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Checkmate

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Offline Susanoom

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Checkmate
« on: April 13, 2019, 02:40:30 PM »
Ringrazio innanzitutto Catscarlisle per avermi affidato la sua idea per poterla sviluppare.
La storia è scritta in due lingue diverse: italiano ed inglese. Qui trovate la storia in italiano mentre nella sezione Sexfight & Titfight troverete quella in inglese.
Foto alla fine del post.

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Checkmate

La camera da letto del Cordis, ad Hong Kong, era uno spettacolo anche con la luce spenta. Metà della suite era nascosta completamente dall'oscurità. L'enorme letto, i lussuosi cassettoni adiacenti ed un frigobar sempre rifornito erano solo vagamente visibili. Era come un mondo inesplorato, qualcosa di sconosciuto, di misterioso. Ma grazie alla luce del Sole che entrava dalla finestra, unica fonte di luce, permetteva di scorgere i particolari, anche se al buio. Ma se una metà era nascosta, l'altra era in bella vista. Non c'era molto, o meglio niente che fosse davvero interessante. Perché, dall'altro lato della stanza, illuminata dalla luce c'era una donna. La sua pelle sembrava essere coperta di diamanti mentre la luce la sfiorava, la sua nuda schiena era lunga e sinuosa, mentre ella si guardava allo specchio, godendo di ciò che lo specchio rifletteva.
Si passò gentilmente le mani tra i lunghi capelli neri, facendoli ricadere sopra alle strette spalle, mentre sul suo viso sensuale quanto severo si disegnava un sorriso. Le sue mani continuarono il loro tragitto lungo il suo corpo, passando per l'incavo del collo, per poi giungere ai lineamenti femminili per eccellenza, di cui andava fiera: i suoi seni magnifici 32G. Appoggiò le mani sopra alle sue tette e ne seguì i contorni, ammirandoli come se fosse la prima volta. Se era lì dov'è adesso, è grazie a ciò che Madre Natura gli ha dato. Con quei seni è andata avanti, senza mai preoccuparsi di chi o cosa ci fosse sul suo cammino. Solo una volta, ebbe paura. Si trattava di una lotta, lanciata proprio da lei stessa. La rivale contro cui avrebbe combattuto aveva le sue stesse misure, o forse era più grande. Dopo una dura e sudata battaglia dove i suoi seni e quella dell’altra donna si sono scontrati senza pietà, dopo tre ore di dolore e rabbia, le sue tette hanno appiattito quelle della rivale. La battaglia è durata ancora un'ora, senza che nessuna delle due si fosse arresa. Ma alla fine, la rivale dovette cedere e sottomettersi. Doveva ammettere che quello fu il giorno più lungo per lei. Ma è grazie a quella battaglia che adesso è Elena, Regina d'Europa.
In quei anni, la democrazia aveva fallito miserabilmente, lasciando un intero mondo senza controllo. L'unica opzione fu di tornare alla monarchia, cercando quindi gli eredi della famiglia reale. Ma quando tutti si aspettarono di trovare l'ultimo erede, ne trovarono ben due. Due ragazze all'epoca.
Su di loro gravava un enorme fardello. Una di loro doveva salire al trono e ricostruire forse l'Impero più grande mai visto prima. Entrambe volevano il ruolo di regina ma questo era impossibile: solo una poteva esaudire il suo desiderio. Così, decisero di sistemarla tra di loro. In maniera equa e regale. Chiuse nelle loro stanze, loro combatterono con i loro corpi, senza tregua, finché una di loro non avesse prevalso.
E così che iniziò il tutto. Dalla prima regina ne vennero fuori altre. Figlie, nipoti, zie, cugine. Chi apparteneva alla famiglia reale, doveva regnare. E la regola del primogenito era stata ormai cancellata. Colei che regnava doveva essere la più forte, la migliore. All'interno della famiglia reale quindi ci furono state numerose battaglie interne, ma che tutte permisero di avere sempre una regina che sedeva sul trono.
Ma ben presto, si alzarono rivolte contro la regola della famiglia reale. Perché solo loro potevano governare? Se il ruolo di regina veniva discusso tramite una lotta, perché non permettere anche alle altre donne di lottare? E così è stato. Una regina, molto orgogliosa di sé stessa, permise ad una semplice contadina di affrontarla in combattimento. In caso di vittoria della plebea, il ruolo di regina sarebbe passato a lei, mentre in caso di perdita, la sua vita sarebbe cessata per sempre. Una vita di ricchezza e potere per una vita umile. La regina era abituata a vincere contro la sua famiglia da generazioni, cosa poteva fare una semplice contadina? Ma fu proprio nel momento in cui le sue tette regali venivano appiattite contro il suo petto dai seni più grandi della contadina, dopo una lunga battaglia, a farle capire che l'orgoglio è nemico del successo.
Da lì, iniziarono le lunghe battaglie per il potere, che continuarono nel corso degli anni, fino ad arrivare ad Elena, l'attuale regina dei giorni nostri.
Ed ora era lì, in quella suite di un lussuoso hotel ad Hong Kong, per affrontare una nuova sfida.

La battaglia era durata relativamente poco. In quella piccola stanza, dove solo un tappeto era stato piazzato sopra il pavimento, la regina aveva completamente distrutto l'avversaria. Sì era presentata combattiva, e per i primi minuti, la giovane donna cinese sembrava essere una degna avversaria. Ma quando si sono abbracciate in maniera tale da permettere ai loro seni di darsi battaglia, le tette di Elena avevano eclissato completamente e velocemente le tette più piccole della donna.
“Non dovresti giocare a fare la donna, se non lo sei realmente” disse la regina, mentre soffocava la donna con i suoi seni.
Quando fu sicura che l'avversaria fosse incosciente, la lasciò cadere a terra senza degnarla di uno sguardo. La battaglia l'aveva annoiata.
“La prossima volta, se vuoi avere almeno una chance di vincere” iniziò a dire la regina “assicurati di portarmi una vera donna… o qui in Cina ci sono solo queste ragazzine con le tette piccole?”
Elena guardò intensamente la telecamera sul muro davanti a lei. Sapeva di star parlando con qualcuno di importante, ma se questo era il meglio che aveva da offrire, per lei non valeva più delle sue cameriere.
“Davvero incredibile, Sua Maestà” rispose una voce metallica. Era una voce di donna, ma l'altoparlante ne camuffava l'esatta intensità “Mi piacerebbe incontrarla di persona. Credo di averla sottovalutata, ma le prometto che sarà l'ultima volta che commetterò un errore del genere...”
Ma la voce stava parlando ormai alla schiena della regina. Lei aveva già deciso. Non avrebbe perso un secondo di più in questo posto. Ma la voce metallica catturò la sua attenzione.
“... Sempre se lei non ha paura di affrontare qualcuno di più forte”
La regina si bloccò di colpo, ma non si girò neppure. Quelle parole agitarono qualcosa dentro di lei. Curiosità. Avidità. Voglia di combattere. La sua decisione cambiò di colpo.
“Suite del Cordis. Dopo cena. Non amo aspettare” e la regina uscì dalla stanza.
L'interlocutrice sorrise. Le sue labbra rosse erano in netto contrasto con il bianco dei suoi denti. Madame Shi si adagiò allo schienale della sua poltrona, mentre un suo secondo chiudeva il portatile sul tavolo davanti a lei. Aveva sfidato la regina, ma voleva prima saggiare le sue capacità. Aveva quindi preso una comune donna per strada, e dopo averla convinta con una somma di denaro, l'aveva fatta scontrare con Elena.
“Davvero incredibile...” mormorò Madame Shi mentre si mordeva il labbro inferiore “preparate la macchina. Ho un appuntamento con Sua Maestà, e non voglio fare tardi” ordinò infine si suoi uomini.

Le due donne non si sono piaciute dal primo momento che si sono viste. Entrambe erano sedute ad un lato di un piccolo tavolo, intente a giocare una partita di scacchi. Elena era in un elegante vestito bianco da sera, adatto per incontri di una certa grandezza. Le gambe erano esposte fino alle ginocchia, mentre il seno era in bella vista dalla finestra al centro del petto Madame Shi invece indossava un vestito rosso, che pendeva da un solo alto, lasciando solo una gamba scoperta. Il suo seno, al contrario della regina, era perfettamente coperto, e ciò causò una enorme frustrazione ad Elena. Vedeva due grandi seni, ma non riusciva a comprenderne appieno la validità, data la scarsità di pelle esposta. Le donne erano completamente sole.
“Dunque, Madame Shi, di cosa voleva parlarmi?” iniziò la regina muovendo per prima.
“Prima di tutto, volevo congratularmi con lei per la sua vittoria. È stata davvero esemplare” rispose la donna muovendo a sua volta.
“Oh, semplice routine. Ma grazie comunque”
Sì scambiarono convenevoli di questo genere, mentre le pedine si muoveva senza sosta sulla scacchiera. Questo fino a quando Madame Shi non fece la sua mossa.
“... Parliamo seriamente, ora.” il tono della donna cinese divenne improvvisamente serio “Conosco una persona che sarebbe davvero interessata a… lavorare sul territorio oltreoceano. Sul vostro territorio, per l'esattezza” e mosse, per la prima volta, la regina in avanti.
Una semplice casella, ma era di più. Ed Elena l'aveva capito.
Nel corso degli anni, come detto in precedenza, anche le normali regole sono mutate. E gli scacchi non fanne eccezione. È cambiata solo una cosa: il ruolo di re e regina. Ora il pezzo più importante della scacchiera è la regina, e non più il re. Il loro movimenti rimane invariato. Ma solo se cade la regina, cade l'esercito.
“Temo, Madame Shi, che questo non sia possibile” iniziò Elena, spostando in avanti la stessa pedina della donna cinese di due caselle “Nel mio territorio, ciò che viene da oltreoceano non è ben visto”
Elena sorrise, mentre sollevava la mano dalla regina. Vide che Madame Shi fissava intensamente il suo seno, e se ne rallegro. Il fascino delle sue tette era irresistibile anche per le donne.
“Cercherò di essere più chiara, poiché temo di non essermi spiegata bene” Madame Shi spostò in avanti la regina di una nuova casella “Questa persona non accetta un no come risposta” e sollevò delicatamente il dito dal pezzo, fissando la regina con aria di sfida
“Senza offesa… ma se questa persona” Elena spinse in avanti ancora la regina “ma questa persona cos'ha da offrire? Osa chiedermi ciò senza nulla in cambio?”
