente sullo schienale della sedia, mentre il pubblico rideva dell’asiatica. Mei Lin ribollì di rabbia e felicità allo stesso tempo. Questa troia voleva lottare con lei, nella stessa competizione in cui lei aveva vinto contro sua madre.
“Hai ragione, non sei come tua madre” intervenne Mei Lin “lei avrebbe usato meno parole e passato subito ai fatti”
Con queste parole, Mei Lin si tolse il reggiseno, rivelando il suo seno incredibile. Alessandra osservò con avida attenzione le tette che avevano sconfitto quelle della regina. Erano un pericoloso ostacolo, e dovevano essere eliminate. L’asiatica sorrise quando capì dove era rivolta l’attenzione della rivale, stringendo i seni tra le braccia per aumentare notevolmente la sua scissione.
“Tua madre aveva la tua stessa espressione” disse Mei Lin divertita.
Alessandra grugnì in risposta, maledicendo il fatto che le tette dell’asiatica fossero così enormi. Sua madre aveva sempre detto che non c’era nessuna donna che poteva eguagliare la grandezza del loro seno. Eppure Mei Lin era davanti a lei. E come se non bastasse, Madame Shi aveva un seno più prosperoso della figlia. Dovette sforzarsi per mantenere la sua sicurezza apparente.
“Sarò onesta, sono davvero grandi” iniziò a dire Alessandra mentre si slacciava il reggiseno “ma ci sarà sempre qualcuno più grande di te!”
Quando il suo seno balzò fuori, la bocca di Mei Lin si aprì di colpo. Le tette della ragazza di fronte a lei erano incredibilmente enormi. La loro forma era perfetta in ogni minima curva, i capezzoli scuri erano così invitanti ed agguerriti. Non erano come le tette della regina, erano poco più piccole, ma Mei Lin sentì improvvisamente il timore di aver fatto il passo più lungo della gamba. Alessandra strinse a sua volta il seno con le braccia, aumentandone ancora la dimensione mentre l’asiatica chiuse la bocca e fece finta di niente.
“I tuoi occhi tradiscono la tua sicurezza, zuccherino”
Mei Lin socchiuse gli occhi, sibilando. Non voleva dare all’europea la soddisfazione… ma le sue tette erano così incredibili che era difficile resistere alla tentazione di guardarle. Riuscì comunque a mantenere il suo sguardo di sufficienza abbastanza a lungo per far perdere il sorriso all’europea. Un suono acustico segnò l’inizio della lotta.
“Ti appiattirò talmente tanto le tette che ti sembreranno frittelle. E dopo aver battuto te, penserò alla tua cara mammina!”
Alessandra si alza dalla sedia e la sbatte a terra con la gamba destra e camminò verso il centro della stanza, aspettando l’arrivo anche di Mei Lin. L’asiatica sorride e si alza sensualmente, spostandosi con arroganza verso la rivale, mostrando che le minacce della ragazza non aveva fatto effetto.
L'ultimo passo di Mei Lin fece in modo che i seni fossero a pochi millimetri di distanza dalle tette di Alessandra, facendo vedere a tutti che questa aveva la coppia più grande. I loro seni si sollevano e si abbassano, mentre respiravano vicine, fissandosi. Ad ogni inspirazione, i loro seni si toccano l'un l'altro per pochi secondi, prima di tornare al loro posto. Entrambe sapevano che dovevano battere l’altra e Alessandra era convinta che bastassero pochi minuti per schiacciare Mei Lin. L’europea sorrise malignamente e si spostò leggermente in avanti, cosi che i loro seni venissero premuti insieme ad ogni respiro. Mei Lin si spostò in avanti per risposta, dimostrando che non era spaventata. Subito, la carne delle loro tette iniziò a darsi battaglia per mantenere la loro forma. Le persone attorno acclamano la loro principessa, sicure che sarà una passeggiata per lei.
"Ti farò vedere cosa significa essere una donna, troia”
Mei Lin rise di gusto.
"Distruggerò il tuo seno come ho fatto con quella puttana di tua madre!”
Alessandra sorrise, spingendo il suo seno più forte contro quello di Mei Lin che spinge a sua volta. Nessuna vuole indietreggiare. La vera lotta inizia quando Mei Lin si spinge in avanti. Entrambe le coppie di tette fanno del loro meglio per mantenere la loro forma, mentre si infrangono tra loro. Per un momento, nessun paio di seni si muove di un millimetro, ma dopo qualche secondo, i seni di Alessandra iniziano a cedere leggermente. Le sode tette di Mei Lin stanno effettivamente iniziando a spingere indietro i seni più grandi di Alessandra. La principessa emise un gemito mentre guardava la sua carne cambiare forma leggermente.
Alessandra spinge il seno in avanti, incontrando la spinta successiva di Mei Lin, ma come prima le sue tette grandi dovettero lottare contro i seni più piccoli ma sodi dell’asiatica. La principessa continua a spingere in avanti, non voleva indietreggiare davanti a queste persone. Le due continuarono a spingersi a vicenda, pressando insieme i loro seni. Presto vennero entrambe ricoperte da un velo di sudore, mentre cercavano di appiattire il seno dell’altra. Entrambe le ragazze gemono, continuando a fissarsi negli occhi.
“Non dovevi… dimostrarmi… qualcosa…?” chiese tra i respiri Mei Lin sorridendo.
“Aspetta… e vedrai…” rispose a denti stretti l’europea.
