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A journey is the best cure

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Offline Susanoom

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A journey is the best cure
« on: November 25, 2019, 03:01:49 AM »
Terzo capitolo della serie Problemi di cuore

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“You must die I alone am best!
I hope ya flip some guy the bird
He cuts you off and you're forced to swerve
In front of the Beatles' tour bus
A Bookmobile and a Mack truck
Hauling hazardous biological waste
The light turns red you have no brakes
And "Hard Copy" gets it all on tape
So you can see the look on your face
Die Die Die Die Die Die Die
Die Die Die Die Die Die Die”

Le parole di I hope you die dei Bloodhoung Gang riempivano il mio orecchio destro, mentre il treno correva velocemente sui binari. Una canzone abbastanza vecchia, ma che sapeva scatenare ricordi dimenticati nel tempo.
L’altro auricolare era usato da Lara, seduta nel sedile a fianco al mio, intenta a guardare fuori dal finestrino. Stringeva con le mani la giacca rossa sulle ginocchia, grugnendo infastidita senza destare lo sguardo dal cielo azzurro. Vedevo il riflesso del suo viso serio attraversarmi con lo sguardo. Non era difficile pensare a cosa stesse pensando, dopotutto questa canzone le fa sempre lo stesso effetto. Nemmeno due mesi fa, Lara ed io incontrammo Adele, una ragazza che si dimostrò essere superiore alla mia ragazza su ogni campo. Ed a distanza di tempo, gli unici momenti in cui quei ricordi riaffioravano era quando sentivamo le note di questa canzone. Il ricordo della lotta tra Lara e Adele era ancora nitido nella mia mente, ma ogni volta che pensavo a come Lara perse, o alla notte passata con Adele, un pesante senso di colpa mi colpiva. Mi dispiaceva per la mia ragazza, convinta di non essere più all’altezza delle mie aspettative dopo quella sconfitta, nonostante le mie parole di incoraggiamento. Ma Lara non voleva sentire ragioni.
Così pensai fosse una scelta giusta staccare la spina per un po’. È iniziato il freddo, e le grandi città sono più vuote rispetto all’estate. Prenotai subito per Firenze, una magnifica città italiana. Trovai un’offerta su internet per un hotel a 4 stelle, a pochi minuti dal centro storico fiorentino e dalla stazione. Non ci volle molto e tutto fu prenotato.
Lara fu da subito in disaccordo, ma con la mia eloquenza riuscì a farla cedere.
“Dai, dobbiamo andare! Due innamorati a Firenze!” esultai sorridente, con i biglietti in mano.
“D’accordo…” sussurrò sorridendo.
Fu una risposta forzata, ma ero sicuro che avrebbe permesso a Lara di riprendersi. Vedere il Duomo, il David, tutte le meraviglie di Firenze l’avrebbe rilassata.
Partimmo tre giorni dopo, e il viaggio sul treno fu un susseguirsi di pennichelle e di musica. Ma dopo i Bloodhoung Gang, immaginai che i pensieri della mia fidanzata rimasero fissi su un solo pensiero: Adele.

Arrivammo dopo qualche ora. L’aria fresca ci riempì i polmoni mentre ci avvicinavamo all’hotel. Nonostante la stagione, vi erano ancora molti turisti. Raggiungemmo la metà pochi minuti dopo. La scritta Horto Convento fece capolino superato l’albero che lo nascondeva. L’edificio era circondato da un grazioso giardino, che invitava i passanti ad entrarvi. Mi occupai della registrazione, notando poco dopo Lara che vagava con lo sguardo. Provai a seguire lo sguardo ma non vidi nulla di particolare. Un piccolo gruppo di persone stava uscendo dall’hotel e nient’altro.
“Tutto bene, amore?”
La mia ragazza tornò in sé, anche se turbata.
“Si, si. Stavo solo dando un’occhiata”
La guardai con aria sospetta, ma dopo pochi secondi capì che si trattava solo di ambientarsi. Non volevo metterla sotto pressione, altrimenti il viaggio sarebbe stato inutile.
