Terzo incontro Elena
La lotta era cominciata, entrambe eravamo in ginocchio e ci guardavamo con le braccia in avanti avvicinandosi con attenzione, Elena bionda con occhi azzurri, un viso angelico sempre sorridente e molto espressivo, era di qualche centimetro più alta di me e pesava qualche chilo in più ma i nostri fisici erano simili, entrambe magre e slanciate, con non molto seno, una seconda, ma con un sedere perfetto, rotondo e sodo e le gambe definite e allenate; aveva il suo solito modo di fare e la postura rilassata, anche prima di lottare.
Feci uno scatto in avanti e le nostre mani si incontrarono intrecciando le dita, cominciò una prova di forza, provavo a sbilanciarla spingendola e lei faceva lo stesso; fu lei a prevalere, persi l'equilibrio all'indietro, lei liberò una sua mano abbracciandomi il collo; mi sentii stringere la testa e me la ritrovai addosso, con una mano cercavo di liberarmi ma ben presto fui gettata a terra, caddi di schiena con Elena sopra e la testa bloccata dal suo braccio mentre con il fianco e il busto mi schiacciava il torace.
La sua presa era forte, il suo corpo era rigido e contratto, era più forte di me e il suo peso mi bloccava a terra; con le gambe non riuscivo a raggiungerla e con le braccia non riuscivo a fare abbastanza forza da smuoverla; erano passati pochi secondi dall'inizio e già ero in difficoltà, un lato del mio viso era schiacciato sotto il suo seno e l'altro lato sul tappeto, avevo una mano bloccata sotto il suo corpo mentre con l'altra cercavo di tirarle la testa indietro ma mi resisteva senza fatica.
Ci fu una pausa, io cercavo di pensare un modo per reagire e mi impegnavo a sopportare la scomodità della posizione, Elena era immobile, rigida nella sua posizione e respirava lentamente; cominciavo a soffrire l'immobilità e un senso di claustrofobia mi pervase, contrassi i muscoli delle gambe e feci ponte con la schiena ma non servì a niente, Elena non si spostava, cominciavo a disperare e istintivamente la presi per i capelli tirandole la testa all'indietro sussurrando tra i denti ''togliti!''
Elena piegò la testa all'indietro con un lamento ma resistette senza mollarmi, digrignò i denti e con una smorfia mi disse '' Lasciami subito o tiro anche io i tuoi capelli!'' afferrandomi una ciocca appena sopra la fronte.
Io la lasciai subito, cercai di controllare il panico e anche lei mi lasciò; girò lentamente le spalle e con uno scatto si portò cavalcioni sul mio busto distendendosi sul mio petto e sulla mia testa e bloccandomi le braccia per i polsi.
Si alzò e in un attimo si spostò sedendosi sul mio petto di peso, con la presa sui miei polsi ben salda mi distese le braccia sopra la testa unendole fra loro e schiacciandole a terra. . Strinse le cosce intrappolando le mie braccia tra esse fino a premere ai lati del mio viso; in quel modo controllava tutta la parte superiore del mio corpo, le spalle erano bloccate e non potevo contrarre nessun muscolo, la mia cassa toracica era esposta a tutto il suo peso senza che potessi contrastarlo in nessun modo; avevo le sue cosce schiacciate ai lati della testa, le mie orecchie erano tappate, mi trovai isolata dal mondo; la mia faccia era come presa in una morbida morsa.
Restai immobile realizzando la mia situazione, Elena mi guardò dall'alto, riapparve nella mia mente l'immagine di poco prima quando Marta si sedette sulla mia faccia; ''Cosa pensavi di fare? tirarmi i capelli?'' Riuscii a capire le sue parole più che sentirle e afferrò lo stesso ciuffo da sopra la fronte. Non potei rispondere niente, era come fossi in stato di confusione, il suo peso si faceva sentire e mi rendeva difficile respirare, avevo paura di subire di nuovo quell'umiliazione insopportabile e che i miei capelli venissero tirati, in quella posizione non avrei potuto difendermi, avrei dovuto sopportare quel dolore impotente; restai immobile a fissarla.