Alessandra poteva vedere la determinazione negli occhi di Mei Lin. Le tette dell’asiatica avevano appiattito i seni di sua madre. Seni che non avevano mai perso durante il suo regno.
Mei Lin può percepire che Alessandra non si aspettava l’andamento della lotta. I suoi seni resistevano perfettamente contro le tette di Alessandra, suscitando nervosismo nella principessa. Anzi, fino ad ora le sue tette avevano persino spinto indietro il seno di Alessandra. Questo le dà sicurezza e con una potente spinta, schianta le sue tette contro i seni di Alessandra con forza incredibile. Alessandra emise un forte rantolo, mentre faceva un paso indietro. Mei Lin sorride alla rivale e le dà un momento per riprendersi. Ma con un'altra potente spinta le tette della mora si infrangono contro i seni di Alessandra. L’europea emette un altro gemito e viene spinta lentamente indietro.
Alessandra tenta di resistere, ma la sua rivale continua l’assalto. Mei Lin infilò le sue tette nelle grandi bocce di Alessandra con incredibile forza, facendola gemere di dolore mentre sente le sue bellezze perdere forma ad ogni colpo. Alessandra vede Mei Lin inarcare la schiena e andare in punta di piedi dei piedi per alzare le tette in aria, prima di sbatterle con brutalmente sulle sue. Il colpo è talmente forte da fargli fare qualche passo indietro. All’improvviso, sentì la fredda sensazione del suo sedere toccare il muro di vetro.
"Dannazione, no!" gridò sorpresa.
Mei Lin sorride compiaciuta, spingendosi avanti e speronando i seni contro le tette più grandi di Alessandra, che cerca di corrispondere ai colpi. I loro seni si scontrano ancora una volta, la carne sudata, morbida ma soda, che lotta per mantenere la forma, mentre si spingono l'una contro l'altra. Mei Lin e Alessandra gemono e grugniscono ad ogni colpo. Alessandra cerca di spingere indietro le tette di Mei Lin per liberarsi, ma i seni dell’asiatica rimangono fermi al loro posto.
"Cosa c’è, principessina? Le tue tette non ce la fanno? Guarda cos’è una vera donna!" gridò Mei Lin, inarcando la schiena.
Le sue tette si alzarono in alto, sovrastando i seni di Alessandra. L’asiatica può vedere per la prima volta la paura negli occhi della ragazza nei suoi occhi. Mei Lin sbatte infine i suoi meloni sulle tette dell’europea con un forte schiaffo. Le tette di Alessandra vengono mandate verso il basso, quasi sembrava che volessero staccarsi. Alessandra è ancorata al muro, e Mei Lin può tranquillamente controllare il combattimento. Alessandra vuole scappare ma non riesce a mettere abbastanza potere dietro le sue spinte, i loro corpi sono diventati più sudati.
"Cazzo!” urla Alessandra quando sente i suoi seni venire colpiti nuovamente dalle tette rivali.
"Cadrai come tua madre sotto le mie tette, troia!" urla Mei Lin scattando indietro per spingere nuovamente.
Questa volta però, Alessandra la incontra a metà strada, usando il muro per dare più potenza. I seni si scontrano in ari, e i gemiti di dolore riecheggiano nella stanza. Per la prima volta, sono i seni di Mei Lin a perdere forma contro le tette rivali: le sue tette vengono lanciate verso l’alto, sfiorando il suo viso. La ragazza emette un altro grido doloroso con il colpo successivo, per poi cercare di bloccare di nuovo l’europea al muro. Mei Lin carica la ragazza davanti a sé, ma Alessandra è più veloce e riesce a spostarsi all’ultimo, facendo schiantare la cinese contro il vetro. Subito, Alessandra va dietro di lei e spinge le sue tette contro la schiena di Mei Lin, in modo da appiattire contro il vetro il seno della cinese. Mei Lin geme da dolore quando sente i capezzoli di Alessandra pungere la sua schiena.
“Jiànrén! Lasciami!” urla Mei Lin cercando di afferrare Alessandra.
“Mai! Prima dovrai arrenderti!”
“Preferisco morire piuttosto che farti vincere!”
Alessandra continuò a spingere più volte contro la schiena di Mei Lin, facendola gemere ad ogni colpo. La cinese cercò di far leva sul vetro per evitare altri colpi, ma la forza dominante dell’europea continuava a schiacciarla contro la parete. Mei Lin poteva vedere gli ospiti europei ridere del suo dolore e gioire ogni volta che Alessandra la spingeva contro il vetro.
“Arrenditi, puttana. Non riuscirai a…” Alessandra si interruppe per pochi secondi.
Il suo sguardo scese verso il basso. Con la parete di vetro, sia gli spettatori che le combattenti potevano vedere ciò che accadeva intorno a loro. E Alessandra fu proprio interrotta dalla vista di sua madre lottare con un’altra donna nel piano sotto al suo.
Anche Mei Lin capì cosa guardava, e sorrise nel vedere quella perdente contro la bodyguard di sua madre.
“Oh, povera regina! Non sa cosa le accadrà!” disse Mei Lin prima di fare la sua mossa.
“Stai zit… ahhhhh!” urlò Alessandra.
Mei Lin non perse tempo e riuscì a girarsi, mentre Alessandra venne colta di sorpresa. Le loro tette si riunirono di nuovo, pressate insieme. Subito, la cinese strofina i suoi capezzoli contro quelli della rivale, facendola gemere, prima di spingersi in avanti. La carne di Alessandra viene scossa dalla forza della spinta, mentre i suoi seni rimbalzavano e ondeggiavano dappertutto.