Madame Shi sorrise, mentre si chinava a spostare la regina.
“Più che uno scambio, questa persona pensava ad una scommessa. Una puntata su un combattimento. Data la sua capacità, vorrebbe affrontarla di persona”
Elena sorrise di rimando, avanzando con la regina.
“Interessante. Ma l'ultima volta che una donna della vostra razza si è scontrata contro di me, ha fatto una brutta fine. Come farà, questa persona a convincermi?”
La regina spostò in avanti il pezzo, ma non si ritirò su. Rimase chinata, a guardare la donna davanti a lei, mentre con il dito teneva il pezzo fisso sul posto.
Madame si avvicinò, fino ad essere a pochi centimetri dal volto di Elena. Entrambe poterono sentire il profumo dei capelli dell'altra e la potenza della femminilità della donna seduta davanti. Madame Shi spinse infine la regina in acanti, ed ora entrambi i pezzi erano in caselle adiacenti. L'una davanti all'altra, come in una battaglia, come in un duello. Entrambe desiderose di vedere l'altra cadere. La regina bianca e la regina nera.
“Questa volta, sarà completamente diverso” rispose Madame Shi, con un sorriso fiducioso sul volto.
Rimasero così per qualche secondo, senza parlare. I loro occhi indagavano nell'anima altrui, sperando di rallentare il tempo fino a fermarlo, per rimanere lì, ferme e perfette. Due regine, pronte alla battaglia. Solo una sarebbe caduta.
“Scacco matto” dissero entrambe mentre si tirarono su, sorridendo.
Il sorriso sui loro volti non sparì più per il resto della serata, nonostante il loro incontro si fosse concluso nemmeno cinque minuti dopo. Elena sorrideva perché avrebbe avuto una lotta come si deve, contro una donna che poteva eguagliarla. Madame Shi sorrideva perché aveva ottenuto ciò che voleva, ed ora rimaneva solo l'ultimo ostacolo da superare. Sulla scacchiera, i pezzi erano deposti sul lato, come due schieramenti di nemici aspettavano con ansia la fine della guerra, tra gli unici pezzi rimasti sopra al loro campo da battaglia: le loro regine.

E fu così che venne il giorno. Elena, ed il suo uomo, suo marito per titolo ma alla fine era un semplice toy boy che, a detta sua, non si lamentava mai del suo “lavoro” dato che doveva pensare al piacere della regina, vennero accompagnati ad una delle magioni di Madame Shi. Mentre sedevano in macchina, potevano ammirare i curati giardini che si aprivano ai lati della strada a ciottoli. Il verde misto all'azzurro delle fontane sparse qua e là, dove gli uccellini bevevano assetati. La villa in cui entrarono era splendida. Le mura bianche si intonavano perfettamente al tetto scuro. Già da fuori si poteva notare che la costruzione di sviluppava verso l'alto si più piani e in lunghezza, parallelamente al terreno. Il dentro era molto lussuoso. La regina si aspettava il solito arredamento dedito alla tradizione, ma si ritrovò tutt'altro. Le stanze dove entrava, dall'uscio al salotto, erano moderne, al passo coi tempi. C'era la sfarzosità della tecnologia di ultima generazione, unità all'eleganza di mobili di lusso. Non era differente da dove albergava, solo che qua si trovava direttamente a casa del nemico.
Vennero accompagnati in una stanza al piano terreno. Era una sorta di enorme camerino, al cui interno vi erano numerosi abiti si vario genere. Dentro, una donna li stava aspettando.
“Lei deve essere la nostra ospite. La signora mi ha ordinato di aiutarla nel” iniziò a dire la donna una volta che la porta si chiuse dietro alla regina, ma venne subito zittita da quest'ultima con un gesto.
“Non mi interessa. Vattene. Non ho bisogno di una cinese per cambiarmi!” rispose secca Elena.
“Ma la signora mi ha” cercò di rispondere la donna ma senza successo.
“Ho detto di andartene!”
La donna, spaventata dalla regina, chino la testa ed uscì dalla stanza, lasciando la regina ed il suo uomo fa soli.
“Sei stata un po’ brusca” disse lui.
“Non ho bisogno di una cinese. So cavarmela da sola. Piuttosto, passami il vestito. Prima distruggo la mia avversaria, prima torniamo a casa” rispose la regina
Il suo tono non era più arrogante come con la donna. Ora aveva una nota dolce, segno che temeva davvero a quell'uomo. Se le cose fossero state diverse, probabilmente ora sarebbero sposati come due persone normali.
L'uomo le passò un abito nero, lungo ed attillato. Su Elena, quel vestito era come una seconda pelle. Era il suo vestito preferito. Le valorizzava le curve, snellendo la ancora di più di quel che era, mentre sollevava il seno in maniera provocatoria. Quando lo indossava, si sentiva invincibile e desiderata. Gli sguardi erano sempre su di lei. Ma soprattutto, quel vestito era un regalo del suo uomo. Dopo la prima battaglia combattuta per lui, si ritrovò un regalo sopra al letto. Quando lo aprì, si trovò davanti a questo splendido abito, con un bigliettino attaccato. “Alla mia leonessa”. E da lì, continuò ad usarlo negli incontri speciali. I duelli per il ruolo di regina, i combattimenti per il suo uomo. Quel vestito era sempre con lei, nei momenti importanti. Ed oggi sentiva di doverlo indossare. E così fece. Quando uscì dalla camera, anche gli uomini che l'attendevano faticarono a toglierli gli occhi di dosso.
“Sono pronta”
L'accompagnarono al piano di sopra, davanti ad una porta. Lì, dovette separarsi dal suo uomo.
“Vai e fai vedere chi è la regina” la incoraggiò l'uomo.
Lei gli sorrise e varcò la porta.
Sì ritrovò in un normale salotto. I mobili erano stati spostati ai lati della stanza, in maniera tale da avere abbastanza spazio al centro. Iniziò a guardarsi attorno, mentre aspettava la comparsa della sua avversaria. I suoi tacchi risuonavano sul parquet mentre si muoveva. Poi, una porta si aprì. La regina era girata di schiena, ma quando sentì il rumore dei tacchi dell’altra donna, sorrise entusiasta. Il suo momento era arrivato.
“Finalmente! Mi stavo chiedendo quanto tempo ci avresti messo, cara la mia Madame” disse Elena girandosi lentamente “Shi” terminò, abbassando la voce mentre guardava incredula davanti a sé.
Davanti a lei non c'era chi si aspettava. Non c'era Madame Shi. In un sottile abito rosso, con spalline sottili e lungo fino alle ginocchia, c'era una giovane ragazza. A giudicare dai lineamenti del viso, avrebbe dovuto avere sui vent'anni. Gli occhi della regina la studiarono subito. Era poco più bassa di lei, e più piccola di corporatura. I suoi seni invece, erano grandi, ma non come i suoi. Eppure, la regina ne fu gelosa. Nonostante li riuscisse a vedere, nonostante sapesse di avere il seno più grande, lei ne era gelosa. E la ragazza sembrò accorgersi, dato che posò le mani sopra alle sue tette, sorridendo.
“Chi sei? Dov'è Madame Shi?” chiese la regina, sollevando lo sguardo.
“Non verrà. Ci sono io per te” rispose la ragazza con sicurezza “mi chiamo Mei Lin, e sono la figlia di Madame Shi. Tu devi essere Elena”
La regina la guardò sospettosa. Non riusciva a capire. Quando avevano parlato lei e Madame Shi, era chiaro che si sarebbe confrontate loro due. Voleva schiacciare le tette di Madame Shi con le proprie, affermando la sua superiorità. Allora perché davanti a lei c'era una che diceva di essere la figlia?
“Vi state prendendo gioco di me?” iniziò a gridare Elena arrabbiata “Mi avevate promesso un combattimento degno di me! E cosa mi avete portato? Una bambina!”
Le pareti sembravano tremare mentre la regina urlava. La sua rabbia nel non poter affrontare Madame Shi era incontenibile. Ma la cosa che la faceva più imbestialire, era il sorriso di quella ragazza. Mei Lin la guardava sorridendo, mentre lei sbraitava.
“Madame Shi sapeva che avresti reagito così” iniziò a parlare la ragazza mentre Elena iniziò a calmarsi “Mi ha detto di calmarti… ma non lo farò. Non mi metto a calmare una perdente come te”
Le parole la colpirono in pieno. Elena sgranò gli occhi, non credendo a ciò che aveva appena sentito. Ma la ragazza continuò senza problemi.
“Non so cosa mia madre ci veda in te. Io vedo solo una puttana che si atteggia senza motivo” disse sogghignando malignamente.
“Scusami?” chiese la regina, ancora incredula.
“E sei pure sorda! La vecchiaia si fa sentire, eh? Bangui!”
Elena non capì l'ultima parola, ma sapeva che non era un complimento. Sì avvicinò minacciosa alla ragazza, con uno sguardo truce sul viso.
“Stai al tuo posto, ragazzina. Stai parlando con la Regina d'Europa! E tu, stupida mocciosa, dovresti essere onorata di poter anche solo respirare la mia stessa aria!” urlò Elena in faccia alla ragazza.
Ma ella continuò a non perdere il sorriso. Anzi, si avvicinò ancora di più alla donna più grande. Per la prima volta, i loro seni si incontrarono. Sentirono subito la loro fermezza, ma non lo diedero a vedere. Dovevano sostenere lo sguardo dell'altra.
“Allora mi sentirò onorata quando sbatterò quel tuo culo flaccido fuori di qui” sputò Mei Lin, sostenendo lo sguardo della regina.
Accadde molto velocemente. La mano di Elena colpì perfettamente la guancia della ragazza. Lo schiaffo risuonò nella stanza mentre Mei Lin indietreggiava di pochi passi, guardando ancora a terra. Era il segnale d'inizio. Mei Lin si girò, guardando in cagnesco la donna che l'aveva colpita. Elena le sorrise, come lei aveva fatto prima mentre la insultava. Mei Lin sorrise in risposta, e caricò lo schiaffo. La regina non si mosse. Anzi, lo aspettò e la stanza si riempì nuovamente del rumore di un nuovo schiaffo. La regina indietreggiò di un passo, poi si ricompose. Entrambe stavano sorridendo, ma non più in maniera da prendere in giro l'altra donna. Ora era un sorriso maligno, cattivo. Entrambe stavano immaginando le più atroci cose da fare per provocare dolore, e questo le faceva sorridere. Quello fu il segnale d'inizio di una combattuta lotta.