Mentre i bagagli venivano sistemati nella nostra camera, noi eravamo liberi di girare la città. Decidemmo sin da subito di iniziare con ciò che era più lontano, così da non sprecare il bel tempo: Palazzo Pitti ed il Giardino dei Bopoli.
Le strade erano abbastanza affollate, e dovemmo muoverci a zig zag tra le persone di varia età per superare il Ponte Vecchio che dava sull’Arno, il fiume di Firenze. La nostra prima meta fu il Giardino dei Boboli, dato che era sulla collina. Scattammo foto, salendo scale e sentieri, solo per avere una delle viste più belle di Firenze. La città si estendeva davanti a noi, regalandoci uno spettacolo incredibile. Mi voltai verso Lara solo per vederla sporgersi per guardare verso il basso.
“Tesoro?”
Lara tornò di nuovo in sé, sobbalzando. L’avevo colta in flagrante… ma a fare cosa? Gettai uno sguardo verso il basso. Sotto di noi c’era solo i turisti e coppie felici che probabilmente facevano una passeggiata romantica. Tornai a guardare la mia ragazza con aria interrogativa, e lei scosse la testa sorridendo.
“Nulla, nulla. Dai, andiamo!” disse Lara, afferrandomi la mano.
La seguì senza fare storie lungo le discese verdi del Giardino dei Boboli, salutando per l’ultima volta quella magnifica vista. A quanto pare, Lara voleva vedere Palazzo Pitti ora, prima di tornare indietro. Ma anche nella nuova magnifica location, lo sguardo della mia ragazza vagava in giro per le stanze, come se fosse in cerca di qualcosa. E con sguardo rassegnato, continuammo la nostra gita all’interno delle mura del Palazzo.
Finito, iniziammo a scendere le scale per raggiungere l’uscita. Ma appena finita la prima rampa di scale e girato l’angolo, mi ritrovai Lara inchiodato sul posto. Stavo per dirle qualcosa, ormai stufo del suo comportamento così strano, quando sentì una voce femminile parlare una lingua a me sconosciuta. Spostai velocemente lo sguardo verso l’origine di quel suono. Una meravigliosa ragazza stava salendo le scale. I capelli scuri raccolti in una morbida coda di cavallo, la scollatura che dondolava ad ogni gradino, mentre saliva con delle scarpe rosse. Guardai Lara e vidi che la stava fissando intensamente, quasi in maniera maniacale. L’altra ragazza ricambiò lo sguardo mentre saliva, ed entrambe le ragazze iniziarono a girare la testa per mantenere il contatto visivo. Ma dopo poco, entrai nel loro campo visivo e tutto sembrò tornare normale. Rimanemmo immobili, mentre i passi della ragazza sconosciuta si allontanavano da noi. Lara continuò a fissare il mio petto, trattenendo il respiro senza motivo. Quando non sentimmo più nulla, fu come se avessi il permesso di respirare. Sospirammo pesantemente, cercando di riprendere fiato. E mentre guardavo la mia ragazza superarmi per salire le scale, capì il motivo del suo comportamento. Come per magia, ricordai quella ragazza anche altre volte. All’hotel, lei stava uscendo dalla porta, al Giardino dei Boboli si allontanava da noi. Ed ora, in qualche modo arrivammo prima di lei a Palazzo Pitti. Ma non sapevo ancora il perché di tutto questo, anche se in cuore mio ne ero a conoscenza. Seguì la mia ragazza che si era gettato a sua volta all’inseguimento di quella ninfa. Superammo turisti come se fossero statue, attraversando le varie stanze. Ad un certo punto, Lara girò a sinistra, in una nuova stanza contenente dei quadri. Quando vi entrai anch’io, lo scenario fu quasi divertente. Lara stava superando il centro della stanza, percorrendo in linea retta un corridoio di persone che erano troppe intente a guardare altre opere. Vidi la mia ragazza affiancare la ragazza sconosciuta di prima, rimanendo a pochi centimetri di distanza. Mi avvicinai mentre entrambe guardavano la Visione di Ezechiele davanti a loro. E man mano che ci avvicinavo, iniziai a sentire le loro flebile voci. Stavano parlando, senza farsi sentire da altre persone.