"Andrai giù..." sussurra Mei Lin con voce sicura mentre si avvicina all’orecchio dell’europea “proprio come tua madre” termina prima di spingere un’altra volta.
Alessandra emette un altro gemito quando sente le tette di Mei Lin contro le sue. La pelle delle loro tette inizia a diventare rossa per via di tutti gli attacchi e sia Alessandra che Mei Lin si guardano negli occhi, sapendo che questa lotta è tutt'altro che finita. L’asiatica e l’europea continuarono a spingere insieme le loro tette, continuando a provare ad appiattire i seni della rivale. I seni di Mei Lin continuarono a mantenere la loro forma rotonda e bella, mentre le tette più grandi di Alessandra iniziavano a perdere leggermente la loro consistenza.
"Le tue patetiche tette stanno perdendo contro le mie!" Mei Lin urla trionfante vedendo che le tette della principessa iniziano a perdere.
"No!" Alessandra gridò incredula, mentre guarda le tette di Mei Lin iniziare a dominare le sue "Non ti permetterò di farlo!"
Alessandra si alzò in punta di piedi e fece cadere le sue enormi tette su quelle più piccole della cinese. Mei Lin guaì per il colpo, indietreggiando verso il muro. La ragazza europea colpì ancora una volta e quando la rivale fu abbastanza vicina al muro, si precipitò verso di lei per intrappolarla ancora.
Ma Mei Lin incontrò prontamente la spinta e le loro tette si pressarono con forza incredibile. I loro capezzoli si unirono dolorosamente ed entrambe le ragazze strinsero i denti, cercando di non perdere il confronto. I loro seni si muovevano su e giù, strofinandosi insieme senza pietà e scivolando grazie al sudore. I loro capezzoli iniziarono a perforare la carne dell’altra, suscitando bassi gemiti quando colpivano un determinato punto. Con velocità, Mei Lin crea un po’ di distanza tra le due ragazze, prima di far dondolare il suo seno sinistro contro la tetta sinistra della ragazza europea. Alessandra gemette di dolore, mentre il suo seno veniva spedito di lato, prima che anche la sua tetta destra venisse colpita.
Mei Lin si tira indietro e sbatte i suoi seni contro la parte superiore delle tette più grandi della ragazza europea, facendo volare gocce di sudore nell’aria. Alessandra si lascia sfuggire un grido mentre il suo seno inizia a diventare più rosso.
"Stronza!" urla di rabbia la principessa prima di caricare la rivale.
Quando le tette di Alessandra si schiantano contro le sue, Mei Lin è obbligata a barcollare all’indietro.
“Sono io la migliore!” urla Mei Lin lanciandosi contro Alessandra.
Le due si incontrano a metà, al centro della stanza dove si scambiano colpi senza pietà.

***

Nel frattempo…

“Dannazione” pensò Elena.
Mei Lin era lì. Perfettamente pronta a combattere. Il suo piano non aveva funzionato.
“Quella troia! Non è riuscita nemmeno ad indebolirla prima dello scontro!” pensò, riferendosi a Matilde.
La lotta tra le due ragazze imperversava davanti ai suoi occhi. Elena non credeva che sua figlia fosse una lottatrice così abile. La regina continuò ad osservare con interesse il seno di sua figlia, costantemente pressato contro le tette della ragazza che avevano vinto contro le sue. I brutti ricordi riaffiorano violentemente, facendole venire la pelle d’oca. Ricordò esattamente la sensazione che provò quando sentì le sue magnifiche tette cedere sotto il peso del seno di quella ragazza asiatica, ricordò il suo sorriso compiaciuto dopo averle dimostrato di essere migliore di lei. Ma la cosa che più le diede fastidio fu ricordare l’umiliazione subita per aver perso. Elena strinse i denti, mentre tornava a guardare lo scontro.
“È colpa sua. È tutta colpa sua… e di quella troia” pensò l’ex regina, mentre rivolgeva lo sguardo altrove, verso un’altra vetrata.
Madame Shi era seduta sulla sua poltrona elegante, in perfetta solitudine in quella piccola stanza. Sul suo viso sorridente non faceva trasparire altro che infinita sicurezza. E questo fece imbestialire Elena. Quella donna sembrava sicura della vittoria di Mei Lin. Per quanto detestasse sua figlia, Elena non poteva permettere un nuovo affronto alla famiglia reale. Alessandra doveva vincere. Mentre le altre ospiti continuavano a tifare per la loro amica o alleata, Elena si alzò, guardando attentamente la stanza in cui Madame Shi risiedeva. Subito dopo uscì dalla stanza.
Il corridoio era sgombro, come Elena aveva sperato. Il rumore dei tacchi risuonava in quel cupo silenzio mentre la giovane donna si dirigeva verso l’ascensore.
“Non sa cosa l’aspetta…” pensò Elena divertita.
Ciò che voleva fare era semplice: prendere alla sprovvista Madame Shi e farle pagare ogni singolo momento passato sotto il loro controllo. L’ex regina sentì i suoi capezzoli indurirsi già per la sensazione di vittoria che avrebbe potuto godere nel vedere quella donna strisciare ai suoi piedi. Sorrise, mentre la porta dell’ascensore di aprì per farla entrare. Premette sul pulsante senza esitazione, e la porta si chiuse dietro di lei. L’ascensore prese salire lentamente, permettendo ad Elena di assaporare ogni secondo prima di vedere il viso di quella odiosa asiatica artefice di tutto. Un breve suono acustico annunciò l’arrivo dell’ascensore sul piano desiderato. Elena sorrise mentre iniziò ad avanzare mentre le porte si aprivano. Ma quando sembrò finalmente di uscire dall’abitacolo, sentì una mano premerle sul petto e spingerla violentemente all’indietro. Elena incespicò, andando a sbattere contro la parete posteriore. Quando alzò lo sguardo vide una donna asiatica mai vista prima entrare nell’ascensore e premere il pulsante per il piano da cui era partita.