“Ti prenderò a calci in culo, puttana” sorrise Mei Lin, alzando i pugni.
“Parole troppo grosse per tette così piccole” rispose in rimando Elena, imitando la posa.
Si guardarono per pochi minuti, girando attorno senza distogliere lo sguardo.
“Sei pronta?” chiese la più grande, senza perdere il sorriso.
“Oh, certo!” Mei Lin agì rapidamente, tirando un gancio sinistro contro il viso di Elena che indietreggiò sorpresa “sono molto più che pronta!”
Mei Lin continuò con un gancio destro contro lo stomaco della europea, che sentì l’aria uscire dai polmoni. La ragazzina sapeva il fatto suo.
“Cristo santo!” gemette Elena, mentre riprendeva posizione.
Mei Lin si avventò di nuovo contro l’avversaria, ma questa volta la donna riuscì a schivare il gancio dell’asiatica e la colpì a sua volta con un gancio destro sullo stomaco, seguito da un montante che fece indietreggiare Mei Lin. Elena sorrideva nel vedere che la rivale aveva perso il sorriso. Anche la donna non era una novellina. Mei Lin si alzò, mettendosi in guardia. Si aspettava una forte resistenza da parte della donna.
Mei Lin caricò Elena, spingendola con una spallata. L’europea indietreggiò di qualche passo, perdendo l’equilibrio. La cinese quindi si preparò a colpire ancora. Un diretto sullo stomaco ed un calcio contro le costole dell’europea fece sogghignare Mei Lin. Ma mentre la cinese stava gongolando alla vista della donna piegata, Elena si riscosse e caricò la ragazza dal basso, prendendola di sorpresa.
Mei Lin si sentì afferrare sulle cosce, e spinta verso l’alto. La donna europea l’alzò e grazie allo slancio la spinse indietro. Mei Lin atterrò sul suo culo, colpendo con la testa la parete dietro di lei. Quando sentì il dolore alla testa e capì che dietro di lei non c’era più spazio, capì di dover uscire da quella situazione prima che fosse scomoda. Alzò lo sguardo per vedere Elena che si avvicinava e l’alzava. Quando fu in piedi, Elena la colpì rapidamente con due pugni contro lo stomaco, suscitando grugniti da parte della ragazza.
“Stupida ragaz” le parole si stroncarono quando Mei Lin spinse di scatto la testa in avanti, colpendo Elena in fronte mentre stava caricando il terzo pugno.
La donna europea venne stordita per pochi secondi, ma furono abbastanza per la ragazza cinese che l’afferrò la vita e si posizionò al suo fianco, e con il braccio libero iniziò a ripagare la rivale con la stessa moneta. La tetta destra di Mei Lin entrò in contatto per la prima volta con il seno sinistro di Elena. Subito notò la differenza di dimensioni. Le sue tette erano più piccole della puttana europea, e questo le diede fastidio. Era gelosa. Due, tre pugni diretti contro lo stomaco fecero gemere e tossire l’europea ad ogni colpo.
“Brutta stronza!” gridò Elena, fermando l’ultimo pugno di Mei Lin.
L’europea colpì la cinese in pieno viso, che perse la presa. In pochi secondi, le donne erano di nuovo faccia a faccia. La cinese notò il sorriso compiaciuto sul viso di Elena e si toccò il labbro. Perdeva sangue.
“Tu… come osi farmi sanguinare?”
“E siamo solo all’inizio, bambina. È solo l’inizio”
Elena colpì Mei Lin sul viso un’altra volta, mentre la cinese riuscì a piazzare due diretti contro lo stomaco dell’europea, riuscendo poi ad afferrarla di nuovo come prima. Elena sentì la fermezza del seno destro della ragazza. Aveva le tette più piccole delle sue ma erano dannatamente sode.
“Come fa ad avere delle tette così grandi?”
Mei Lin colpì prima il viso dell’europea, poi il suo stomaco, suscitando altri grugniti. Elena capì che se continuava così, non sarebbe andata lontano. Così iniziò a sua volta a colpire Mei Lin con forti diretti contro lo stomaco. Continuarono così per alcuni minuti, in questa gara di resistenza.
Dopo alcune battute, Mei Lin colpì nuovamente il viso di Elena prendendo quest’ultima alla sprovvista. L’europea era troppo concentrata a resistere agli attacchi allo stomaco che l’attacco sul suo viso l’aveva spiazzata. Mei Lin sorrise. Era il momento di cambiare. La cinese assestò un forte montante, che fece cadere a terra la donna europea. Elena sgranò gli occhi quando sentì il pavimento contro la sua schiena. Non fece in tempo a muoversi, che Mei Lin era già su di lei, seduta sul suo stomaco.
“Cazzo! Levati!”
“No!”
La ragazza cinese colpì Elena con uno schiaffo. La donna europea non credeva a quello che la ragazza aveva appena fatto. La guardò con uno sguardo misto di odio ed incredulità. Ma dalla sua posizione, Elena vide solo una giovane ragazza che troneggiava su di lei con un sorriso crudele. Dopo pochi secondi arrivò un secondo schiaffo, ed un altro ancora. Elena dovette chiudere il viso con le braccia per evitare altri danni. Sentiva i colpi della ragazza cercare di creare un varco nella loro difesa.
“Cazzo! Cazzo! Cazzo!” pensò Elena.
Mentre Mei Lin caricava il colpo, la donna partì all’attacco. Il suo pugno arrivò direttamente contro la gola della ragazza, facendola tossire di colpo. Così facendo, Elena riuscì a spingerla via da lei. La ragazza si ritrovò in ginocchio, guardando con occhi lucidi ma ricolmi d’odio la donna che si alzava verso di lei, ansimando. Anche se Mei Lin cercò di evitarlo, il seguente pugno di Elena colpì in pieno viso la cinese, atterrandola. Ora era il turno di Elena di essere in cima. Gli schiaffi echeggiarono nella stanza, seguiti dai guaiti della ragazza.
“Ti piace, puttana? Eh? Ti piace?” gridò Elena mentre continuava a schiaffeggiare la ragazza sotto di lei.
“N? huì s?, bi?o zi!” (Morirai, cagna!)
“Non capisco quando parli la tua merdosa lingua!”
Mei Lin sputò in faccia alla donna, mentre riuscì ad afferrarle le braccia. Elena cercò di divincolarsi ma la presa era ferrea. Utilizzando gli addominali, Mei Lin iniziò a salire lentamente, mentre Elena veniva spinta indietro, nonostante i suoi sforzi per tenere la ragazza al suo posto. Quando ne fu in grado, la cinese liberò di colpo le braccia della donna che andò indietro per la troppa forza nel cercare di liberarsi.
“Bastarda!”
“Stronza!”
Le due donne si affrettarono a tornare in piedi. Mei Lin cercò di colpire la donna con un gancio, ma Elena riuscì ad evitarlo ed allontanarsi dalla ragazza, indietreggiando.
Con la guardia di nuovo alta, le due combattenti continuarono a girare intorno, in attesa della mossa avversaria. Questa volta fu Elena a iniziare per prima, sferrando un diretto verso il viso di Mei Lin. La cinese devia il colpo con il braccio e prova a colpire a sua volta, ma quando il diretto stava per colpire il bersaglio, si arrestò di colpo. L’attacco della donna europea non era finito: quando ne fu in grado, afferrò i capelli di Mei Lin e li tirò verso il basso. Questo fece fermare l’attacco del cinese, mentre digrignava i denti dal dolore.
“Ahiiiiii!” guaì Mei Lin, afferrando la mano di Elena con la propria. Elena sorrise malignamente.
“Che c’è? Ti ho fatto male, per caso?” chiese innocentemente la donna.
“Lasciali! Lasciali andare, putt…” Mei Lin non finì la frase perché Elena tirò ancora una volta i capelli della rivale.
“Oh, l’ho fatto di nuovo?”
Mei Lin guardò con odio la donna davanti a sé. Come osava questa donna toccare i suoi meravigliosi capelli?
“In questo gioco, ci sono due giocatori!” disse Mei Lin, afferrando a sua volta i capelli dell’europea con entrambe le mani.
Era il turno di Elena di guaire dal dolore. Mei Lin sorrise sadica mentre guardava Elena con occhi maliziosi.
“Figlia di puttana!” urlò Elena, afferrando con entrambe le mani i capelli neri della cinese.
Iniziarono a muoversi per la stanza, grugnendo e gemendo per il dolore. Alcune ciocche di capelli cadevano qua e là mentre le combattenti giravano per la stanza. Si spintonarono mentre tiravano i capelli, di tanto in tanto colpendosi con qualche pugno sullo stomaco. Camminarono avanti ed indietro, urtando qualsiasi cosa ci fosse tra loro. Ma ad un certo punto, il pavimento sotto di loro iniziò a mancare. Durante la lotta, le due donne si erano spostate di stanza, aprendo la porta che dava sul corridoio urtandola, fino ad arrivare alle scale che davano ad una stanza con una fontana. Rotolarono giù da delle scale coperte da un morbido tappeto rosso.
Ancora a terra, le donne si avvinghiarono a vicenda, afferrandosi ancora per i capelli. Rotolarono per la stanza grugnendo e gemendo, andando a finire al centro della stanza, davanti alla sontuosa fontana. Mei Lin si alzò lentamente, senza mollare la presa, seguita poi dalla donna europea. Continuarono a tirare i capelli dell’altra donna senza sosta, mentre cercavano di far cadere la rivale. Mei Lin si attacca ad Elena, tirando il fondo del suo vestito, strappandolo brutalmente, rivelando parte del perizoma che posava sul suo culo tornito. Elena si arrabbia, così afferra Mei Lin cercando di portarla in acqua, cercando di sfruttare il vantaggio dell’altezza per piegare la ragazza cinese
La ragazza cinese decise di cambiare tattica, colpendo Elena prima sulle gambe e poi sul fianco. La donna mollò la presa e barcollò indietro. Un altro calcio la fece indietreggiare ancora. Mei Lin sorrise, aspettando che la donna tornasse in avanti.  Per qualche minuto, girarono intorno, fino a quando Mei Lin mise una mano sopra alle loro teste. Era chiaramente una prova di forza. Elena sorrise fiduciosa, ed accettò la prova bloccando la sua manco con quella di Mei Lin e offrendo l’altra. Quando anche l’altra mano era bloccata a quella della rivale, le braccia scesero di quota di colpo, mentre le due donne cercavano di piegare le dita dell’altra donna, dimostrando di essere la più forte. Dopo qualche spinta, le mani si spostarono vicino ai fianchi, facendo scontrare i loro seni direttamente tra loro. I loro volti erano a pochi centimetri di distanza, contorti dallo sforzo di piegare la rivale. Nessuna delle due voleva perdere.