“… speranze. L’hai capito?”
“Io? Sei tu a non avere speranze, francesina”
Mi ero perso l’inizio della conversazione, ma avevo capito che la ragazza era francese. Era un buon inizio.
“Non ho paura di te” sussurrò la ragazza.
“Dovresti averne” rispose Lara.
E continuarono a scambiarsi queste rapide frasi, interrompendosi quando qualcuno si avvicinava troppo, riprendendo poi quando le loro parole erano lontane da orecchie indiscrete. E dopo qualche minuto e qualche interruzione, il loro scambio terminò esattamente come era iniziata.
“Quindi camera 201” sussurrò Lara alla ragazza, prima di girarsi ed andarsene.
Probabilmente la mia ragazza non sentì la risposta, ma il suo sguardo fiducioso mi fece capire che lo sapeva comunque.
“Ti aspetterò” sussurro la ragazza.

Tornammo all’hotel, e per tutto il tragitto le chiesi cosa stava succedendo. Continuò ad evitare di rispondermi in maniera concreta, mentre aumentava il passo ogni volta. Ma la mia curiosità era davvero tanta, e non mi sarei fatto liquidare con una risposta blanda. Varcata la porta dell’hotel, si arrese.
“Va bene! Te lo dico… ma in camera” disse esasperata Lara.
Fui il primo ad entrare, quasi correndo. E subito dopo aver chiuso la porta, mi misi davanti a lei, aspettando ciò che volevo. Lara mi guardò, sospirando.
“L’ho sfidata” iniziò a spiegare Lara.
“Grazie. Questo l’avevo capito anche io” incalzai serio.
“Allora vai a quel paese!” sbraitò lei.
Non mi aspettai quella reazione. Rimasi a bocca aperta, mentre Lara si sedette sul letto a due piazze. Continuai a fissarla, immobile sul posto. Era sempre stata una guerriera, ma ora sembrava la principessa indifesa nelle mura del castello. Addolcì il mio sguardo, e mi avvicinai a lei. L’abbracciai sedendomi a fianco a lei, e rimanemmo così, in completo silenzio.
“È per lei…” sussurrò ad un tratto Lara. Lentamente, lei cercò di alzare la testa, uscendo dal caldo abbraccio del suo ragazzo. La guardai negli occhi, aspettando che continuasse “Lo sto facendo per… Voglio lottare di nuovo con Adele… Ma ho paura…” mi guardò con sguardo sofferente “Se perdessi di nuovo, potrei perdere qualcosa di importante… potrei perdere te”
“No. Non mi perderai. Te l’ho già detto” iniziai subito.
“Lo so. Sono sicura di questo. Ma se lei vuole te, e mi batte… cosa dovrei fare?”
Il problema che attanagliava la mia ragazza era più grande di quello che pensavo. La sua disfatta l’ha segnata più di quanto credessi. Questa era la parte che non veniva descritta nelle storie.
“Non perderai…” sussurrai senza accorgermene. Lara tirò su con il naso, sollevando lo sguardo verso di me. I suoi occhi lucidi erano interrogativi. “Prima batterai questa ragazza, poi vincerai contro Adele… Ne sono certo” e sfoderai il mio miglior sorriso.
Onestamente non sapevo se la mia ragazza fosse davvero in grado di vincere contro Adele, ma vedere Lara così era doloroso. Lei sorrise, e si asciugò le lacrime prima di mostrarmi il suo sguardo deciso. La mia leonessa era tornata.

L’ora stabilita erano le 9 di sera in punto. Solitamente non c’era nessuno in hotel a quell’ora, tutti erano impegnati a dover girovagare per Firenze, ma io avevo un motivo davvero ottimo per non abbandonare l’hotel. Poco dopo l’ora prestabilita, bussammo alla porta 201. Quando la porta si aprì, vidi la stessa ragazza che quello stesso giorno aveva parlato con Lara. Lei mi fissò per qualche istante, prima di sorridere ed scostarsi per farci entrare
“Sono arrivata” disse Lara, guardando la ragazza con sfida.
