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Sorelle 6 fine (italiano)

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Offline krispin

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Sorelle 6 fine (italiano)
« on: February 10, 2019, 11:18:08 AM »
Qui le prime cinque parti

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6

All'ultimo istante si ricordò della manopola del rubinetto. Accidenti Perché non ci aveva pensato prima? La cercò con la mano destra ed era ancora lì, nella tasca dei jeans. La afferrò stringendola più forte che poteva, poi allargò il braccio e colpì Roberta alla tempia, con tutta la forza che le restava.

Qualche passo e mancavano già pochi metri al burrone. Ma all'improvviso si sentì un urlo: “Ferma! Non muoverti! Lasciala andare e alza le mani!”. Un nugolo di poliziotti era apparso armi in pugno.
Per qualche interminabile secondo sembrò che Giovanna volesse gettarsi nel vuoto assieme alla sua preda. Poi decise di arrendersi. Si staccò dalla professoressa e alzò le braccia al cielo.
Qualche istante dopo Alice vide confusamente un uomo che si avvicinava. Sembrava... Sì, era Giorgio! Lui la cinse in un abbraccio, ma la mollò quasi subito per paura di farle male. “Come stai, “Fuscello”?”. Lei abbozzo un sorriso: “Lo sai? Mi piace un sacco quando mi chiami così” riuscì a dire in un soffio. Ma subito le venne in mente la sorella. “Elena?” chiese con un'espressione incerta e disperata. “Sono andati anche da lei. Speriamo siano arrivati in tempo”.

Un colpo, due, tre... finché la stretta al collo di Elena finalmente si allentò e la ragazza le cadde addosso con tutto il peso del suo corpo flaccido. All'ultimo istante, un attimo prima di soccombere definitivamente, la poliziotta aveva trovato il modo per sconfiggere la rivale.
Ci mise un po' per liberarsi e uscire da là sotto. Una volta in piedi, barcollante, Elena pensò che non doveva assolutamente perdere conoscenza. Ma un istante dopo la stanza fu invasa dai poliziotti, guidati dal commissario capo.
“Giovanni, grazie al cielo!”.
“Avrei scommesso che ce l'avresti fatta” disse lui avvicinandosi.
L'uomo era turbato dalla situazione, ma anche dal fatto di vedere per la prima volta la sua graziosissima vice a torso nudo. Anche in quegli istanti così drammatici non poteva fare a meno di pensare che con il suo fisico alto e slanciato Elena era davvero una splendida ragazza.
“Non sai quanto poco ci è mancato che tu perdessi la tua scommessa” rispose lei con un timido sorriso, prima che la nebbia l'avvolgesse completamente e che le gambe la mollassero. Giovanni fu lesto ad afferrarla. La prese in braccio, la trasportò fuori e la adagiò delicatamente sul sedile posteriore della sua auto, cercando senza troppo successo di nascondere l'eccitazione che lo aveva colto.

Era stata Paola ad avvertire la polizia. Sapeva che non sarebbero mai riuscite a fuggire e non voleva passare il resto della sua vita in galera per complicità in due omicidi. Aveva fatto finta di accettare la decisione della figlia e della sorella soltanto perché temeva che quelle due potessero uccidere anche lei. La telefonata era arrivata in commissariato proprio quando Giorgio era andato a denunciare la scomparsa di Alice e di Elena, così l'uomo aveva chiesto e ottenuto di seguire gli agenti.

“Ecco qua il rapporto completo”.
“Grazie, siediti un attimo”.
Elena era entrata nell'ufficio di Giovanni senza bussare, come faceva sempre, ma lui non si formalizzava certo per questo. Quella ragazza lo aveva attratto fin dal primo momento in cui l'aveva conosciuta. Ora gli tornavano spesso in mente gli istanti in cui l'aveva afferrata, prima che svenisse, e l'aveva trasportata seminuda nella sua auto. Rivedeva il suo corpo snello, i suoi piccoli seni, la sua vita sottile. Ripensava al contatto delle sue braccia con la schiena di Elena. E sentiva salire di nuovo l'eccitazione.
“Siediti – disse alla ragazza – Leggerò tutto con calma, intanto mi sento di poter dire che hai fatto un ottimo lavoro”.
“Non è vero. Ho commesso diversi errori”.
“Solo uno: non avresti dovuto agire da sola. Ma poi ti sei trovata in una situazione di grande difficoltà e hai saputo reagire molto bene. Non hai mai mollato e alla fine ce l’hai fatta”.
“Giovanni, forse io me la sarei cavata anche senza il vostro arrivo, ma mia sorella sarebbe morta. La verità è che non ho saputo difenderla”.
“Non potevi fare di più Elena. Non fartene un cruccio. Sei un'ottima poliziotta”.