Dopo alcuni momenti di sforzi e di spinte, il vantaggio dell’altezza di Elena le diede il giusto compenso. Il seno della donna iniziò ad inghiottire il seno più piccolo di Mei Lin, mentre stava iniziando a piegare la ragazza cinese. Il sorriso della donna europea era già una dura cosa da accettare per la ragazza cinese che si sentiva spinta indietro. Mei Lin gemette, cercando di evitare la sconfitta. La ragazza cinese riuscì a fermare l’avanzata della donna più grande, grugnendo per lo sforzo. Rimasero in stallo per qualche minuto, poi Mei Lin tirò le braccia di Elena verso di lei, facendole perdere l’equilibrio. I seni si pressarono insieme per pochi secondi, poi quando la ragazza cinese alzò di colpo le braccia, Elena dovette scendere in ginocchio. La ragazza cinese aveva vanificato il vantaggio di Elena, che grugniva per lo sforzo di tornare in piedi. Ma nonostante tutto, la regina continuò a gemere dallo sforzo, poiché la ragazza cinese stava cominciando ad ottenere un vantaggio sempre più definito. Le dita di Elena venivano lentamente e dolorosamente spinte indietro. Le braccia bruciavano, e la ragazza cinese non aveva intenzione di fermarsi. Elena continuava a perdere terreno, ormai aveva perso. Entrambe lo sapevano, Mei Lin sorrideva mentre Elena cercava di liberare le mani inutilmente. Mei Lin spinse ancora, suscitando un gemito dalla donna. Capendo che la prova di forza era persa, Elena riuscì finalmente a liberarsi e colpire la ragazza sullo stomaco. Mei Lin si piegò di colpo, gemendo. Ma la donna europea non aveva ancora finito,
L’afferrò di colpo per la veste e la strattono di lato, facendola cadere nella fontana, rompendole parte del vestito. La ragazza cinese si ritrovò completamente bagnata e con la veste strappata all’altezza della vita. Elena entrò nella fontana subito dopo, mentre la ragazza cinese si alzava, guardandosi il vestito.
“Che c’è, piccolina? Ti ho rovinato il vestito?”
“Era tra i miei preferiti, cagna!”
Mei Lin si avventò sulla donna, cercando di strappare la veste della donna per ripagare il torto subito.
Mei Lin afferra entrambe le spalle del vestito di Elena e cerca di forzarlo verso l’esterno, rivelando così il grande paio di tette della donna europea. Elena prova a tirarsi indietro ma Mei Lin riesce nel suo intento. La ragazza cinese rompe il vestito, costringendo Elena a coprirsi il seno con le mani. Ma le sue tette erano troppo grandi per essere coperte, così Elena partì all’attacco.
La donna europea non fu da meno, continuando da dove si era fermata. Schizzi d’acqua e pezzi di vestiti volavano nella stanza. Ormai le donne avevano ben poco sopra ai loro corpi, e la lingerie rossa di Mei Lin e quella nera di Elena si vedevano facilmente. Quando ormai i vestiti erano solo un ricordo, l’assalto si placò di colpo. Elena cercò di uscire dalla fontana, conscia del fatto che se fosse stata lì muoversi sarebbe stato difficile. Ma Mei Lin fu più veloce di lei e l’afferrò, facendola scivolare in ginocchio. La donna europea si ritrovo così, in pochi secondi, faccia a faccia con il paio di seni della ragazza cinese.
“Oh no…” Penso Elena.
Mei Lin sorrise, afferrando la nuca della donna europea da dietro e tirandola a sé. Elena sentì la carne delle tette della ragazza cinese strofinarsi sul suo viso, mentre l’ossigeno sparì di colpo. Era in una brutta situazione, e lo sapeva. Mai pensò di trovarsi dall’altra parte. Era sempre lei la donna che teneva la testa delle avversarie a stretto contatto con i suoi seni, e non viceversa. Doveva muoversi. Iniziò ad agitarsi, mentre l’ossigeno nei suoi polmoni iniziava a diminuire velocemente. Nonostante i suoi sforzi, Mei Lin la teneva stretta, non permettendogli di respirare.
“Dai, regina delle tette! Forza! Non sei tu a soffocare le tue avversarie con le tette? Non ti senti inutile?” iniziò Mei Lin, mentre sorrideva nel vedere la donna che faceva sempre più fatica ad uscire da quella situazione.
Elena mugugnò qualcosa ma il seno della cinese rese impossibile capire cosa avesse detto. Mei Lin sorrideva, continuando a tenere stretta la donna. Sentiva la saliva ed il sudore di Elena colare e bagnare la sua scollatura. Era una sensazione magnifica. L’aveva provata più di una volta, ma ora sembrava la cosa migliore di tutte. Il sorriso della ragazza durò poco, perché Elena le afferrò la vagina e strinse più forte che poteva. Mei Lin, colta alla sprovvista, lasciò andare Elena, afferrando la zona colpita.
“Nooooo” urlò Mei Lin mentre cadeva in ginocchio.
Elena si appoggiò al bordo della fontana, respirando a pieni polmoni. Se l’era vista brutta, e questo accese solo la sua rabbia. Come osava questa ragazza abusare di lei in questo modo? Un movimento dell’acqua la fece voltare di scatto. Mei Lin si era ripresa velocemente, ed era riuscita ad uscire dalla fontana, iniziando a correre verso un corridoio.
“Dove cazzo scappi, puttana!?” gridò Elena, che si lanciò all’inseguimento.
La regina attraverso un lungo corridoio, pieno di porte aperte. Mei Lin poteva balzare fuori da ogni parte. Ma Elena sapeva che non era possibile: essendo ancora bagnate dalla lotta nella fontana, la ragazza cinese aveva lasciato una scia di gocce che conducevano dritti nella porta di fronte.
“Gliela farò pagare a quella troia cinese” pensò Elena mentre sorrideva maligna.
La regina entrò nella stanza dove doveva trovarsi Mei Lin con fare guardingo. La stanza si presentò come una sala del thè, piena di divani imbottiti e di una scala che portava al piano superiore sulla destra. Il pavimento bianco panna era bagnato poco dopo l’entrata della stanza. La regina si fermò perplessa davanti all’ultima goccia d’acqua davanti ai suoi piedi nudi, quando si sentì afferrare da dietro. Mei Lin aveva aspettato dietro alla porta che la sua rivale entrasse nella stanza, puntando tutto sul punto cieco della regina. La ragazza sapeva che Elena avrebbe seguito l’acqua che cadeva dal suo corpo mentre correva, e le usò a suo vantaggio. Ora aveva la testa della regina ingabbiata tra le sue braccia, mentre l’europea cercava disperatamente di liberarsi.
“Ora ci divertiamo!” annunciò Mei Lin.
Ma Mei Lin era in difficoltà. Era difficile trattenere una donna più alta di lei. Così usò il piede e lo spinse dietro al ginocchio della regina, facendola cadere in ginocchio. Elena sentiva la pressione sulla sua testa diventare più forte, e l’ossigeno iniziare a mancare.
“Non di nuovo…”
Elena doveva uscire velocemente da quella situazione spiacevole. Era affaticata dalla lotta, e la mancanza d’ossigeno ora si faceva più urgente. Soprattutto dopo la corsa per raggiungere la stanza. Ma Mei Lin non aveva intenzione di lasciarla andare.
“Oh, povera cara. Come ci si sente a farsi picchiare da una ragazzina? Cosa provi sapendo che è una cinese a batterti?” iniziò a dire la cinese mentre sorrideva nel vedere la rivale sempre più in difficoltà.
“Sei… solo una… vigliacca…” riuscì a dire Elena tra gli sforzi.
“Cosa? Come osi? Noi siamo un popolo onorevole! Non osare parlare così di me!” gridò Mei Lin. Ma la regina non rispose, dato il poco ossigeno che le era rimasto “Vigliacca, eh? Vediamo allora, Vacca Tettona. Giochiamo al tuo gioco!”
Con questo, Mei Lin mollò la presa dalla testa della regina, e si inginocchiò dietro di lei, afferrando con le mani entrambi i seni indifesi della donna. Elena sgranò gli occhi quando le mani della ragazza cinese iniziarono a torcere senza pietà i suoi seni.
“Cazzooooo!” urlò in agonia Elena.
Subito, la regina afferrò le mani di Mei Lin, cercando di strapparle via dai suoi beni, ma più ci provava, più era il dolore che pativa. Prese a tirare i capelli neri della ragazza, cercando al tempo stesso di strappare le mani della rivale dalle sue prede. Dovete faticare un po’, ma alla fine riuscì a strappare via una mano della cinese.
“Brutta stronza!” gridò Elena, tirando la testa indietro, colpendo la ragazza in pieno viso.
Mei Lin guaì mentre ricadeva indietro. Elena si alzò e si allontanò velocemente di qualche passo mentre si massaggiava le tette doloranti. La ragazza cinese si era tirato su mentre osservava sorridente la donna che guardava i danni che gli aveva arrecato.
“Ehi, vacca flaccida! Non mi dirai che hai già finito?” chiese una sorridente Mei Lin.
Elena le piantò uno sguardo severo, smettendo di massaggiarsi i suoi beni.
“Oh, ho appena cominciato, bambina viziata” rispose Elena, mentre si avvicinava “Te la farò pagare cara!” strillò infine mentre stava caricando uno schiaffo.
"Provaci!" ribatté la ragazza mentre afferrava il braccio a metà strada, seguito da due rapidi pugni sullo stomaco della regina, prendendola alla sprovvista. Elena incassò i colpi, ma si vendicò con un dritto sulla tetta destra della ragazza, ancora miracolosamente protette dalla lingerie. Si mossero per la stanza continuando a colpirsi senza tregua, cercando di danneggiare la rivale maggiormente di quando non avessero già fatto. Ad ogni movimento, i quattro seni coperti dalla lingerie ballavano sui loro petti, mentre le due donne continuavano a colpirsi senza sosta. Si afferrarono ancora per i capelli, camminando avanti ed indietro, tirandosi calci e pugni quando ne avevano l’occasione. I grugniti ed i gemiti riempivano la stanza. Ad un certo punto, Mei Lin tornò all’attacco. Colpì con uno schiaffo il viso di Elena, e subito si avventò sulle grandi tette della regina. L’europea guaì, ma questa volta aveva le mani libere ed imitò subito la rivale.