''Ti arrendi?'' Mi chiese con un sorriso soddisfatto mentre i suoi capelli sciolti per metà dalla mia mano le scendevano ai lati del viso; chiusi gli occhi e con uno sforzo cercai di muovermi ma ero immobilizzata, alzai di qualche centimetro il bacino e provai a sollevare le gambe ma non c'era niente da fare, lo sforzo era troppo grande in quella posizione; Elena diede uno strattone ai miei capelli e mi bloccai di colpo dal dolore e dalla paura, trattenni il respiro e irrigidii il corpo dalla sofferenza, sentivo le lacrime riempirmi gli occhi, mi sentivo impotente e senza speranza, volevo solamente pregarla di lasciarmi, ero sopraffatta.
''Se stai ferma e smetti di muoverti ti lascio stare fino alla fine dell'incontro, ma devi stare buona!'' Le sue parole furono quasi una liberazione, decisi subito di arrendermi: ''Ok, ok mi arrendo!'' Le risposi con la voce spezzata dal magone che avevo in gola tentando di trattenere il pianto, solo l'idea di subire ulteriori sottomissioni o umiliazioni mi metteva paura e mi mandava in panico, l'essere immobilizzata a forza, la sensazione di claustrofobia, il dolore dei capelli tirati da dover sopportare senza poter difendersi o reagire, preferivo l'imbarazzo e la vergogna di essere sconfitta, era per me più tollerabile.
''Brava cucciola..'' mi disse con una risatina lasciandomi i capelli; '' sei addirittura più debole di Valentina, lei prima di arrendersi ci ha provato qualche minuto almeno...''
Sforzai un sorriso anch' io, mi venne d'istinto come se volessi essere condiscendente con lei, mi sentivo succube ed ero al suo volere. Elena mi guardò qualche secondo negli occhi e io non riuscii a sostenere il suo sguardo, mi vergognavo e volevo piangere quindi chiusi gli occhi e lei girò la testa guardandosi attorno.
Aspettai qualche secondo cercando di muovere le braccia che cominciavano a intorpidirsi, respiravo lentamente e con fatica, dovevo sollevare il suo peso per dilatate la cassa toracica, Elena mi lasciava fare ondeggiando insieme ai miei respiri e continuava a guardare dietro la sua schiena, si legò i capelli rifacendosi la coda e notai come cambiava espressione e com'era interessata.
Mi calmai e ripresi fiato, dovevo sopportare quella tortura ancora per molto tempo e cercai di distrarmi: ''Cosa succede?'' Le chiesi incuriosita.
''Ok, ti faccio la cronaca... Anna è seduta su Valentina... non lottano più ormai... Valentina è così debole... povera mi fa un po' pena... un po' come te'' appoggiando il dito sulla punta del mio naso;
''Marta e Nicole stanno ancora lottando, rotolano una sopra l'altra...''; Io cercavo di immaginare la scena per distrarmi dall'intorpidimento delle braccia e dalla fatica nel respirare;
''Oooh'' disse cambiando espressione e portandosi una mano davanti alla bocca ''le sta tirando i capelli... adesso tutte e due si tirano i capelli... io devo ancora lottare contro Marta, quella stronza tira i capelli... hanno tutte e due le braccia tese e si tirano i capelli dalla nuca, sono entrambe con la testa piegata all'indietro...'' raccontò mimando la scena e facendomi vedere le braccia tese in avanti e sollevando il mento; abbassò le braccia appoggiandosi con una mano sul mio seno dietro il suo sedere e con l'altra sui miei gomiti in mezzo le sue gambe, girò il busto continuando ad osservare.
Il contatto della sua mano sul mio seno mi provocò un fremito, era appoggiata per sostenersi e aiutarsi a tenere il busto girato e non badava a me, ma io mi sentii violata nel mio intimo, cercai istintivamente di reagire e difendermi, contrassi le braccia cercando di muoverle ma era impossibile, solo i miei avambracci e le mie mani avevano un minimo di libertà ma non serviva a niente; contrassi le gambe e sollevai di poco il bacino da terra, Elena si mosse appena restando comodamente seduta su di me e continuando a guardare dietro continuò a raccontare, io non capivo la sua descrizione, era eccitata e confusa:
''Stanno lottando con le gambe, Nicole a messo una gamba sopra il fianco di Marta... Marta ha messo una gamba sopra quella di Nicole e le ha messo il piede in faccia... adesso la spinge con la gamba, si dimenano con il corpo strattonandosi per i capelli... ora Marta ha preso la testa di Nicole in mezzo le gambe... oooh...'' con un'espressione sempre più preoccupata;
''Le è salita sopra adesso... sono messe in una sessantanove più o meno, Marta è distesa sopra Nicole e le sta stringendo fortissimo la testa tra le gambe... sta tirando la testa verso il suo sedere per i capelli... le ha fatto lasciare la presa... Marta si è liberata, Nicole è nei guai adesso...''