“Lo vedo” rispose lei con lo stesso tono.
Le due ragazze si fermarono vicino al letto, fronteggiandosi a pochi passi. Rimasero ferme sul posto per qualche secondo, studiandosi a vicenda, prima che la mia ragazza non porse la sua mano amichevolmente.
“Mi chiamo Lara. Sono sorpresa che tu abbia accettato subito”
La ragazza guardò la mano davanti a lei, e senza battere ciglio l’afferrò saldamente.
“Helene, e in Francia questa pratica è comune tra le giovani ragazze” rispose la ragazza francese.
“Bene, allora non credo che serva fare troppo giri di parole” disse Lara, iniziando a togliersi i pantaloncini “Io penso di essere meglio di te. Penso che le mie tette siano meglio delle tue. E sono pronte a dimostrarlo” finì quando rimase in topless. Il suo seno enorme cadeva leggermente verso il basso a causa del suo incredibile peso, mantenendo la sua minacciosa forma. I capezzoli rosa tagliavano l’aria come due spade pronte a colpire.
Helene fissò intensamente il seno della mia ragazza, con uno sguardo sorpreso. Forse non si aspettava che Lara avesse delle tette così grosse. Ma una volta che incrociò lo sguardo di Lara, sorrise iniziando a spogliarsi.
“No, non servono giri di parole. E non mi interessa cosa pensi. Io sono meglio di te, il mio seno è troppo per te. E mi pregherai di fermarmi quando le tue tette cadranno contro le mie” disse la francese rimanendo anche lei in topless.
Guardai attentamente il seno della ragazza. Era grande, forse quanto quello di Lara. I capezzoli rossi spuntavano minacciosi dalle sue grandi areole, come due lance pronte ad abbattersi contro il nemico. Lara deglutì nel vedere ciò che avrebbe affrontato, e mi preoccupai per lei.
“Cosa c’è? Non fai più la spavalda?” chiese Helene, sorridendo “Sapevo che voi italiani ci siete inferiori, ma non fino a questo punto”
Lara sgranò gli occhi, tornando in sé.
“Ti farò rimpiangere queste parole” ringhiò Lara.
Helene grugnì divertita, prima di avvicinarsi di un passo. Lara imitò la ragazza e dopo pochi secondi, i loro seni si incontrarono.
Le coppie di seni si deformarono appena toccarono la coppia rivale, pressandosi mentre venivano forzate insieme. Lara grugnì, sentendo per la prima volta dopo mesi la sensazione delle sue tette premute contro quelle di un’altra ragazza. La mia ragazza fece un passo indietro, ed Helene ne approfittò subito, sbattendo le sue tette in avanti. Lara spalancò gli occhi per la velocità della mossa, mentre le loro tette si appiattivano al contatto. Entrambe le coppie di seni si gonfiarono verso l’esterno. Lara sussultò per il colpo, ma spinse a sua volta in avanti. La francese grugnì quando Lara spinse di nuovo, mentre i seni francesi cedettero leggermente. Le due ragazze abbassarono lo sguardo per vedere le loro tette in lotta, osservando come i loro seni si spingevano per guadagnare pochi centimetri di terreno. Ma sembrava che le tette di Lara cedevano meno spazio rispetto a quelle di Helene.
La mia ragazza macinò il suo seno sinistro nella tetta destra della francese, spingendola in modo che il seno avversario venisse spinto lentamente dall’esterno. Helene gemette mentre sentì le sue tette venire chiuse dal seno della mia ragazza. Lara si allontanò quel poco per far sì che le loro tette tornarono alla loro forma originale. Ma mentre la francese sospirò di sollievo quando non sentì più le sue tette intrappolate, la mia ragazza spinse brutalmente il suo seno in avanti. Helene gemette mentre il suo seno veniva spinto indietro ed esternamente. La mia ragazza si fermò subito dopo, volendo ammirare ciò che stava combinando. Questo fece sì che la sua avversaria avesse il tempo per contrattaccare.