“Chi sei?” tuonò Elena mentre le si lanciava contro.
L’altra donna caricò a sua volta l’ex regina, scontrandosi con lei al centro dell’abitacolo. Entrambe si afferrarono per i capelli, iniziando a tirarli senza ritegno mentre continuavano a muoversi per l’ascensore.
Iniziarono sin da subito a volare a terra capelli da entrambe le donne, mentre continuavano a spingersi a vicenda contro le pareti dell’ascensore, pressando i loro corpi insieme e premendo pulsanti.
“Chi cazzo sei?” chiese di nuovo Elena a denti stretti, poco prima di gemere.
“Wen!” rispose la donna mentre tirava i capelli neri dell’ex regina.
Elena spinse in avanti la donna, facendola sbattere contro le porte dell’ascensore. Le due rimasero a fissarsi, esauste da quella breve ma intensa lotta.
“Cosa vuoi da me?” chiese Elena, mentre ansimava.
“Madame Shi mi ha mandato a fermarti” rispose la donna, impassibile.
Elena sgranò gli occhi. Era venuta per fermarla? Come aveva fatto Madame Shi ad averla preceduta? L’ex regina non capiva come fosse possibile che quella puttana asiatica fosse a conoscenza delle sue intenzioni. Aveva mandato questa donna ad affrontarla. Era un piano dell’asiatica per affaticarla?
“Ha mandato una nullità come te per fermare… me?” chiese Elena mentre iniziò a sorridere sadicamente.
Madame Shi aveva paura di lei. Per questo aveva mandato il suo cane da guardia, la sua bodyguard. E questo la faceva divertire.
Wen si alzò, e mentre Elena seguiva la sua mossa, l’asiatica la colpì velocemente al petto con la mano. Elena perse l’aria che aveva nei polmoni, boccheggiando.
“Nullità? Sono meglio di te!” urlò Wen mentre si preparava a colpire di nuovo.
La sua mano saettò velocemente, diretta alla gola della donna di fronte. Elena dovette ricorrere a tutta la sua velocità per evitare il colpo, che la colpì di striscio. Quando si fermò dal movimento, Elena notò che il suo vestito era tagliato dove la mano di Wen l’aveva presa di striscio.
“Tu, puttana!” urlò Elena, mentre tirava un pugno contro l’asiatica.
Ma Wen era più veloce, ed evitò facilmente il colpo, rispondendo subito con un nuovo colpo. Elena evitò anche questo di poco, ed un’altra parte del vestito venne tagliata. Ma ora la regina aveva una finestra per poter attaccare, e Wen non poteva fare nulla. Elena afferrò entrambe le spalle della donna, e la spinse con forza di lato, facendola sbattere contro la parete. Wen gemette, mentre il vestito si strappava nelle mani dell’ex regina. Iniziarono ad incalzarsi con colpi ripetuti. Wen colpiva di taglio mentre Elena cercava di usare lo spazio stretto a suo vantaggio.
Presto l’energia andò scemando, e le due donne dovettero appoggiarsi alle pareti. Elena e Wen si guardarono in cagnesco, non credendo come l’altra donna potesse ancora combattere. Dopo qualche minuto, Elena si tirò su, abbassando fino ai fianchi il vestito tagliato in più punti dai colpi dell’asiatica. Dopo aver contemplato che la sua pelle fosse intatta, rimosse il reggiseno rosso.
“Ora basta! Voglio distruggerti come donna” sibilò Elena, alzando il mento con fare altezzoso.
Aveva già notato la grandezza del seno della sua avversaria, ma ciò non la spaventava. Anche se le sue tette erano più grosse, era sicura della superiorità del suo seno. Wen sorrise nel vedere il seno nudo di Elena. Si tirò su, abbassando poi il vestito fino alla vita e rimuovendo il reggiseno azzurro.
“Devi ancora farne di strada prima di potermi battere, zuccherino” rispose Wen, sollevando i suoi seni prima di farli cadere.
Mentre le tette dell’asiatica tornavano perfettamente in posizione, Elena continuò ad osservarli. Erano grandi. Più dei suoi. Avrebbe dovuto sudare per vincere.
“Fammi vedere cos’hai!” urlò l’ex regina.
Elena si spinse in avanti, e le loro tette si scontrarono seriamente per la prima volta.
"Ti pentirai di tutto ciò!" replicò Wen, preparandosi poco prima che Elena le si schiantasse contro.
Entrambe le coppie di seni vennero compresse tra le due donne, gonfiandosi verso l’esterno.
Grazie allo spazio ristretto dell’ascensore, nessuna delle due donne poteva indietreggiare per ritirarsi, quindi la loro lotta fu combattuta in maniera ravvicinata. Elena aggredì l’asiatica in maniera furiosa, scagliando il suo enorme seno contro le tette di Wen. Normalmente, una donna qualsiasi avrebbe visto cedere le sue bellezze dopo qualche colpo, ma l’asiatica si dimostrò all’altezza delle aspettative. Wen dopo qualche slancio riuscì ad interrompere l’attacco dell’europea, colpendo le tette rivali con le proprie ogni volta che l’ex regina le scagliava in avanti. L’asiatica iniziò a bloccare ogni colpo dell’europea, attaccando a specchio della rivale. Se Elena avesse colpito frontalmente, l’asiatica avrebbe fatto lo stesso, e se l’europea avesse cercato di colpire di lato, Wen avrebbe imitato la mossa.