Fece una pausa e si girò verso di me guardandomi, spostò le mie braccia che ero riuscita a muovere lentamente riavvicinandole fra loro, trattenni un lamento, riaccomodò la seduta e tornò a voltarsi per seguire di nuovo gli altri incontri.
''Oddio!!'' esclamò stupita dopo qualche secondo. '' Marta si è alzata e le ha messo il culo in faccia!! ahahahah, le si è seduta sul viso...'' commentò ridendo di gusto, il suo tono si fece più divertito ed eccitato, rimasi stupita da quella frase e cercai di capire cosa stesse facendo Marta: ''Povera Nicole ha il naso in mezzo al suo sedere e non riesce a togliersi... si dimena come una pazza... le si vede solo la fronte... Marta continua a tirarle i capelli... è proprio una stronza... tirare i capelli in quella posizione è da bastarde... chissà se riesce a respirare... non dev'essere piacevole respirare nel suo sedere...''
Mi immaginai la scena, mi dispiaceva per Nicole, Marta forse si stava vendicando per avermi aiutata nell'incontro precedente, avevo provato la sua cattiveria, era spietata.
Si girò fissandomi negli occhi bloccandomi le braccia con forza: ''Voglio provarci anch'io! '' mi disse sorridendo ''ferma lì!''
Quelle parole mi lasciarono sconcertata, fece una scatto con le gambe girandosi sopra di me stando attenta a tenere premute le mie braccia a terra. Provai una timida reazione ma ero incapace di fare forza e in un attimo me la trovai seduta di peso sul petto rivolta verso le mie gambe: i suoi glutei rotondi e sodi mi schiacciarono la parte superiore della cassa toracica, sedeva sulle mie clavicole, le spalle e la gola mentre il mio mento e la mia mascella erano bloccati nel solco del suo sedere, tra i suoi glutei, coprendomi quasi la bocca; mi spostò le braccia perpendicolari al corpo posizionando le caviglie sopra i miei bicipiti, erano ancora addormentate ma fu lo stesso un sollievo, sentii il sangue rifluire fin sulle dite, il dolore si fece più acuto e trattenni un lamento.
Elena era seduta in modo rilassato con le braccia ai fianchi, non si preoccupava di me e di quanto fossi scomoda, la mia gola era compressa e il mio mento premuto verso il basso, era faticoso sopportare tutto il suo peso e cominciava a far male, sentivo anche la pressione del suo sedere sulla mia gola aumentare quando muovevo la testa cercando di liberarmi, ero costretta a tenere la mia mascella sotto di lei per non essere strozzata.
''Ecco, così riesco a vedere meglio le altre...'' la sentii dire. '' Posso farti meglio la cronaca... Nicole ha cominciato a scalciare come una pazza... povera sta soffocando... è riuscita a girare la testa di lato e Marta adesso le è seduta sulla guancia... che stronza... le tiene le braccia ferme...''
Davanti ai miei occhi avevo il sedere di Elena coperto dal tessuto bianco dei pantaloncini, era liscio e setoso e quasi trasparente, vedevo il perizoma nero attraverso di esso dividere i due glutei, sembravano immensi dalla mia visuale mentre schiacciavano metà del mio viso; sopra i suoi glutei vedevo la sua schiena e i capelli biondi raccolti nella coda che le scendevano fin sotto le spalle.
Provai a muovere le braccia ma erano ancora doloranti e le sue tibie premevano sui miei bicipiti impedendo ogni mia reazione; realizzai che rischiavo di subire quell'umiliazione per molto tempo e senza protestare, potevo solo aspettare la fine del tempo e sperare che quell'attesa passasse velocemente.
''Due minuti al termine, forza impegnatevi che manca molto tempo'' sentii la voce della maestra.