Helene fu veloce e si abbassò velocemente, prima di spingere le sue tette contro la parte inferiore del seno di Lara. Le tette della mia ragazza si appiattirono leggermente sul fondo, mentre la sua carne si spostava dolorosamente verso l’alto. I capezzoli scuri della ragazza francese penetrarono nella carne della rivale, facendo spalancare gli occhi alla povera italiana. Helene portò il suo peso in avanti, facendo schiantare il suo seno contro le tette rivali, prima ancora che Lara potesse riprendersi. La mia ragazza gemette quando sentì le sue tette venire schiacciate verso l’interno. Lara spinse violentemente in avanti le sue tette, e la ragazza francese fu obbligata ad allontanarsi. Tutti e tre guardammo le loro tette, cercando un segno di cedimento. Ma dopo non aver trovato nulla, le due ragazze si lanciarono l’una contro l’altra. La carne dei loro meloni fuoriuscì verso l’esterno, mentre le due contendenti mantennero quella posizione, mettendo alla prova la fermezza dei loro seni, prima di allontanarsi. Subito, si avvicinarono velocemente, e le loro tette si incontrarono con un sonoro schiaffo. La carne di entrambe ondeggio, mentre le due ragazze sussultarono, prima di spingere di nuovo in avanti il loro seno. Poco dopo, le braccia di Helene si chiusero dietro la schiena della mia ragazza, e Lara imitò subito la rivale.
Le loro tette tremarono mentre scivolavano le une sulle altre, prima di venire spinte ancora ed ancora tra loro. La ragazza francese spinse il seno dalla sinistra, mentre le loro tette erano ancora pressate insieme, e grugnì quando sentì la rivale italiana respingere il suo seno, spingendo le sue tette indietro prima che le due coppie di seni si separassero., riacquistando la loro forma. Lara abbassò gli occhi mentre la ragazza francese si spingeva in avanti, speronando il suo seno. Le loro tette si schiacciarono insieme quando le ragazze strinsero le braccia, un seno di Lara salì sopra a quello di Helene, e viceversa con l’altro seno. Continuarono così per un paio di minuti, continuando a far scivolare le loro tette insieme.
Helene si preparò per un altro colpo mentre la mia ragazza fece un passo indietro. Helene sorrise, probabilmente perché credette di aver messo in fuga l’avversaria, ma Lara oscillò rapidamente il suo seno dalla sinistra. Le tette della mia ragazza sbatterono contro il seno della ragazza francese, che fu obbligata a voltarsi per la forza del colpo. Helene grugnì rabbiosa e spinse in avanti le sue tette, costringendo il seno di Lara a schiacciarsi leggermente. Lara gemette, guardando con odio la ragazza francese.
“Non male per una bambina. Forse le italiane non sono così inutili, dopotutto” insultò la ragazza francese.
Senza aspettare nessuna risposta, Helene sbatté in avanti le sue tette. Lara venne presa in contropiede, e nonostante rispondesse colpo su colpo, si ritrovò a cadere sul letto.
Helene sorrise, mentre si preparò a saltare sul corpo della mia ragazza, ma quando la ragazza stava cadendo su di lei, Lara riuscì a rotolare via, facendo in modo che la rivale atterrasse sul materasso. Velocemente, Helene si alzò in ginocchio, solo per trovare Lara nella stessa posizione, poco distante da lei.
“Devo ammetterlo, Helene… non credevo che le tue tette fossero così forti” ammise Lara, suscitando un sorriso da parte della rivale davanti a lei “E non vedo l’ora di sentirle cedere contro le mie” terminò la mia ragazza, facendo perdere il sorriso alla ragazza francese.
Si avvicinarono lentamente, senza smettere di fissarsi intensamente. Lara afferrò le spalle della ragazza davanti, iniziando a far lottare i loro globi, ma Helene spostò velocemente il petto verso sinistra, tagliando il seno della mia ragazza. Lara sgranò gli occhi mentre Helene iniziò una serie di colpi che non diedero spazio di manovra alla rivale. Con due rapide spinte, Helene fece obbligò la mia ragazza a perdere la presa sulle sue spalle per evitare di cadere.