Nessuna delle due sembrò guadagnare un vantaggio sull’altra, obbligando Elena a tirare leggermente indietro il suo corpo per raccogliere più slancio nei suoi colpi, iniziando a spingere indietro Wen. L’asiatica cercò di continuare la sua tattica, ma lo spazio dietro di lei era troppo poco per compensare quello dell’europea, e presto sentì la superficie fredda dell’ascensore contro la sua schiena.
Elena e Wen continuarono a scambiarsi ancora diversi colpi, con l’asiatica che riuscì a riguadagnare lo spazio perso spingendosi dal muro dell’ascensore e tornando in una nuova posizione di stallo. L’ascensore terminò la sua discesa mentre le loro tette erano ancora pressate insieme. Quando le porte si aprirono, Elena sorrise malignamente, spingendo poi in avanti con tutte le sue forze. Wen fu colta alla sprovvista, ed inciampò fuori dall’ascensore, portandosi Elena con lei.
Le due donne caddero a terra, allontanando per la prima volta i loro seni. Le porte si richiusero, mentre Elena e Wen si rialzavano da terra. La lotta non era ancora finita. Questa volta fu Wen a divenire l’aggressore, facendo oscillare le sue tette a destra e sinistra, colpendo ai lati le tette di Elena che indietreggiava gemendo. A volte, l’asiatica superò l’europea, trovandosi poi costretta ad indietreggiare mentre Elena l’assaltava. Percorsero il corridoio in questo modo, prima che entrambe spinsero allo stesso tempo, scontrandosi a metà strada.
“Le tue tette si stanno già indebolendo, cogliona?” sorrise Elena, spingendo più forte.
“Mai quanto le tue, bangui!” rispose Wen, rispondendo alla spinta.
Ma facendo ciò, cadde nella trappola dell’europea. Elena aspettava quella spinta. Così, quando Wen si sporse in avanti, lei la evitò, facendosi superare. Quando Wen si girò nuovamente, trovò le tette di Elena spinte contro le sue. Di nuovo, l’asiatica si ritrovò con le spalle al muro. Mentre i seni di Elena continuavano a combattere contro i suoi, l’asiatica cercò di spingersi via dal muro, Elena continuava a spingerla indietro. Caricando in punta di piedi, l’ex regina sbatté le sue tette in avanti, facendo gridare l’asiatica per la forza dell’'impatto.
“Arrenditi, puttana!” disse Elena mentre continuava a spingere le sue tette contro quelle dell’asiatica “Non puoi vincere!”
“La pagherai!” disse Wen prima di gemere di nuovo.
Doveva uscire da quella situazione, ma Elena continuava a tenerla stretta contro il muro. Wen continuava a cercare una via d’uscita, ma non la trovava.
“Cazzo!” urlò Wen, spingendo in avanti con tutta sé stessa.
Elena gemette quando sentì le sue tette perdere improvvisamente terreno. L’asiatica riuscì finalmente ad uscire da quella situazione, sfruttando il momento in cui Elena venne sbalzata indietro.
“Ora tocca a me!” gridò Wen, iniziando l’assalto.
Prese a schiaffeggiare il suo seno contro le bellezze dell’europea, facendola indietreggiare senza pietà. E con una forte spinta, Elena andò a sbattere contro il muro dietro di lei. Non fece in tempo a fare nulla che Wen le fu subito addosso. L’asiatica pressò il suo seno contro quello della donna ed iniziò a muovere le spalle. Elena cercò di spingersi via, ma la pressione sui suoi seni era incredibile, così optò per una nuova tattica. Le braccia dell’europea iniziarono a stringere la schiena dell’asiatica. Wen non sembrò sorpresa.
“È un gioco che si fa in due, troia!” sibilò Wen mentre faceva scivolare le sue braccia dietro alla donna.
Elena odiava la sensazione dei capezzoli dell’asiatica che penetravano nella sua carne. Wen colpì più volte nelle parti morbide del seno dell’ex regina, tagliando la carne ad ogni movimento, mentre i loro seni continuavano a venire macinati insieme. Wen si appoggiò ancora di più alla donna e premette la sua fronte contro quella di Elena, continuando a strofinare e sbattere i suoi seni contro quelli dell’europea. Il loro respiro si mescolò, mentre le loro tette continuavano a lottare per la supremazia. Elena spinse le sue tette in avanti, venendo ricompensata da un gemito di dolore dell’avversaria. Tuttavia, il momento di gloria fu breve, dato che Wen spinse le sue tette in risposta, facendola gemere. Continuarono a gemere sempre di più, sentendo i loro seni sempre più pesanti man mano che li spingevano insieme. I quattro seni si scontrarono e si sfregarono tra le due donne per diversi minuti. Elena avvertì qualcosa di diverso negli attacchi dell’avversaria. Lentamente, Wen iniziava ad attaccare con meno insistenza, con meno intensità. Il dolore e la stanchezza stavano avendo effetto sull’asiatica, e mentre sentiva anche lei il peso della lotta, l’ex regina riuscì comunque a sfruttare quest’opportunità. Riuscì a creare dello spazio tra le due donne, così da permetterle di colpire con una forte spinta frontale. L’asiatica gridò dal dolore, facendo qualche passo indietro con uno sguardo ferito.