''Due minuti..?'' pensai tra me '' Due minuti sono lunghissimi...'' Fui presa dallo sconforto , sbuffai e sentii il bisogno di piangere, provai a muovere la testa, mantenere il collo rigido era faticoso e avevo il fiatone, il cuore batteva forte e cominciavo a soffrire; il quel momento Elena parlando verso di me disse:
''Oooh, brava Nicole! ... è riuscita a liberare un braccio e si è girata di fianco... ora Marta cerca di bloccarla di nuovo... Nicole le ha afferrato i capelli e la sta tirando verso il basso... forse riesce a liberarsi... tu Ilaria sei noiosa, vorrei anche io divertirmi un po'... non è divertente lottare con te... Vediamo se riesci a liberarti come lei...''
Afferrò la mia testa con una mano e si spostò all'indietro di pochi centimetri; '' No, no, aspetta...'' protestai ansimante mentre vedevo avvicinarsi il suo sedere, mi coprì tutta la visuale e dopo un istante era per me buio; i suoi glutei schiacciarono il mio viso interamente e appena cominciò a sedersi di peso sentii il contatto della sua vagina sul mio naso e sulla mia bocca; il tessuto che le copriva le parti intime premeva fortissimo sul mio naso e con l'aumentare del peso avevo paura di sentirlo rompersi; cercai di urlare di dolore e panico, inarcai la schiena e con un tremendo sforzo riuscii a muovere la testa all'indietro di qualche centimetro, il mio urlo rimase soffocato nei suoi pantaloncini ma il mio naso trovò un minimo di spazio in mezzo ai suoi glutei, appena dietro la sua vagina dove non subiva una pressione diretta.
La mia faccia era tutta sotto il suo sedere , sentivo la pressione della sua vagina sulla bocca, sul mento e sulla mascella; i suoi glutei erano poggiati di peso sui miei zigomi, sui miei occhi e sulla mia fronte; per me era impossibile muovere la testa e il mio respiro era bloccato.
Sentivo caldo e mi mancava l'aria, il panico in me cresceva; cercavo di respirare dalla bocca ma era coperta, riuscivo a inalare qualcosa dal naso ma solo attraverso il tessuto dei suoi pantaloncini; respiravo l'odore del suo ano attraverso i pantaloncini e il perizoma, ciò mi faceva sentire sottomessa e impotente.
Rimasi immobile a subire per un momento, non sapevo cosa fare e volevo piangere. Dopo qualche secondo soffocavo, mi agitai in preda al panico, tutto quel peso sulla mia faccia e l'odore che ero costretta a respirare mi facevano impazzire, volevo urlare, muovevo le braccia istericamente e mi contorcevo con il corpo.
Erano tre o quattro tentativi di respirare che facevo, circa una decina di secondi, ma l'aria che inalavo dal naso era praticamente niente; ''togliti!.. mi stai soffocando!.. non respiro!!..'' cercavo di urlare ma il suono che ne usciva era un attutito ''mmmmm... mmmm...mmmm...''
Elena a quel punto si sollevò e potei di nuovo respirare, la fame d'aria era molta e cercai di recuperare il fiato con affanno; fu un sollievo non avere quel peso sul viso. La vedevo in ginocchio sopra di me, con le tibie premute sulle mie braccia, le guardavo il sedere con i pantaloncini incastrati in mezzo i glutei, era piegata leggermente in avanti e si appoggiava sulla mia pancia, mi guardava girando la testa all'indietro con un'espressione divertita sul viso. '' Che succede? non ci provi neanche?'' mi disse mentre avevo ancora il fiatone.
Ero arrabbiata e impotente non avevo parole, nella mia mente volevo solo che quella tortura finisse. dopo qualche secondo Elena si risedette, vidi di nuovo il suo sedere avvicinarsi sopra la mia faccia, ero disperata, '' Nooo, basta, noo...'' riuscii a dire e dimenando il corpo istericamente e girai la testa di lato.