“Le tue patetiche tette non possono competere con le mie!” sorrise la ragazza francese mentre guardava la rivale alzarsi.
“Patetiche? Le mie tette distruggeranno le tue!” rispose ringhiando la mia ragazza.
“Oh?”
Helene sollevò le mani in aria, facendo segno alla rivale di afferrarle. Lara accettò quasi subito, e le due ragazze oscillarono il loro seno da una parte e dall’altra, iniziando a colpirsi a ritmo. Nonostante Helene iniziò a grugnire per prima dopo alcuni slanci, era Lara a cercare di evitare i colpi dell’avversaria, iniziando ad abbassarsi. Con un poderoso colpo, la mia ragazza gemette quando il suo seno venne sbalzato verso sinistra.
“Non mi dirai che ti ho fatto male, principessa!” ghignò la francese, slanciando di nuovo il suo seno, facendo perdere la presa alla mia ragazza.
Helene allungò le braccia per afferrare la rivale, ma quando fu a portata la francese guaì. Lara alzò il suo seno violentemente, che fece volare le tette della francese verso l’alto, sbilanciandola. La mia ragazza si lanciò subito contro la rivale, e Lara rimase in cima alla ragazza dopo la caduta. Lara sorrise dello sguardo contrariato della rivale francese. La mia ragazza abbracciò Helene, che ricambiò appena possibile. Il seno italiano iniziava a perforare la carne francese mentre Lara macinava le sue tette contro quelle della rivale.
“Non parli più, eh? Non parli più, puttana?” disse Lara mentre iniziava a pompare le sue tette contro quelle dell’avversaria.
Il peso delle tette italiane, aumentata dalla forza di gravità, rese difficile trattenere i gemiti, mentre Helene cercava di buttare giù l’avversaria. Lara strinse ancora di più, andando naso a naso con Helene. Si scambiarono sguardi intensi. Nonostante sentisse di star vincendo, Lara sentiva la forza delle tette della francese spingere contro le sue.
“Arrenditi… puttana” sibilò la mia ragazza, stringendo ancora la presa.
“Mai…” rispose sforzandosi Helene.
Ma la francese era al limite, il corso della lotta ora pesava sul suo seno insieme alle tette della rivale italiana. Lara iniziò a pompare nuovamente il suo seno verso il basso, ottenendo gemiti da parte della ragazza sotto di lei. Presto, Helene iniziò a piangere mentre il suo seno iniziava a cedere.
“Hai finito di parlare, troietta? Senti come le tue tette si spostano quando spingo le mie tette in avanti? Hai perso!” disse Lara, prima di stringere violentemente il corpo della francese.
Le tette di Helene cedettero il passo al seno più forte della mia ragazza, mentre la ragazza francese guaì sconfitta.
“Basta! Ti prego, basta! Mi arrendo!” disse tra i singhiozzi Helene, cercando di spingere via l’avversaria.
Ma Lara non lo fece. Non lasciò la presa. Strinse di nuovo, e la francese gemette.
“Dillo…” sussurrò Lara all’orecchio della rivale.
“Le tue tette sono migliori delle mie!” disse piangendo Helene.
Solo allora la mia ragazza mollò la presa. Helene portò subito le mani sulle sue tette sconfitte, massaggiandole amorevolmente.
Lara si alzò dal letto, il viso illuminato, e si mise solamente la maglietta, prendendo poi il suo reggiseno e quello della francese in mano.
“Questo viene con me” disse sorridendo la mia ragazza mentre andava verso la porta.
La seguì immediatamente. E chiudendo la porta della nostra stanza, sorrisi la consapevolezza che la mia ragazza era tornata quella di prima. Passammo una notte di fuoco, e per un giorno ci dimenticammo di Adele.
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Offline Bad Man

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Re: A journey is the best cure
« Reply #1 on: December 06, 2019, 04:32:30 PM »
Ottima storia
I am a 40 year old man who loves every type of female combat, I would like to have cyberfight with women of any age, I am 6'1 250 lbs, i like boxe nhb i like brutal match