I grugniti ed i lamenti aumentarono subito mentre si contorcevano, pizzicavano, artigliavano e strizzavano le bellezze dell’altra donna.
“Non possono essere veri. Sono troppo grandi!” pensò titubante Elena mentre strizzava le tette di Mei Lin.
La regina era abituata ad incontrare donne con seni più piccoli dei suoi, e quando si trattava di donne cinesi, le tette di quelle donne erano notevolmente più piccole rispetto alle sue. Questa ragazza invece era diversa dalle altre. Come Madame Shi, anche questa ragazza aveva un paio di seni degni di nota. E la regina odiava quando veniva messo in dubbio ciò che sapeva. Questa ragazza doveva essere messa al suo posto, e subito. La lotta continuò per alcuni minuti, con entrambe le donne che continuavano a gemere ma senza arrendersi.
In un disperato tentativo di rompere quello stallo, Mei Lin spinse con forza in avanti, cercando di far cadere la regina. Sentendo un’improvvisa pressione sul suo seno, Elena fece lo stesso, cercando di alleviare il peso opprimente delle mani della cinese sul suo seno. Entrambe grugnirono dallo sforzo, ma rimasero lì, bloccati in una nuova prova di forza. Ma era destinata a finire molto velocemente. Grazie al sudore, ed al fatto che ora cercavano solo di spingere e non di artigliare, entrambe le donne persero la presa, scivolando in avanti. Senza possibilità di evitarlo, le due donne sbatterono la testa contro quella dell’altra, cadendo poi all’indietro. Entrambe finirono su divanetti opposti, ansimando senza sosta. Mentre si guardavano odiosamente, per la prima volta sentivano il peso e la stanchezza dell’intera lotta. Ora sentivano tutti i danni e la stanchezza colpire i loro corpi. Sedute su quei divani, entrambe le donne cercarono in tutti i modi di recuperare le energie per continuare a combattere. Fu Elena la prima a prendere parola.
“Sei già stanca, mandorlina?” sorrise la regina.
“Mai quanto te, mangia spaghetti” rispose con fatica la cinese.
Continuarono ad insultarsi ancora per un po’, mentre si ristabilivano. Ad ogni respiro, i seni delle donne si abbassavano e si alzavano senza sosta. Elena osservava ancora incredula le tette di quella ragazza. Come faceva ad averle così grandi? E quella fermezza che aveva sentito con le mani? Erano più sode delle sue? Mei Lin parve accorgersi di tutte quelle attenzioni, così prese a massaggiarsi i seni con le mani sorridendo.
“Cosa c’è? Non hai mai visto delle tette come le mie?”
“Ma figuriamoci! Cosa avete messo dentro a quei palloncini di plastica? Riso?” sorrise Elena.
“È tutta natura, nonna. Cosa ce, sei gelosa?” sorrise Mei Lin in risposta.
“Gelosa? Io? Bella, sono la regina! Le mie tette sono le migliori di tutto il regno. Non hanno mai subito una sconfitta!”
La regina prese a massaggiarsi i seni mentre spiegava alla rivale la superiorità dei suoi seni. Ma a Mei Lin non bastava. Per tutta la lotta, era desiderosa di rovinare quelle enormi tette. Era l’orgoglio della regina, e lei doveva distruggerlo.
“C’è una prima volta per tutto, cagna” sfidò Mei Lin.
Elena parve sorpresa.
“Oh? Stai dicendo che vuoi sfidarmi? Tu? Con quelle patetiche borse?”
“È paura quella che sento nella tua voce? Hai paura delle tette di una ragazza cinese?” rispose Mei Lin, piegandosi in avanti. Le tette rimasero fisse sul petto.
“Non ho paura di nulla!” rispose la regina.
“Allora cosa ne dici di finire così il nostro duello? Le mie tette contro le tue. Si continua fino a quando una delle due non si arrende” finì la ragazza sorridendo.
Era una sfida. Elena la voleva nel profondo, così come Mei Lin. La regina doveva scoprire se le tette di quella ragazza erano sode quanto le sue. E lo stesso valeva per la cinese. Voleva sentire la fermezza dei seni avversari contro i propri. Ed ora sarà esattamente ciò che faranno.
“Sono d’accordo” disse Elena mentre si alzava “ma non piangere quando ti ritroverai delle frittelle al posto delle tette!”
Mei Lin sorrise mentre si alzava.
“Vedremo chi piangerà alla fine”
La ragazza cinese si alzò dal divanetto, mentre Elena la seguì con lo sguardo.
“Vieni, troia. Ho il posto perfetto per la fine” sibilò Mei Lin mentre saliva le scale.
Elena la seguì di conseguenza. Mentre salivano quella scalinata di marmo, la regina europea non ha fatto a meno di notare il culo sodo di Mei Lin mentre saliva le scale. Le gambe toniche e i muscoli del sedere si tiravano ad ogni scalino, e lei se ne sentì improvvisamente gelosa. Quella ragazza sembrava lei da giovane. Il seno sodo e fermo, pancia piatta, sedere sodo e gambe toniche. In qualche modo, il fare di quella ragazza le ricordava i vecchi tempi. Ma come è giusto che sia, si deve superare il passato. E lei l’avrebbe fatto, sconfiggendo quella ragazza.
Arrivarono finalmente in una nuova stanza, superando un corridoio. Era una camera da letto, con le mura dorate ed il pavimento coperto da una lussuosa e soffice moquette rossa. Statue di origine romana posavano nude ai lati della camera. Elena riconobbe Atlante, Afrodite e il busto di Giove di Versailles. Se erano delle copie, erano fatte davvero bene. Ma l’attenzione della stanza la prendeva l’enorme letto a baldacchino in fondo alla stanza. Le lenzuola bianche erano finemente lavorate a mano, lo si poteva notare con una singola occhiata. La parte alta del letto era fornito da un lenzuolo dorato che pendeva dal soffitto, fisso a dei ganci collegati a due strette colonne di marmo bianco ai lati del letto. Le due donne entrarono, il rumore dei loro passi era attutito dalla moquette. Mei Lin chiuse dietro di sé la porta, e raggiunse il centro della stanza. Elena si guardò ancora attorno, poi piantò uno sguardo severo verso la rivale. Erano in piedi, a pochi passi di distanza. I loro seni si alzavano ed abbassavano ad ogni loro respiro, ancora all’interno della loro lingerie e di qualche pezzo di vestito rimasto attaccato ancora per miracolo. Fu Elena ad interrompere il silenzio colmo di gelosia.
“Siamo al cospetto di statue raffiguranti Dei misericordiosi. Dovresti inginocchiarti, come la plebea che sei davanti a cotanta magnificenza” iniziò a dire la regina, muovendo le braccia per indicare le varie statue fino a finire a lei stessa.
“Oh, ti stai definendo una dea, adesso? Non sapevo che anche le cagne avessero divinità” rispose velenosa Mei Lin.
“Hai osato rovinare il mio prezioso corpo. Hai osato mettere in dubbio la mia forza. Ed ora osi infangare ciò che sono?” Elena chiuse gli occhi, inspirando profondamente “qui, in questa stanza. Davanti alla Dea della Bellezza Afrodite io, Elena regina indiscussa dell’Europa, metterò fine al nostro scontro” finì la regina.
Mei Lin fece finta di spaventarsi, per poi ridere della situazione.
“Tante parole, pochi fatti. Se pensi di poter vincere, perché non ci togliamo le… inibizioni e mettiamo fine a questa lotta?” disse Mei Lin indicandosi la lingerie.
Elena sorrise.
“Così sia. Ma non dire che non ti ho avvertito prima”
Lo sguardo della regina si addolcì di colpo. Ella sapeva che era arrivato il momento di rivelare io meglio di lei. Molte sono le donne che possono vantarsi di aver visto ciò che racchiude la sua lingerie, nessuna può dire di averle superate in un confronto. Con fare lento e sensuale, Elena raggiunse il retro del suo reggiseno, sganciandolo senza problemi. Quando lo fece cadere, i suoi enormi seni si agitarono sul suo petto, minacciosi quanto splendidi. I suoi capezzoli rosa avevano già iniziato ad indurirsi ed ora puntavano la ragazza cinese, sfidandola silenziosamente. Mei Lin non voleva abbassare lo sguardo, ma la tentazione fu più forte della sua resistenza. Quando lo sguardo della ragazza cinese si posò sulle tette della regina europea, le scappò un involontario sospiro di sorpresa. Non aveva mai visto un seno così grande. Forse solo sua madre poteva gareggiare in termini di dimensioni con la donna davanti a lei, ma ora che li vedeva con i propri occhi non era più sicura nemmeno di ciò.
“Ti compatisco. In Cina non riuscite a raggiungere queste dimensioni, vero? Queste sono delle tette di una vera donna, dopotutto” disse Elena compiaciuta dell'effetto che il suo seno ha fatto sulla rivale.
Mei Lin si sforzò di alzare lo sguardo, anche se con fatica. Fissò la regina che sorrideva maliziosa, guardandola mentre alzava i suoi seni con le mani.
“N-Non sono così grandi!” intervenne Mei Lin, cercando di rilassarsi.
“Ah! Come se potessi avere di meglio!” la sfidò l'europea.
Elena mise le mani sui fianchi e aspettò la mossa della rivale cinese. Mei Lin prese un profondo respiro, per poi sorridere. Lentamente si tolse il reggiseno, ma lo lascio lì, appoggiato ai suoi seni. Dopo pochi secondi, poco prima che Elena potesse parlare, scosse velocemente il petto, ed il reggiseno cadde. Elena abbassò subito lo sguardo, ed apri la bocca sorpresa. Le tette che aveva davanti erano diverse da tutti i seni di donne cinesi che aveva affrontato. Le tette della ragazza davanti a lei erano più grandi, molto più grandi di qualsiasi seno cinese contro cui si era scontrata. La regina iniziò di nuovo a dubitare sull'effettiva grandezza delle tette di Mei Lin. A prima vista, sembravano più piccoli rispetto ai suoi. Eppure perché continuava a pensare il contrario? Ora che le aveva davanti doveva essere sicura, ma il senso di insicurezza continuava ad esserci. Quei seni, su un corpo così snello… possibile che fosse solo un'illusione?
“Cosa c'è, ora che hai visto cosa hai contro non vuoi più andare avanti?” chiese improvvisamente Mei Lin riportando alla realtà la regina, che scosse la testa.