Elena si sedette sul lato del mio viso schiacciandomi forte sul tappeto, il suo gluteo mi comprimeva l'orecchio, la guancia e parte della fronte, dovevo di nuovo sopportare tutto il suo peso ma almeno riuscivo a respirare; questa libertà durò poco perchè mi sentii afferrare il lato del viso con la mano e mi sollevò la testa, vidi le dita del suo piede inserirsi tra la mia testa e il materassino e cominciò a premere forte sulla mia faccia; ero ancora ansimante e in debito d'ossigeno e fui costretta a respirare con naso e bocca a contatto con la pelle della sua pianta; lottavo con le mani cercando di smuovere il suo piede dalla mia faccia ma i miei gomiti erano bloccati sotto le sue tibie; Elena si mosse con il bacino e spingendomi la testa con il piede me la girò lentamente verso l'alto, mentre cercavo di resisterle sforzando vidi l'immagine che mi restò impressa nella mente prima del buio: le sue gambe divaricate sopra il mio viso, i suoi glutei divisi dal perizoma che si intravedeva attraverso i pantaloncini bianchi; il suo sedere mi coprì la faccia e io rimasi ancora una volta impotente con la bocca coperta dalla sua vagina e il naso in mezzo ai suoi glutei.
Rimasi immobile cercando di respirare lentamente, se inspiravo piano e a lungo con il naso un filo d'aria filtrava alle mie narici attraverso il tessuto, l'odore del suo ano era molto intenso e mi riempiva un poco alla volta i polmoni, espiravo soffiando lentamente dalla bocca e dopo qualche respiro, i suoi pantaloncini divennero umidi.
Durante quei lunghissimi secondi mi veniva da piangere, ero sconfortata e pensavo: ''Perchè devo subire questo?... Mi sono già arresa, hai vinto tu... Perchè devi umiliarmi in questo modo? Ho il tuo odore su tutta la faccia fin dentro il naso e la bocca... Ti piace farmi questo? Ci provi gusto?''
I miei deboli lamenti venivano soffocati sotto la sua vagina, la sentivo muoversi sopra di me, ogni suo movimento si rifletteva sulla mia faccia attraverso i suoi glutei. Mi afferrò per i polsi bloccandomi le braccia e si sollevò di qualche centimetro, riuscii finalmente a respirare profondamente, ''Dai su! se non ci provi non è divertente!'' mi disse ridacchiando e subito si risedette su di me; non ebbi il tempo di dire niente, solo qualche respiro e di nuovo ero immersa nei suo sedere. Trovata la giusta posizione cominciò a sculettare muovendo il bacino di lato, la mia testa veniva girata dal suo movimento mentre la sentivo ridere, sentivo anche i lamenti soffocati provenire dall'altro incontro vicino, probabilmente era Nicol sotto Marta.
Dopo qualche sculettata Elena si sollevò di qualche centimetro per poi lasciarsi cadere subito sul mio viso, i suoi glutei rimbalzarono schiacciandomi di colpo, continuò a rimbalzare alcune volte continuando a ridere fino a fermarsi; terminata l'inerzia del rimbalzo si sollevava nuovamente e di nuovo rimbalzava sulla mia faccia; io riuscivo a inspirare qualche istante tra i suoi rimbalzi ma sentivo più forte il peso quando si lasciava cadere; cercavo di irrigidire i muscoli del collo e della faccia ma non serviva a niente.
Questa tortura continuò svariate volte, io mi sentivo totalmente umiliata, ero impotente; Elena si fermò qualche istante per poi alzarsi sulle ginocchia lasciandomi respirare libera. ''Ti prego basta mi arrendo!!'' Riuscii ad esclamare tra i respiri affannati; Elena si spostò in avanti con le ginocchia di poco risiedendosi su di me in modo rilassato; avevo il suo sedere appoggiato sulla bocca e parte delle guance, la sua vagina poggiava sulle mie clavicole e sulla gola ma il mio naso aveva qualche centimetro di spazio e potevo finalmente riaprire gli occhi. Ripresi fiato lentamente con dei respiri profondi; Elena era seduta con le mani ai fianchi e osservava gli altri incontri; ''Sai dovresti ringraziarmi, sapessi cosa sta facendo Marta, è senza pietà... è seduta sulla faccia di Nicole e non la lascia respirare... sono stata buona io, ti ho liberata un po' di volte... e le tira i capelli verso l'alto con due mani tenendole ferma la testa... Nicole cerca di fermarle le mani ma non ci riesce... sta cercando di spingere via il culo di Marta... adesso le sta tirando schiaffi sui glutei e sulle cosce... povera Nicole...''
