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Sorelle 3 (italiano)

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Offline krispin

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Sorelle 3 (italiano)
« on: January 28, 2019, 02:18:37 PM »
Qui le prime due parti

https://www.freecatfights.com/forums/index.php?topic=77598.0

https://www.freecatfights.com/forums/index.php?topic=77694.0

3

“Mamma, ho fatto una cazzata”.
“Sentiamo, cos'hai combinato stavolta?”.
“Ho pestato una prof”.
“Cosa? Sei pazza? Dove, a scuola?”.
“No, a casa sua. L'ho seguita fin qua e...ti racconterò tutto dopo. Adesso dimmi cosa posso fare”.
“Non l'avrai uccisa vero?”.
“Oddio no. In effetti è un cosino molto debole, ma è solo svenuta”.
“Vieni subito via di lì”.
“Sì, poi quando questa si riprende va alla polizia”.
“Già, hai ragione... Senti pensi di riuscire a portarla qua senza che qualcuno ti veda?”.
“Credo di sì. Questa casa è abbastanza isolata”.
“Vuoi che venga ad aiutarti a caricarla sull'auto?”.
“Macché, non c'è bisogno. Ti ho detto che è uno stecchino”.
“Va bene. Non farti vedere da nessuno. Poi entra con la macchina direttamente in garage e vediamo cosa fare”.
Roberta chiuse il cellulare e tornò verso il divano. Come prevedeva, Alice era ancora svenuta. La sollevò di peso e si caricò il corpo dell'insegnante bocconi sulla spalla destra. Poi uscì, raggiunse la sua auto, aprì il portabagagli e gettò senza troppi complimenti la donna all'interno. Quindi chiuse e sali in macchina.

“Ti ha visto nessuno?”.
“No”.
“Sei sicura?”.
“Sì, stai tranquilla”.
“Ma è ancora svenuta! Quanti pugni le hai dato?”.
“Davvero forte solo uno. Te l'ho detto che è gracilina”.
“Sì, lo vedo. Adesso appoggiala lì, sul divano”.
“Che ne facciamo, la buttiamo giù da qualche burrone?”.
“Tu sei davvero pazza. Prima raccontami tutto”.

“Ciao Giorgio, hai sentito Alice?”.
“Sì Elena, ciao! Mi ha chiamato all'ora di pranzo. Ma poi non è venuta da te?”.
“No, non si è vista. Ho provato a chiamarla ma non risponde, né a casa né al cellulare”.
“Uhm, era molto agitata. Mi aveva detto che sarebbe venuta a denunciare quella ragazza. Quella che stamattina l'ha picchiata a scuola”.
“L'ha picchiata? Oddio, le avevo detto di lasciar fare a noi. Ma cosa è successo? Come sta?”:
“Quella Roberta deve essere una specie di mostro. Alice era letteralmente terrorizzata, l'ha messa in una condizione psicologica terribile”.
“Le ha fatto molto male?”.
“Fisicamente no, non credo, non più di tanto almeno. L'ha strapazzata un po' nei bagni della scuola ma per fortuna Alice non ha reagito. Il danno è soprattutto psicologico. Ma il punto è dov'è andata adesso”.
“Vado a cercare questa Roberta, forse scoprirò qualcosa”.
“Ok Elena, ma stai attenta, dalla descrizione che mi ha fatto Alice quella ragazza mi sembra capace di tutto. Chiamami se hai bisogno”.
“Giorgio, ti ricordo che sono una poliziotta. So difendermi”.
“Sì certo, scusami. Il fatto è che Alice era talmente impressionata che mi sto facendo condizionare anch'io”.