“Ti piacerebbe. Pensavo solo a quanto ti sia costato farti costruire un seno così” insinuò Elena.
“Sono reali, cagna reale. Più reali delle tue” rispose la ragazza cinese, palesemente infastidita dal commento.
“Oh, davvero? Dubito fortemente. Ma non ha importanza. Veri o no, saranno cibo per le mie bellezze!”
“Nei tuoi sogni, stronza!”
Senza dire nient'altro, le due donne si avvicinarono sorridendo. e sorridendo. Elena e Mei Lin si fissavano con odio, gelosia e malizia, entrambe sicure di loro stesse e di ciò che avevano. Durante la loro lotta precedente, entrambe avevano assaggiato la fermezza dei seni dell’altra, ed ora entrambe erano desiderose di sapere chi di loro poteva vantarsi di avere le tette migliori. Elena era incredibile nei titfight. Da quando è salita al potere, ha dovuto combattere per mantenere la sua posizione. Dame, cameriere, mercenari. Ha sempre dovuto combattere con le sue forze per essere ciò che è ora. E non ha mai perso.
Mei Lin dal canto suo non era da meno. Aveva da poco superato la maggiore età, ma è riuscita a farsi strada nei migliori club clandestini di combattimenti. Essendo la figli di un’importante boss della Triade, Mei Lin ha potuto e dovuto confrontarsi con molte altre famiglie. Ha vinto combattimento di ogni genere da quando aveva imparato a combattere, senza mai perdere. La sua unica insegnante fu solo sua madre, prendendola come esempio da seguire. Un giorno, forse, l’avrebbe sfidata per il ruolo di boss. Ma ora doveva vincere contro la donna che gli si parava davanti.
Quindi si trattava di due donne che avevano esperienza nel combattere con i loro seni grandi e sodi. Sapevano cosa sarebbe successo da lì a poco, e non aspettavano altro.
“Pronta, principessina?” chiese l’europea con un ghigno malvagio.
“Fatti sotto, nonnetta” rispose fiduciosa Mei Lin.
Senza esitazione, si avvicinarono per sbattere le loro tette insieme con forti colpi. Lo slancio ed il forte impatto del primo colpo fece indietreggiare entrambe le donne di un passo, ma tornarono in avanti e schiaffeggiarono insieme le loro tette. Per alcuni minuti, continuarono a picchiare e sbattere senza sosta le loro incredibili tette, fino a quando non si inchinarono leggermente, afferrandosi a vicenda per tirarsi più vicine, arcuando la schiena.
Le loro tette si schiacciarono l'una sull'altra, allargandosi in tutte le direzioni, le cosce schioccarono insieme mentre si premevano strettamente. Ogni donna poteva sentire il caldo respiro della rivale sul viso e la pressione del suo corpo mentre si spingevano. Sentivano la pelle morbida sfregarsi contro quella dell’altra donna, sentendo i muscoli flettere mentre spingevano la rivale. Queste sensazioni le fece eccitare di più, facendo crescere i capezzoli che iniziavano a premere all'interno della carne dei loro seni. Di tanto in tanto si incontravano capezzolo a capezzolo, ed ogni donna provava un brivido lungo le schiene.
I colpi iniziali ebbero effetto su entrambe le donne, che sentirono la fermezza e la densità del seno dell’altra per la prima volta, in un vero scontro tra tette. Scelsero di abbracciarsi, avevano bisogno di sentire cosa poteva offrire l’altra donna prima di impegnarsi in una violenta danza a senso unico. Volevano prendere tempo per distruggere pian piano la determinazione della rivale. Quindi si strinsero insieme per sentire le loro tette resistere e tirarsi le une contro le altre. Si fissarono negli occhi, alla ricerca di un segno di paura o d’incertezza. Determinazione, superbia, arroganza e una fiducia profondamente radicata nei loro seni era le uniche cose che sentivano le due combattenti. La loro femminile, seducente gelosia verso i seni della rivale le rendeva desiderose di vincere questo scontro grazie alle proprie tette.
L’asiatica e l’europea si abbracciarono contemporaneamente, roteando le spalle con movimenti circolari e appoggiandosi in avanti per schiacciare maggiormente insieme i loro seni. Il fatto di essere imbattute in questo tipo di competizione le rendeva ancora più competitive. Alla fine della lotta, solo una avrebbe mantenuto la serie di vittorie. Ognuna di loro pensava di essere la migliore, ed ora dovevano provarlo. Continuarono a macinare i seni per una decina di minuti. Le loro tette si strusciavano e scivolavano sopra e sotto, imprigionate in mezzo alle loro braccia. Elena poteva sentire i suoi seni gonfiarsi verso l'alto, mentre Mei Lin poteva sentire le sue tette venire forzate verso il basso, e viceversa pochi secondi dopo.
Le loro fronti erano premute mentre il loro sguardo era fisso sotto di loro. Le loro labbra continuarono a sfiorarsi per il loro duello, aprendosi occasionalmente per farti uscire morbidi gemiti da entrambe. Con le ginocchia piegate leggermente, le loro pance lisce si strusciavano ad ogni movimento. Si abbracciarono ancora di più, aumentando la pressione sui loro seni, strofinandoli e spingendoli insieme mentre i capezzoli ormai diventati turgidi pugnalavano malignamente la carne. Inarcavano a turno le loro schiene, per schiacciare in avanti le loro tette, ma senza sortire un risultato. Nessun paio di seni mostrò segni di cedimento all'altro.
“Cosa c'è… cagna…? Non avevi detto… che le tue tette… avrebbero mangiato le mie?” chiese Mei Lin tra i sospiri.
Elena la guardò con odio. Questa ragazza la stava sfidando, e nonostante tutto, le sue tette resistevano alla pressione esercitata dai seni più grandi della regina.
“Non ti preoccupare… carina. Le mie tette… divoreranno le tue…” rispose Elena gemendo.
La lotta era più difficile di quanto credeva. Le tette della ragazza offrivano una resistenza che non si sarebbe aspettata. Non era come le altre donne che aveva affrontato. Solitamente, dopo tutto questo tempo, le sue tette aveva già iniziato a prendere vantaggio contro quelle delle altre. Mentre adesso, i suoi seni venivano spinti indietro subito dopo aver ottenuto terreno.
Dopo un po’, iniziarono a spingere con più veemenza, cercando di spingere indietro la rivale. Ancora una volta, il vantaggio di altezza di Elena le ha permesso di spingere in maniera più forte. Lentamente Mei Lin iniziò ad indietreggiare pian piano, grugnendo cercando di forzare la donna europea indietro. Dopo pochi secondi, la ragazza cinese sentì il freddo muro dietro la schiena. Elena sorrise, mentre la spinse con forza, facendola sbattere. Mei Lin perse la presa, ed Elena fu veloce nell’afferrarle i polsi e portandogli le braccia in alto, mentre i suoi seni speronavano le tette più piccole della ragazza.
Elena aveva un sorriso avido sul volto. Iniziò a sbattere violentemente le tette contro quelle della rivale schiacciata contro il muro. La regina usò il suo corpo per tirarsi indietro e colpire i seni di Mei Lin ripetutamente, suscitando ogni volta dei gemiti da parte della cinese. Ad ogni colpo, le tette della ragazza venivano sbalzate in giro dalla forza dei colpi ripetuti. Dopo un forte schiaffo, Mei Lin buttò la testa indietro, digrignando i denti.
“Noo…” gemette Mei Lin mentre il dolore si propagò all’interno dei suoi seni.
“Oh, che suono delizioso. Le mie tette mangeranno cinese, stasera!” sorrise Elena, preparandosi ad un nuovo colpo.
Mei Lin colpì all’improvviso la regina europea, tirandole una testata. Elena dovette mollare la presa e fare qualche passo indietro, mentre la ragazza cinese poteva finalmente muoversi.
“La cucina è chiusa, cagna!” sibilò Mei Lin.
La ragazza cinese afferrò per i capelli la donna, tirandola verso il muro. Ora la situazione si era capovolta. Elena si ritrovo con i polsi bloccati, mentre la ragazza più giovane spingeva le sue tette contro quelle più grandi della donna.
“Tocca a me, nonnetta!” sibilò maligna Mei Lin.
“Ah! Fammi sentire cos’h… Argh!” Elena si interruppe quando le tette della ragazza pugnalarono le sue.
I capezzoli di Mei Lin avevano colpito con forza la carne di Elena, suscitando un grugnito.
“Riesci a sentirli? Riesci a sentire i miei capezzoli perforare la tua pelle? Non ti viene da piangere pensando che le tue tette perderanno contro le mie?" disse velenosa Mei Lin.
“Taci… troia”
Elena costrinse i suoi seni a scivolare sulle tette della ragazza cinese. Mei Lin gemette, ma continuò a spingere i suoi seni in avanti. Le tette continuarono a schiaffeggiarsi tra loro, scivolando e rotolando le une sulle altre. Per diversi minuti, Elena continuava a grugnire e gemere, mentre da Mei Lin provenivano solo respiri affannati. La regina europea sentì che le braccia della ragazza tremavano per lo sforzo di tenerla contro il muro, quindi iniziò a cercare di liberare le braccia. Le sue tette venivano colpite ripetutamente, ma se non si liberava non sarebbe potuta uscire da quella situazione. Con un grande sforzo, riuscì a liberare una mano dalla presa della ragazza. Le tette di Mei Lin pugnalarono un’altra volta prima che Elena riuscì a liberare anche l’altra mano e spingere via la ragazza.
Mei Lin indietreggiò pian piano, continuando a guardare la donna che si massaggiava i seni. Le aveva arrecato dei bei danni, così la guardò sorridendo. Elena socchiuse gli occhi, sibilando. Abbassò di scatto le braccia e si avvicinò velocemente. Quando le loro tette si incontrarono, lo schiaffo riempì la stanza, seguito poi dal gemito della ragazza cinese. Barcollarono indietro, ma si ricomposero velocemente. Fu il turno di Mei Lin di caricare la donna, facendola gemere per il colpo. Iniziarono a caricare insieme, i loro seni che si appiattivano insieme ad ogni colpo, prima che le due donne venivano spinte indietro per il contraccolpo. Ma continuarono a caricare in avanti, senza tregua. Il rumore della carne che colpisce altra carne continuò ad echeggiare nella stanza, mentre le donne erano incoraggiate dagli strilli e dai gemiti che provenivano dalla rivale. Le loro tette si schiacciavano insieme mentre iniziarono a spingere con più forza. Presto, i seni divennero gonfi, scivolando tra loro dato che non riuscivano ad appiattire le tette avversarie. Elena e Mei Lin continuarono a sbattere le loro tette con una brutale determinazione, costringendo a gemere ad ogni colpo. I seni si frantumarono tra loro, sbattendo insieme violentemente, mentre le donne iniziarono ad avvertire rabbia, dolore e paura. Ma continuarono a colpire incessantemente, cercando di ferire la rivale.