Allontanandosi dal muro, Elena abbracciò nuovamente l’asiatica, che ricambiò velocemente. Le loro tette vennero nuovamente pressate insieme, e lo schiaffo carnoso riempì il corridoio. Un'altra spinta frontale fece gemere Wen, prima che lei oscillò il suo seno per colpire lateralmente, colpendo le tette dell’europea dal lato. Spingendo indietro le spalle, Elena spinse le sue tette contro quelle di Wen, che imitò la mossa.
“Cedi… Cedi… Cedi!” sibilò Elena, mentre spingeva in avanti.
“Vincerò… io…” sussurrò l’asiatica facendo lo stesso.
La battaglia giunse al termine. Quando le tette si scontrarono per l’ultima volta, il seno di una donna venne spinto indietro. Un paio di tette continuarono a spingere mantenendo la loro fermezza mentre l’altra coppia iniziava ad afflosciarsi, dando terreno. Un’ultima spinta, e le tette di Elena si appiattirono contro il suo petto.
“Nooooooo!” gemette Elena, mentre le gambe le cedevano.
Aveva perso. Di nuovo.
Wen sorrise, massaggiandosi i seni vittoriosi.
“Non sai cosa ti aspetta…”
Il corpo dell’asiatica si abbassò velocemente verso quello della regina. Elena guardò con orrore mentre la fine si avvicinava verso di lei. E dopo alcuni minuti, Elena svenne in mezzo alla scollatura dell’asiatica.

***

Mei Lin e Alessandra erano ormai troppo stanche per continuare. Dovevano finire la lotta lì, e subito. Si scambiarono qualche colpo ma entrambe capirono che non sarebbe bastato a piegare la rivale. Così, Alessandra si fermò di colpo, spingendo in avanti il seno.
“È ora di vedere chi di noi due ha i capezzoli migliori, puttana asiatica!” annunciò Alessandra fiduciosa.
Mei Lin sorrise e annuì.
“Concordo. È tempo di finirla” e così dicendo, la ragazza cinese allineò i suoi capezzoli con la ragazza di fronte.
Alessandra si leccò le labbra ed entrambe annuirono. Alessandra si spinse in avanti, i suoi capezzoli duri pugnalarono l'areola della mora. Mei Lin gemette quando il rigido capezzolo trafisse la sua carne sensibile e, mentre spingeva in avanti, fece una smorfia di disagio. Ma quando i suoi capezzoli colpirono finalmente la carne di Alessandra, anche lei grugnì e sussultò quando sentì la sensazione di essere pugnalata. Entrambe le donne cercarono di portare il duello tra capezzoli a loro vantaggio, trafiggendo senza sosta la carne dell'altra donna usando metodi sempre diversi. Quando Alessandra avrebbe spinto in avanti contro le areole di Mei Lin, la mora avrebbe girato il petto, spingendo i capezzoli nella carne laterale di Alessandra.
Le due donne allinearono i capezzoli per un po', spostando avanti e indietro per la stanza mentre la carne dei loro seni veniva scossa e colpita dai colpi. Mentre la lotta andava avanti, Alessandra iniziò a grugnire un po' più pesantemente, mentre spingeva in avanti più volte, nella speranza di porre fine alla lotta tra capezzoli a suo favore. Ma Mei Lin non sembrava propensa a farla finita, ed è stato in grado di ignorare la maggior parte dei colpi, nelle loro spinte selvagge, guidando i colpi avversari nel suo seno sodo, piuttosto che nei capezzoli e nelle areole più sensibili. Quando Mei Lin ricevette un nuovo colpo, riuscì a resistere ed a seguire il seno di Alessandra, raschiando i propri capezzoli contro quelli di Alessandra. Alessandra cercò di tenere testa alla rivale, ma quando Mei Lin alzò l'intensità del combattimento, è stato più facile vedere che era lei ad avere capezzoli migliori. I capezzoli di Alessandra incominciarono a flettersi, torcersi ed ammorbidirsi mentre Mei Lin spingeva i suoi capezzoli nelle tette di Alessandra. I sussulti della bionda divennero presto smorfie di dolore quando sentì che i capezzoli di Mei Lin piegavano i suoi. Mei Lin sentì Alessandra smettere di muoversi, ma senza arrendersi. Sembrava che non avesse ancora intenzione di fermarsi. Le braccia di Alessandra scesero al suo fianco mentre sentì i suoi capezzoli spinti nelle sue areole, grugnendo mentre Mei Lin dominò completamente i suoi capezzoli.
“Noooo!” sussurrò Alessandra in disagio. Mei Lin si tirò via, ed i capezzoli morbidi di Alessandra uscirono di nuovo, ma era rimasta solo l'ombra dell'imponenza di prima. Le tette di Alessandra erano più grandi, ma il modo in cui erano appese sul petto e tremavano quando si muoveva sembravano meno consistenti di quello di Mei Lin. Le tette della mora erano un po' rosse per via della lotta tra capezzoli, ma sembravano ancora sode. E mentre i capezzoli di Mei Lin si stagliavano orgogliosi, quelli di Alessandra sporgevano quel che basta per essere visti.