Anche la famiglia di Roberta abitava in una villetta isolata. Elena si era procurata facilmente l'indirizzo a scuola e aveva deciso di andare a cercare la ragazza, o almeno sua madre. Visto che si trattava di sua sorella, aveva preferito fare tutto da sola, fuori servizio e in borghese. Così alta e snella, era anche lei una splendida giovane donna. Indossava una t-shirt gialla corta che le lasciava scoperta la vita molto sottile, un paio di jeans e scarpe da ginnastica. A prima vista sarebbe tranquillamente potuta passare per una compagna di scuola di Roberta.
Suonò due, tre volte finché la porta si aprì. Elena si trovò di fronte una donna non molto alta e piuttosto robusta, sulla cinquantina.
“Buongiorno sono della polizia, posso entrare?”.
“Certo”.
Paola, la madre di Roberta, fece accomodare la poliziotta in salotto, su una poltrona, poi sedette sul divano e stette ad ascoltarla. Elena pensò che la gentilezza della donna suonava abbastanza strana, anche considerando i suoi precedenti e la situazione del marito. Non le aveva nemmeno chiesto il motivo della sua visita.
“Ecco vede, il discorso che sto per farle è molto delicato, riguarda sua figlia”.
“Non si preoccupi, mi dica cos'ha combinato. Purtroppo è una ragazza molto esuberante”.
“Troppo esuberante direi. Stamattina a scuola ha picchiato un'insegnante. Si chiama Alice ed è mia sorella”.
“Oddio mi dispiace davvero tanto. Roberta è così manesca. Come sta sua sorella?”.
“E' questo il punto: non lo so. Sarebbe dovuta venire da me ma non si è vista. Ho provato a chiamarla e non risponde. Roberta è in casa?”.
“No, è uscita mezz'ora fa. Naturalmente non mi ha detto nulla. Quello che ha fatto è davvero terribile. Ma non le ho ancora chiesto se vuole bere qualcosa. Le va un tè, un caffè?”.
“No, grazie. Magari posso aspettare un po' qui. Forse sua figlia tornerà presto”.
“Con lei non si sa mai. Comunque rimanga pure, non mi disturba”.
Fu in quell’attimo che improvvisamente si aprì la porta della camera da letto e ne uscì Alice, barcollante: “Elena aiutami!”.
“Ma che diavolo?” esclamò la poliziotta, alzandosi e precipitandosi verso la sorella. Vide subito il livido sul volto di Alice, che le gettò le braccia al collo. “Per fortuna mi hai trovata. Portami via di qui, ti prego. Portami via!”.
“Io non credo proprio che ve ne andrete”.
Elena si voltò di scatto. Da un'altra porta era entrata una ragazza. Era bionda e robusta. Roberta! Dunque Paola le aveva mentito: sua figlia era in casa.
“Stammi a sentire Roberta, hai già fatto abbastanza cazzate. Io sono della polizia. Ora porto mia sorella al pronto soccorso e poi tu vieni in commissariato. Non peggiorare la situazione. Glielo dica anche lei signora!” Elena si rivolse a Paola.
Ma la donna aveva improvvisamente cambiato atteggiamento: “Senti poliziotta, non hai sentito cos'ha detto Roberta? Voi due non uscirete di qui”.
“Siete pazze! E come pensate di fermarci?”.
Fu la ragazza a rispondere: “Come pensate voi di andarvene. Siamo due contro due. A te penso io, non mi sembri molto più forte di tua sorella e sarà divertente picchiare una poliziotta. Tu mamma tieni ferma la prof”.

Le avevano insegnato a ragionare freddamente. Elena non era affatto certa di poterla spuntare in quella lotta a quattro. Paffuta com’era, Paola non sembrava poi così energica, ma l’esile Alice era molto prostrata e probabilmente non sarebbe stata in grado di batterla neanche se fosse stata nel pieno delle sue forze. Doveva mettere fuori combattimento in fretta la ragazza, prima che sua madre potesse aiutarla, ma non si sentiva per nulla sicura. Le era bastata un’occhiata per rendersi conto che Roberta era decisamente più robusta di lei. Comunque non aveva scelta, doveva provarci. “Resisti più che puoi” sibilò ad Alice, e si lanciò verso Roberta.