Elena mandò a segno un forte colpo, spostando Mei Lin indietro. Dietro di lei, la regina vide una delle colonne vicino al letto. Sorridendo, iniziò a forzare la ragazza cinese verso la colonna. Con un’ultima spinta, Elena mandò la ragazza cinese contro la colonna. Mei Lin sbatte la schiena, afferrando la colonna dietro di lei. La regina preme subito il suo corpo contro quello della ragazza, che si ritrova le tette schiacciate contro il petto.
“Perché non vai a piangere da mammina?” sorride Elena.
Le tette della donna iniziano ad inghiottire il seno più piccolo della ragazza, mentre la pressione aumenta a dismisura. Mei Lin geme, i suoi occhi iniziano a diventare lucidi. Ma è troppo orgogliosa per piangere. Elena continua a spingere in avanti, divorando le tette della ragazza senza pietà. Mei Lin si ritrova in difficoltà. Le sue tette stanno perdendo terreno senza possibilità di ribalta, e se continua così perderà.
La ragazza cinese avvolge le braccia attorno al collo della donna, afferrandole una manciata di capelli. La ragazza cinese iniziò a tirare verso il basso per allentare la pressione sui loro seni. Ma la donna era inamovibile. Ed il sorriso che aveva mentre spingeva con forza le tette era intollerabile. Mei Lin voleva cancellarglielo dalla faccia, ma al momento poteva solo gemere mentre cercava di liberarsi.
Le tette continuarono a macinarsi tra loro, e mentre le donne muovevano le spalle per farle rotolare insieme. Elena notò che più lo scontro andava avanti, più le sue tette si espandevano ai lati mentre spingeva i seni della ragazza. Ma mentre lei guardava in basso, Mei Lin scivolava verso l’esterno. Il vantaggio della colonna era che, essendo liscia e lei sudata dalla battaglia, poteva scivolare verso l’esterno senza troppi problemi. Quando Elena si accorse di ciò che la rivale cinese stava cercando di fare, premette in avanti con forza. Ma ormai era tardi. Quando Elena spinse in avanti, Mei Lin scivolò di lato evitando il colpo. I grandi seni della donna europea si schiantarono contro la fredda colonna, facendo gemere la regina. Mei Lin si precipitò dietro alla donna, afferrandole i capelli e tirandola a terra. Elena precipitò, atterrando sul suo sedere. Mei Lin la spinse a terra con il piede, poi si sdraiò sopra di lei, bloccandola al terreno.
“Cazzo! Levati, puttana!” gridò Elena mentre guardava la ragazza sorridente.
“Preparati a piangere, vacca grassa!” disse leccandosi le labbra la cinese.
Le tette delle due si pressarono insieme, con le tette della ragazza cinese che facevano più danni a causa della posizione dominante. Si stavano facendo male a vicenda, ma era la donna europea quella che continuava a gemere maggiormente. Le loro tette continuarono a macinarsi insieme, mentre i capezzoli si davano battaglia all’interno della carne pressata insieme. Mei Lin sospirava sul viso di Elena, sorridendo, mentre la regina cercava di capovolgere la situazione. La donna europea alzò le gambe, così da riuscire a girare. Mei Lin cercò di resistere, e sembrò riuscirci, ma alla fine dovette scendere sul fianco. Le tette continuavano a darsi battaglia nel mezzo, mentre le braccia in alto cercavano di forzare indietro quella della rivale. La forza della donna era ancora superiore a quella della ragazza, e il braccio di Mei Lin iniziò a perdere terreno, mentre le donne grugnivano dallo sforzo. Ma questa volta, al posto di continuare a spingere in direzione opposta, la ragazza cinese usò la forza della rivale a suo favore. Favorendo la donna europea, le due donne iniziarono a rotolare per la stanza, le loro scivolavano insieme, facendole gemere per i danni della battaglia. Lo slancio diminuì pian piano fino a quando non si fermarono, con la ragazza cinese ancora in cima.
Elena non credeva a quello che era successo. Era stata giocata da questa ragazza, ed ora era di nuovo bloccata a terra. Mei Lin tese le braccia al lato dei loro corpi nudi e pressanti insieme. Erano perfettamente allineate dalla testa ai piedi. Le loro fronti erano premute, entrambe le donne sentivano il respiro caldo dell’altra donna. I seni ancora a contatto, ancora sodi nonostante tutti i danni che hanno subito. Le loro pance e le loro gambe premute insieme, quasi volessero fondersi in un’unica persona.
Per quello che sembrò un'eternità, ma si trattava solamente di pochi minuti, rimasero ferme in quella posizione. Nessuna delle due donne proferì parola, tantomeno arrendersi alla rivale. Ma poi, di colpo Elena iniziò a spingere con il suo braccio destro, premendo con forza il suo palmo contro quello della ragazza cinese. La donna europea cercava nuovamente di spingere via la rivale, magari cercando di spingerla sulla schiena.
Mei Lin rispose subito a quella pressione, combattendo con il suo braccio sinistro per spingere verso il basso la mano della donna con tutta l'energia rimasta dentro di lei. Ma non era abbastanza. Ogni secondo che passava, il braccio di Elena si sollevava sempre di più, allontanandosi dal pavimento. La donna non stava sollevando solo il braccio di Mei Lin, ma anche il suo corpo, iniziando a farla cadere di lato.
Alla fine, quando sembrò che la ragazza cinese fosse stata spinta di lato, così che Elena potesse salire in cima, la ragazza cinese continuò a combattere senza sosta.
“Non… lo farai… puttana…” sibilò tra gli sforzi Mei Lin.
“Cadi… troia…” fu la risposta strozzata di Elena.
Erano le ultime parole che riuscivano a dire, mentre entrambe sentivano i muscoli bruciare per lo sforzo. E Mei Lin lo sentiva, dentro sé stessa che stava per essere gettata di lato. Era riuscita a combattere fino a quel punto, distruggendo le tette della rivale, combattendo la sua forza ed il suo corpo. Ed ora, stava per perdere di nuovo terreno. La ragazza cinese aveva la consapevolezza che se la donna europea fosse salita in cima, non avrebbe più avuto scampo.
Ma Elena crollò improvvisamente. Il corpo della donna si arrese mentre cadeva di nuovo sul pavimento, incapace di spingere il suo corpo contro quello della rivale un secondo di più. Mei Lin iniziò a sorridere. La donna che stava combattendo non era riuscita a spostarla, ed ora era nelle sue mani. La ragazza cinese si rimise perfettamente sopra al corpo della donna. Si fissarono per un lungo momento, e per la prima volta Mei Lin vide paura negli occhi della regina europea. Per la prima volta, Elena non era riuscita a ribaltare la situazione, rimanendo in svantaggio. Ma non era ancora finita, entrambe lo sapevano.
Iniziarono a rotolare e schiacciare insieme le loro tette. Finora, Elena aveva sentito che le tette di Mei Lin resistevano contro i suoi. E la ragazza cinese era abituata a sentire la fermezza dei seni di Elena infrangere i suoi attacchi. Il contatto tra i loro seni divenne violento. E la vicinanza di questi due corpi incredibili, che scivolavano insieme e l'intenso contatto visivo fece dimenticare alle due donne le loro paure, ansie, preoccupazioni e iniziarono a combattere con un ardente abbandono. I loro colpi erano feroci, cercando di colpire le loro tette con i capezzoli, facendo combattere le loro bellezze in modo uniforme. Nessuna donna cercò di evitare le tette della rivale. Entrambe volevano terminare la loro lotta in maniera regolare, un confronto diretto dei loro seni, combattuto in modo uniforme. Quindi cercarono di far combaciare il più possibile i loro seni.
I loro occhi erano pieni di rabbia e dolore, mentre continuavano a macinare le loro tette insieme in stato di trance. Non importava nient’altro che la loro lotta tra seni.
Entrambe abbassavano lo sguardo, vedendo i loro seni sbattere tra di loro, allargarsi, gonfiarsi e poi strofinarsi gli uni contro gli altri. Ma i loro seni continuavano a schiacciarsi in maniera uniforme.
Ad un certo punto, sul viso di Mei Lin si disegnò una smorfia di dolore, mentre Elena la guardava trionfante. Noncuranti, continuarono a macinare insieme le loro tette, fino a quando la ragazza cinese gemette.
“Oh, fa male non è vero?” sorrise Elena “Hai sentito? Hai sentito ciò che i miei capezzoli hanno fatto ai tuoi? Hai sentito i miei capezzoli spingere indietro i tuoi patetici capezzoli? Riesci a sentire dei veri capezzoli spingere indietro i tuoi capezzoli da bambina?”
Mentre parlava, la regina fece scivolare i suoi capezzoli in giro per la carne delle tette di Mei Lin, fino a spingerli direttamente contro i capezzoli della ragazza, facendo gemere la cinese.
“Ops, l’ho fatto di nuovo. So che l’hai sentito. Non puoi nascondermi nulla, posso sentire tutto. Le tue tette stanno cedendo. Posso sentire i tuoi capezzoli diventare sempre meno combattivi, e sempre più piccoli. E non stanno spingendo i miei come prima. Sembra che le mie tette siano meglio delle tue, non è vero? Sembra che io sia la donna migliore, dopo tutto” annunciò Elena sorridente.
Il respiro della ragazza cinese aumentò sempre di più, mentre continuava a gemere durante la macinazione. Poi qualcosa accadde in mezzo alle tette in battaglia. Mei Lin non si era ancora arresa e, dopo qualche spinta con i loro seni, fu Elena a gemere rumorosamente. La donna europea guardò in basso con sorpresa, mentre la ragazza cinese sorrideva ansimante. Nel mezzo delle loro tette, i capezzoli di Mei Lin iniziarono di nuovo a farsi avanti, recuperando terreno e spingendo a loro volta indietro i capezzoli della regina. Elena iniziò a grugnire dallo sforzo.