Le donne spinsero insieme i loro seni. Subito, Alessandra spinse verso l'alto in modo rapido, le tette sembravano due palle demolitrici mentre si strusciavano contro il seno di Mei Lin. La mora barcollò indietro, colta alla sprovvista dalla forza del colpo. Le tette di Mei Lin si distesero attorno ai meloni di Alessandra, ma tornarono alla loro forma originale quando Alessandra colpì dal lato. Mei Lin venne spinta indietro ancora una volta quando le tette di Alessandra colpirono con un tonfo solido. Mei Lin guaì quando sentì il colpo successivo. Il suo seno divenne rosso rapidamente. Alessandra non era da sottovalutare.
Mei Lin si spinse in avanti, riuscendo a strappare a Alessandra un passo, ma il colpo portò entrambe a gemere. Alessandra si tirò indietro e poi assestò un colpo incredibile dall’alto sulle tette della mora. Mei Lin cadde su un ginocchio. Nonostante le tette di Mei Lin recuperavano la loro forma dopo ogni colpo, era evidente che questa lotta metteva a dura prova la loro resistenza. I seni di Alessandra erano diventati rossi, ma non avevano perso la loro consistenza mentre martellavano i seni dell’europea. Alessandra seguì l’asiatica a terra, lasciando cadere i seni sulla sua coppia sotto di lei. Le tette di Mei Lin vennero spinte verso il basso dato che entrambe le ginocchia toccavano terra. Alessandra si accovacciò, e ruotò i suoi seni verso sinistra, suscitando un gemito dalla ragazza in ginocchio. Quando Alessandra si preparò per un nuovo colpo, Mei Lin saltò di scatto, schiantando il suo seno nella parte inferiore dei seni dell’europea. Nella posizione accovacciata, Alessandra era fuori equilibrio, e grazie allo slancio delle tette che volavano verso il suo viso, cadde. Mei Lin cadde in avanti, bloccando poi le braccia di Alessandra sopra alla sua testa. Nessuna ragazza proferì parola, nemmeno Alessandra, quando Mei Lin allineò i suoi seni contro quelli più grandi di Alessandra. Mei Lin silenziosamente abbassò le sue tette su quelle dell’europea, e quest'ultima si morse il labbro mentre sentiva il seno ancora fermo della sua rivale incominciare ad affondare nel suo.
Alessandra sapeva che era nella posizione che aveva bisogno di evitare, mentre Mei Lin iniziò a muovere lentamente il busto in avanti e indietro, spingendo i suoi seni dentro quelli di Alessandra mentre i grandi seni si modellavano intorno a quelli dell’asiatica. Entrambe le donne si guardarono negli occhi, quando le tette di Mei Lin incominciare a spingere in giro le tette di Alessandra. L’europea tenne lo sguardo su Mei Lin mentre i suoi seni più grandi venire spinti a lato dalla coppia più piccola ma più soda della rivale, in uno spettacolo di dominio puro. Mei Lin sorrise quando il respiro di Alessandra iniziò ad essere più affannoso.
“Ti distruggerò le tette, Alessandra” sussurrò Mei Lin. L’asiatica si sollevò lentamente, per poi lasciar cadere le sue tette su quelle di Alessandra, spingendo le tette più grandi verso il basso e di lato. Appena i seni di Alessandra scivolarono via, Mei Lin cambiò tattica, abbassando il suo seno destro sulla tetta sinistra dell’europea e spingendola verso il basso grazie al suo peso. La tetta sinistra di Alessandra sembrò sciogliersi, mentre la tetta di Mei Lin mantenne la sua forma. Alessandra gemette quando il suo seno venne appiattito.
“Wow, ho appena appiattito la tua tetta sinistra, Alessandra. Sentito?”
Mei Lin non aspettò una risposta. Scese subito con il suo seno destro. Alessandra trasalì quando la sua tetta fu costretta a tornare indietro impotente, sotto il dominio della tetta più forte.
Tutti rimasero a guardare in silenzio mentre Mei Lin spinse la sua tetta sinistra nel seno destro di Alessandra, ripetendo più volte il processo. La carne di Alessandra cedette facilmente, diffondendosi attorno alla tetta di Mei Lin come acqua. Le tette dell’europea continuarono a diffondersi facilmente attorno al seno dominante. Dopo quella che sembrò un'eternità, Alessandra si sottomise, così Mei Lin si alzò sorridendo. I seni di Alessandra traballarono quando si sedette, guardando odiosamente la vincitrice.
“Chi è che ha le tette migliori?” chiese Mei Lin.
Alessandra non rispose. Non voleva ammetterlo. E continuò a non dirlo mentre Mei Lin continuava ad infierire. L’asiatica iniziò a farsi cadere sulla ragazza senza pietà, suscitando sempre più gemiti di dolore. Ma la principessa continuò a non dichiararsi sconfitta, continuava a resistere. Ma sapeva di aver perso. Non poteva nasconderlo. Le sue tette venivano appiattite ogni volta che entravano in contatto con quelle di Mei Lin, senza possibilità di invertire le sorti. Continuò per alcuni minuti, prima di capire che se voleva ottenere la vittoria completa, doveva fare in modo che la principessa non potesse più muoversi. Mei Lin si alzò di nuovo, ed Alessandra si preparò a ricevere un nuovo colpo come i precedenti. Ma con sua orrenda sorpresa, l’asiatica si sporse in avanti, posizionando il suo seno sopra al viso della ragazza. Alessandra spalancò gli occhi quando capì cosa stava per succedere, e non poté fare nulla quando il suo viso venne sepolto nella carne delle tette di Mei Lin. La principessa cercò invano di lottare per liberarsi, ma era stanca e dolorante. Mei Lin strinse la presa sulla testa della ragazza, in maniera da aumentare la pressione sul viso della principessa che si muoveva sempre più lentamente. E quando i suoi movimenti cessarono del tutto, Mei Lin la liberò. Alessandra era lì, ferma ed indifesa, sotto di lei. Mei Lin accarezzò il seno sconfitto della ragazza, prima di alzarsi sotto gli occhi di tutti.