Ascoltavo la sua cronaca respirando lentamente con il naso, sentivo ancora intenso l'odore del suo sedere, ne avevo le narici impregnate; ascoltavo anche i lamenti soffocati di Nicole a intervalli regolari, cercava come me di inspirare più aria possibile lentamente, facendola filtrare attraverso il cavallo di Marta, ero stata anche io sotto di lei e il suo odore era più intenso e acre rispetto quello di Elena.
I lamenti di Nicole mi sembrarono diventare gridi disperati di aiuto; era, probabilmente, presa dal panico e stava soffocando, avevo appena provato quella sensazione: sembra di impazzire e si perde il controllo, ci si trova a lottare per la propria vita e per un respiro al buio e con le braccia bloccate a forza.
La voce di Elena chiamò Marta con tono preoccupato: ''Ehi Marta!! Lasciala respirare!! Non vedi che soffoca?'' Mentre quella della maestra incitò Nicole, sembrava non preoccuparsi dell'umiliante sottomissione che stava ricevendo e che stesse soffocando: '' Forza Nicole!! Lotta per liberarti, non arrenderti mancano venti secondi!''
In quei ultimi secondi Elena restò in silenzio; io provavo ad ascoltare i rumori della lotta tra le altre, sentivo dei colpi sul materassino e lo strofinarsi di un corpo su di esso, i lamenti di Nicole mi giungevano forti alle orecchie, degli urli rabbiosi di sforzo soffocati sotto il sedere di Marta e di tanto in tanto la sentivo inspirare forte con il naso, con affanno, un breve urlo subito soffocato a forza e di nuovo i lamenti.
'' Ok tempo scaduto, Anna Elena e Marta vincono gli incontri.'' Disse la maestra, Elena si sollevò sulle ginocchia alzando le braccia al cielo e ridendo soddisfatta, si spostò sul mio lato e io ero finalmente libera; fu un immenso sollievo; mi sentivo sconfitta e umiliata, mi vergognavo ma finalmente potevo respirare a fondo; ruotai sul fianco muovendo le braccia intorpidite e cercai di pulirmi il viso con le mani. Marta intanto non si era ancora spostata ed era ancora seduta sulla faccia di Nicole, guardai la scena di cui, fino a quel punto, avevo solo ascoltato la descrizione di Elena.
''Marta ora basta, hai vinto. Lasciala andare!'' Esclamò la maestra; notai la forza con cui tirava i capelli di Nicole verso l'alto e questa che con le mani cercava di allentare la presa, sedeva di peso coprendole tutta la faccia, si intravedeva il naso tra i suoi glutei e le sopracciglia aggrottate; sollevò un ginocchio appoggiandosi sul piede, poi l'altro e si trovò seduta in accosciata, il su peso sembrò aumentare e la faccia di Nicole venne ancor più immersa sotto il sedere di Marta, questa lasciò la presa sui capelli e le mani di Nicole spostarono le braccia via dalla sua testa. ''Lasciami i polsi!'' esclamò Marta, Nicole la liberò e, appoggiando le mani sui glutei, cercò di spingerli.
Marta si alzò in piedi esclamando: '' Così impari a intrometterti...''
Nicole boccheggiò per un attimo respirando velocemente;
''Sei una stronza!'' Gridò rabbiosa nell' affanno e subito scoppiò a piangere portandosi le mani sul viso, si girò sul fianco e si alzò sulle ginocchia; aveva il viso rosso e gli occhi pieni di lacrime, teneva una mano davanti davanti alla bocca e si strofinava il naso, probabilmente aveva, come me, l'odore del sedere di Marta fin dentro le narici, con l'altra mano si teneva la testa nel punto in cui le mani di Marta le tiravano i capelli, Marta la guardava ritta in piedi mentre si sistemava i capelli nella coda, aveva un'espressione corrucciata e fiera.
''Forza Nicole, non piangere! Usa questa rabbia che provi nella prossima lotta! Proprio questo è l'obiettivo dell'allenamento'' La consolò la maestra, sembrava non essere turbata dalla piega che queste lotte stavano prendendo, era diventato un gioco di umiliazione ormai.