Dopo quella terribile avventura Alice si era presa una lunga pausa dall’insegnamento. Dalle ferite fisiche era guarita rapidamente, ma quelle psicologiche erano più difficili da superare. Le serviva del tempo. Aveva ricominciato a vedersi di tanto in tanto con Giorgio. Non se la sentiva più di abitare in quella casa, dove Roberta l’aveva aggredita, picchiata e rapita, così l’aveva messa in vendita e si era trasferita in un appartamento più piccolo. Quel giorno riapriva la scuola e per lei era un banco di prova importante. Non sapeva quali sensazioni avrebbe provato.
Era appena entrata nella sua nuova classe quando si accorse di aver dimenticato nel suo armadietto, in sala professori, un blocco pieno di appunti. “Scusate, torno subito” disse alle ragazze, si voltò e uscì dall'aula.

Era calato il silenzio. Elena lo interpretò come un commiato e si alzò. “Ok, torno di là”. La ragazza era già sulla porta quando lui parlò di nuovo: “Senti Elena, cosa fai stasera? Ti andrebbe di mangiare qualcosa assieme?”.
La proposta colse di sorpresa la ragazza. Si era accorta da tempo di piacergli, ma non si aspettava certo che la invitasse a cena. Non in quel momento. Stava per rispondere, ma fu ancora lui a parlare. “Maria è al mare con i bambini per qualche giorno”.
Lei lo guardò fisso negli occhi. Le piaceva. Era colto, simpatico e attraente. Ma aveva un difetto: era sposato. “Non posso Giovanni, mi dispiace” rispose. Poi si voltò per uscire, ma quando fu sulla porta pensò di chiarire ancora meglio la situazione: “Quando la senti, salutami tanto Maria” disse e uscì.

L’impatto fu improvviso e violento. Alice fu letteralmente investita da qualcuno che stava arrivando di corsa e finì per terra, gambe all'aria, a diversi metri di distanza. “Ma cosa diavolo...” disse prima di mettere a fuoco la situazione. La prima cosa che vide furono due gambe robuste, poi alzò lo sguardo e incrociò un petto debordante. Il treno che l'aveva investita era una ragazza, anzi una ragazzona.
All'insegnante sembrò di essere ripiombata nell'incubo. Si mise automaticamente sulla difensiva. Sentì se stessa bofonchiare qualcosa di incoerente: “Scusami... Scusa tanto...”.
“Oddio, ma cosa dice prof? Sono io che devo scusarmi. Sono una stupida, mi dispiace moltissimo. Avevo paura di essere in ritardo e...si è fatta molto male prof?”.
La ragazza si avvicinò e aiutò Alice a rialzarsi.
“No, no, nessun problema” disse la professoressa ancora scossa.
“Ma è sicura? Sono davvero costernata”.
Alice la osservò meglio. Sembrava che stesse per mettersi a piangere da un momento all'altro. La accarezzò sulla guancia. “Stai tranquilla. Non è successo nulla” le disse.
“Grazie, lei è troppo gentile. Mi dispiace davvero”.
“Naturalmente sarai punita per quello che hai fatto”.
“Beh, capisco...”.
“All'inizio dell'anno, i primi giorni, io vado a mangiare qualcosa con le mie nuove allieve a turno. E’ un modo per conoscerci. Qui vicino c'è una pizzeria decente. Che ne dici? Ci sei oggi a pranzo?”.
Il viso della ragazza si illuminò. “Prof lei è un mito! Grazie! Grazie!” disse e abbracciò Alice vigorosamente.
“Piano, piano. Così mi fai male. Ora entra in classe. Tra cinque minuti comincia la lezione”.

Fine

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Offline Catfight Super Fan

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Re: Sorelle 6 fine (italiano)
« Reply #1 on: February 11, 2019, 10:48:59 PM »
Un finale conclusivo e ben fatto. Speravo in un ultimo scontro con Roberta ferita ma va bene lo stesso!! 
L a prossima storia la pubblico io. Sono meno narrativo e più dedito al combattimento però!

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Offline krispin

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Re: Sorelle 6 fine (italiano)
« Reply #2 on: February 12, 2019, 02:07:54 PM »
Un finale conclusivo e ben fatto. Speravo in un ultimo scontro con Roberta ferita ma va bene lo stesso!! 
L a prossima storia la pubblico io. Sono meno narrativo e più dedito al combattimento però!

Ciao, grazie per esserti sorbito l'intero racconto e per averlo commentato.

Personalmente amo le storie costruite con calma, le descrizioni fisiche e psicologiche, e sono meno incline ai lunghi combattimenti. Un po' perché non ho fantasia e non saprei descriverli in modo dettagliato e tecnico (tipo mosse di wrestling o cose simili). Ma molto anche perché le mie storie sono tutte uguali, con le esili good girl dominate in incontri quasi a senso unico. Insomma: sono ripetitivo...

Attendo la tua storia!