“Tale madre, tale figlia”
Mei Lin aveva vinto contro la principessa, nello stesso modo in cui aveva vinto contro la regina. Aveva vinto contro due donne di sangue nobile che in Europa erano simbolo di potenza. La sensazione che sentiva dentro di sé era più forte dell’euforia. Più forte della felicità. Era qualcosa di inspiegabile.

Epilogo

L’impeto della lotta si sentiva ancora adesso, mentre Mei Lin e Becki Li lavoravano il pene del ragazzo asiatico con le loro tette vittoriose. La differenza di dimensioni tra le due paia di tette era a favore di Becki, mentre entrambe le ragazze davano piacere con la loro spagnola a due, mentre Wen massaggiava le spalle del ragazzo, facendo appoggiare la sua testa nella sua scollatura.
“Oh Dio!” gemette il ragazzo.
Becki sorrise, attirando l’attenzione dell’amica.
“Oh? Sembra che ti stia divertendo a dar piacere al mio uomo, Bi” sussurrò giocosamente Mei Lin spingendo il suo seno in avanti “Forse dovrei preoccuparmi?”
Le tette più piccole spinsero indietro il seno di Becki, guadagnando il pene del ragazzo, che gemette di nuovo.
“Cosa c’è, Mimi? Hai paura di un po’ di competizione?” rispose Becki spingendo a sua volta, riconquistando il terreno perso.
Il ragazzo gemette ancora una volta mentre le due ragazze si giocavano il controllo in maniera giocosa. Alla fine, rimase alla pari, dando piacere al fidanzato di Mei Lin. Le quattro persone iniziarono presto una sessione di sesso a quattro, dove il ragazzo poté assaggiare tre varietà di seni. I gemiti lussuriosi del ragazzo si sentivano anche a distanza. Madame Shi fumava tranquilla la sua sigaretta vicino alla finestra aperta, mentre ascoltava con piacere i lamenti del ragazzo, mescolati ad un altro rumore simile proveniente dal basso. Gettò lo sguardo compiaciuto, guadando le tre donne sconfitte provare piacere. Elena, Alessandra e Matilde erano state legate sopra alle macchine che la stessa ex Dominatrice aveva portato per loro. I gemiti delle tre donne accarezzavano le orecchie di Madame Shi, segnando un’altra vittoria a suo favore.
“Nulla può andare storto” pensò la donna mentre sentiva i suoni del Paradiso e dell’Inferno mescolarsi nell’aria.

Passarono diversi giorni, ed Elena continuò la sua farsa da regina, nascondendo i piani dell’Impero Asiatico. Camminava nervosamente per la stanza mentre ricordava con orrore la sua precedente sconfitta. Il suo vestito nero svolazzava ad ogni passo, il suo orgoglioso seno rimbalzava senza sosta. Elena si morse il labbro mentre pensava a come ottenere vendetta, questa volta senza fallire.
“Patetica” una voce femminile fece bloccare sul posto la regina.
Elena si voltò di scatto verso la porta. Davanti a lei, c’era una donna. I capelli biondi corti le incorniciavano il viso allungato, dove due occhi di ghiaccio guardavano la regina senza timore. L’enorme seno era coperto da un lussuoso vestito bianco, lungo fin sotto le ginocchia, dove due tacchi bianchi davano alle gambe una forma allungata. Elena sgranò gli occhi, incredula.
“Tu… Come… Cosa… Cosa ci fai qui?” sussurrò Elena.
“Conosco questo posto come le mie tasche, passaggi segreti compresi, e… ho sentito del tuo… problemino” iniziò a dire la bionda, avvicinandosi senza distogliere lo sguardo. Man mano che si avvicinava, Elena poteva vedere la sua pelle candida mescolarsi con il bianco del vestito “Ed ho pensato che ti servisse aiuto”
La donna si fermò a pochi centimetri dalla regina. Erano alte uguali, la stessa corporatura. Ma erano completamente diverse, come il Sole e la Luna. Lo sguardo di Elena si indurì di colpo, e si avvicinò alla donna. I loro seni si scontrarono, ma rimasero perfettamente immobili mentre le due donne si fissarono intensamente.
“Non dimenticarti chi ha vinto tra noi due! Sono io la regina!” ringhio Elena, spingendo in avanti.
“No. Lo eri” rispose subito la donna, spingendo a sua volta “Ora sei solo uno strumento in mano a quella donna. Ed anche se non lo vuoi ammettere, hai bisogno di me…”
Elena provò a dire qualcosa, ma la donna la spinse via con solo la forza del suo seno. La regina indietreggiò di qualche passo, ma una volta riacquistato l’equilibrio non provò più a tornare all’attacco. Elena accettò a malincuore la verità in quelle parole. Aveva bisogno d’aiuto, qualsiasi aiuto. Anche dalla sua rivale numero uno. La regina annuì sconfitta, e la donna sfoggiò il suo magnifico sorriso.
“Bene, ora lascia fare alla tua sorellona!” disse Eleonora.
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Re: Checkmate II - Heaven and Hell (Italian)
« Reply #1 on: November 18, 2019, 03:26:22 PM »
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