Purtroppo la fretta le giocò un brutto scherzo. Avrebbe dovuto colpirla sfruttando quel po’ di arti marziali che aveva imparato in polizia, con una serie di calci e pugni, tenerla a distanza e tentare di fiaccarla, sfruttare la sua velocità e il suo maggiore allungo, invece, dopo una piccola schermaglia senza danni per nessuna delle due, le si avvicinò troppo, consentendo a Roberta di afferrarla tra le sue potenti braccia e tirarla contro di sé. “Ora sei finita” le sibilò la ragazza in un orecchio. Elena si sentì come stritolare da quel potente abbraccio. Si dimenava, spingeva con tutta la forza delle sue braccia, lunghe e magre, ma non riusciva a liberarsi. E come era accaduto alla sorella, ben presto provò l'opprimente sensazione di quei seni enormi che premevano contro i suoi, molto più piccoli, mentre le robuste braccia della bionda stringevano sempre più forte la sua vita sottile. In una lotta corpo a corpo, così ravvicinata, la sua agilità e la maggiore altezza non le potevano servire. Era molto più importante la pura forza fisica ed Elena aveva avuto la conferma di essere decisamente più debole della bionda. Si inarcò disperatamente all'indietro, cercò in tutti i modi di liberarsi, ma non aveva nessuna possibilità.

“Hai bisogno di aiuto?” chiese Paola a Roberta. La donna aveva facilmente bloccato la fragile e ancora inebetita Alice. Prima le aveva piegato un braccio dietro la schiena e poi l'aveva stesa a terra, pancia in giù. Ora sedeva a cavalcioni sul suo esile corpo, immobilizzandola completamente. In quella posizione Alice riusciva appena a vedere l'andamento della lotta tra la ragazza e sua sorella e quello che scorgeva fu sufficiente a farle capire che purtroppo la battaglia era già persa.
“No, figurati mamma. Nessun problema. La poliziotta è un'altra patetica deboluccia, quasi come la sorella. Ora mi diverto ancora un po' e poi la metto fuori uso”.
Stretta in quella morsa, Elena pensava che la ragazza le avrebbe presto rotto qualche costola. Ormai lottava solo per non perdere i sensi. Finalmente la presa si allentò. Ma fu solo un attimo di sollievo, perché subito dopo Roberta le afferrò le mani e la costrinse a una prova di forza, come se fossero in un ring di wrestling. “Dai poliziotta, fammi vedere come te la cavi”. Voleva darle un'altra dimostrazione della sua superiorità. Non c’era altro da fare, Elena lottò strenuamente, cercò in tutti i modi di resistere, ma la potenza fisica dell'avversaria la soverchiava. Ben presto, Roberta le piegò all'indietro i polsi sottili e la mora fu costretta a inginocchiarsi, sopraffatta dalla rivale. “Ti prego lasciami!” sussurrò ormai sconfitta e umiliata. “Ok, l'hai voluto tu”. Roberta la mollò, ma un attimo dopo le sferrò un potente destro al volto che la fece volare all'indietro. Elena rimase a terra immobile. Svenuta.
Vista la scena, Paola rialzò Alice e la colpì al ventre con un pugno che la fece piegare in due. Il colpo seguente, dato con entrambi le mani unite sulla nuca dell'insegnante, fece perdere conoscenza anche a lei.

(continua)


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Re: Sorelle 3 (italiano)
« Reply #1 on: January 30, 2019, 05:22:47 PM »
Speravo nella sorella. Invece pure lei ha dovuto soccombere alla potenza di Roberta!!
Anche questo capitolo scritto bene ed interessante.
In attesa del resto della storia..

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Offline krispin

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Re: Sorelle 3 (italiano)
« Reply #2 on: January 30, 2019, 06:34:25 PM »
More to come. La storia è ancora lunga con altri combattimenti. Chissà se alla fine le good girl si salveranno...
E chissà se resisterai a leggerla tutta...  ;D ;D ho il sospetto che tu sia l'unico.
Grazie!

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Re: Sorelle 3 (italiano)
« Reply #3 on: January 31, 2019, 03:54:18 PM »
More to come. La storia è ancora lunga con altri combattimenti. Chissà se alla fine le good girl si salveranno...
E chissà se resisterai a leggerla tutta...  ;D ;D ho il sospetto che tu sia l'unico.
Grazie!
Secondo me anche altri lo leggono, solo non hanno voglia di commentare!