“Senti ciò che i miei capezzoli stanno facendo ai tuoi. Guarda ciò che i miei grandi e forti capezzoli stanno facendo ai tuoi regali capezzoli. Senti i tuoi capezzoli perdere terreno contro dei veri capezzoli” iniziò a dire la ragazza cinese. La sua voce fremeva, mentre sentiva la donna sotto di lei iniziare a gemere “So che li senti. Come te, posso sentire tutto. Posso sentire i miei capezzoli rovesciare ed appiattire i tuoi. E tu ti consideri una donna? Una vera donna avrebbe preferito morire piuttosto che vedere i propri capezzoli perdere una lotta contro quelli di una… bam-bi-na”
Mei Lin sillabò sensualmente l’ultima parola. La ragazza cinese aveva rovesciato l’intera lotta, utilizzando i suoi capezzoli. Elena cercava di combattere ma i suoi capezzoli continuavano a perdere terreno, e le sue tette iniziarono a diffondersi ai lati, mentre i seni di Mei Lin continuavano a spingere.
“Sembra di combattere con una ragazzina” iniziò a dire Mei Lin alla donna sotto di lei “Qual è il problema, sua maestà? Le donne europee non hanno tette sode quanto quelle cinesi?”
Elena era arrabbiata, sentiva le sue tette perdere continuamente terreno contro quelle di Mei Lin. Ma mentre Elena escogitava un piano per cercare di arrecare danni alla rivale, la ragazza cinese tirò su il suo corpo, per poi farlo cadere di colpo, trasformando le sue tette come palle di demolizione. La regina rimase a bocca aperta quando sentì il peso delle tette di Mei Lin schiacciare le sue.
“Devo fare qualcosa… Al più presto!” pensò la regina mentre Mei Lin si preparò ad un nuovo colpo.
L’ossigeno conservato nei suoi polmoni venne buttato fuori con un nuovo colpo, ed Elena si ritrovò senza fiato, mentre guardava la ragazza sorridente che si tirava su, questa volta aumentando la distanza tra loro. Con questo colpo, il seno destro della regina aveva ceduto completamente, ed entrambe l’avevano notato. Elena iniziò a far di no con la testa, mentre sgranava gli occhi, impaurita. Poi Mei Lin si lasciò cadere. Le tette di Mei Lin scavarono nei seni di Elena, appiattendole completamente, mentre la regina esplodeva in un urlo lancinante. Le lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi della donna, mentre la ragazza iniziava a muoversi in avanti.
“Nooooooooooooooooo!” urlò Elena.
Mei Lin avanzò ancora, prendendo poi la testa della regina con la mano. Ora Elena aveva davanti a sé le tette arrossate ma ancora sode della ragazza, e non era difficile immaginare cosa voleva fare la ragazza.
“No, no, no, n…” la voce di Elena venne offuscata quando le tette scesero sul suo viso.
“Scacco matto, troia!” esultò Mei Lin.
Il seno sudato di Mei Lin bloccava le vie respiratorie della regina, che si dimenava per liberarsi. Mentre si muoveva, Elena iniziò a comprendere ciò che era accaduto. Aveva capito che non poteva battere le tette della ragazza cinese. Aveva capito che Mei Lin era più forte di lei, più sexy ed ora era colei che aveva battuto l’attuale regina. Con questa consapevolezza, Elena venne avvolta dall’oblio.

Elena si risveglio tempo dopo. Aveva la testa a penzoloni, e quando riuscì ad alzarla, vide che era ancora nella stanza da letto. Poteva vedere la statua di Afrodite guardarla, e sentiva il suo sguardo deluso posarsi sul suo seno sconfitto.
“Finalmente ti sei svegliata. Ti è piaciuto sentire delle vere tette sul tuo viso?”
La regina trasalì quando sentì la voce di Mei Lin provenire a dietro di lei. Si accorse solo ora di essere a stretto contatto con una delle colonne presenti nella stanza. Cercò di muoversi, ma sentì che i suoi polsi erano legati. Era stata intrappolata.
La ragazza cinese entrò nel suo campo visivo dal suo fianco, in mano aveva uno strano cinturino, con attaccato un grande dildo viola.
“Slegami, puttana” ordinò Elena, sprizzando odio da tutti i pori.
“Non hai più potere, perdente” la zittì subito la ragazza “Hai perso, ed ora mi prendo parte del mio premio!”
Mei Lin iniziò ad avvicinarsi, indossando il cinturino. Quando fu abbastanza vicino alla donna, fece scivolare la sua lingua sulle sue labbra rosse. Elena stava per dire qualcosa, ma il dildo entrò prepotentemente all’interno della sua vagina. La regina gemette rumorosamente, mentre la ragazza cinese iniziò a leccargli il collo. Il respiro della regina iniziò a diventare sempre più frequente, mentre la ragazza pompava sempre di più il dildo all’interno della vagina della perdente. Il ritmo aumentò sempre di più, facendo gemere sempre più frequentemente Elena, che non faceva più nulla per resistere. Quando l’orgasmo fece fremere il corpo della donna, Mei Lin non si fermò e continuò a pompare malignamente. La regina continuò a fremere ed urlare, senza sosta. La ragazza cinese la guardava mentre la regina buttava la testa indietro con un gemito gutturale. Di tanto in tanto, Mei Lin pizzicava i capezzoli della donna, pompando poi con veemenza con il dildo. Elena continuava ad avere orgasmi, ma erano diversi. Erano involontari. Lei non voleva mostrarsi così debole, ma era provata dalla lotta ed era senza difese. Non poteva fare nulla per fermare la sua aguzzina. Mei Lin si avvicinò alla colonna, e le sue tette entrarono in contatto con quelle di Elena. Nonostante la precedente sconfitta, le sue tette sembravano porre una certa resistenza al seno della ragazza. Entrambe le donne abbassarono lo sguardo, ma solo Mei Lin sorrise.
“Qualcuno vuole un’altra lezione, a quanto pare”
Elena sgranò gli occhi mentre la ragazza cinese iniziò a macinare i loro seni insieme. Come all’inizio, le loro tette rimasero fisse ai loro posto mentre si strofinavano tra loro. Ma Mei Lin non era lì per aspettare che le tette della donna cedettero nuovamente contro le sue. Così, piegò le ginocchia e pugnalò la carne dei seni di Elena con i capezzoli, facendola gemere. Ancora ed ancora, i capezzoli speronarono la carne di Elena.
“Basta! Basta, ti prego! Basta” singhiozzò la donna.
Ma Mei Lin continuò senza problemi, spingendo verso l’alto le tette della regina. Elena dovette alzarsi in punta di piedi per riuscire ad alleviare, anche se di poco il dolore. Ma Mei Lin continuò a macinare e pugnalare con le tette, mentre pompava senza sosta il dildo dentro la vagina della donna europea. Infine, con un lungo bacio, dove la lingua di Mei Lin si fece strada a forza dentro la bocca di Elena, fece raggiungere un ultimo orgasmo alla regina.
Elena non ne poteva più, ed il suo sguardo ora chiedeva pietà. Pietà che Mei Lin sembrò concedere. Si allontanò da lei, togliendo anche il dildo dalle profondità della vagina di Elena. La regina continuò a respirare velocemente, mentre il suo succo continuava a colare sulle gambe. Mei Lin le rivolse un sorriso, per poi staccare il dildo dal cinturino. Quando iniziò a vibrare, Elena sgranò gli occhi, mentre il vibratore entrava dentro la regina.
“Ora tocca alla seconda parte del mio premio” disse sorridendo la ragazza.
Liberò Elena dalla colonna, ma le legò comunque i polsi. Tirandola per i capelli, la portò davanti ad una porta chiusa. La regina non l’aveva notata, poiché era dietro ad una statua ed era troppo impegnata a lottare. Quando la porta si aprì, la regina non seppe più se piangere per l’umiliazione subita fino ad ora, o per quello che stava per succedere. Davanti a lei, nell’altra stanza, seduto sul letto, c’era il suo uomo. Lui la guardò sorpreso, poi spostò lo sguardo verso la ragazza che camminava sensualmente verso di lui. In mano aveva il reggiseno della regina, preso prima di aprire la porta, e lo lanciò su un tavolo lì vicino.
Mei Lin si girò verso la donna a terra, sorridendo. Si leccò le labbra, poi spinse l’uomo sul letto ed iniziò a sbottonargli i pantaloni. In poco tempo, il suo pene era libero. Mei Lin lo guardò orgogliosa, prima di farlo scomparire dentro la sua vagina. La ragazza cinese cavalcò quell’uomo mentre la regina era a terra che guardava il suo uomo venire scopato dalla ragazza che l’aveva battuta. E la cosa che le dava più fastidio, era che stava avendo continuamente orgasmi dovuti dal vibratore dentro di lei, mentre guardava quello spettacolo. Ben presto, Mei Lin si sollevò dall’uomo ormai sudato ed al limite. Senza degnare di uno sguardo la sua rivale, si inginocchiò davanti a lui, e avvolse le sue tette intorno al suo cazzo. Iniziò a massaggiare su e giù, sempre più veloce, mentre sentiva l’uomo iniziare a respirare più velocemente. Era vicino, e lei sentiva fremere il pene in mezzo alle sue tette.
“Dimmi, maschione. Chi ha le tette migliori?”
L’uomo aprì la bocca, ma non disse nulla. Le tette di Mei Lin si sollevavano ed abbassavano ancora più velocemente. Poi, lo sperma venne espulso come lava di un vulcano, finendo sopra al seno della ragazza.
“Lei ti ha mai fatto venire così velocemente?” chiese infine Mei Lin, girandosi la testa verso Elena, mentre teneva tra le mani il grande pene dell’uomo.
“No… Lei non… è mia stata così… veloce…” disse l’uomo.
“Allora chi ha le tette migliori?” chiese la ragazza cinese, mentre si alzava.
Mei Lin si inginocchio davanti ad Elena, che la guardava piangendo. Sorrise mentre avvicinava di nuovo il viso della donna verso il suo seno. Gli occhi di Elena si spalancarono, ma ormai il volto era sepolto di nuovo nella carne delle tette della ragazza cinese. Elena sentì quel dolce profumo. Un profumo molto famigliare, avvolgerle completamente il volto. Il profumo dello sperma del suo uomo, su un seno che non era il suo. Ed ora, Elena sentiva le forze abbandonarsi per colpa di quelle tette. L’ultima cosa che sentì furono le parole del suo uomo.
“Tu, Mei Lin. Le tue tette sono migliori di quelle di Elena”
Poi più niente.

Epilogo

L’uomo sedeva al fianco di Madame Shi, all’interno di una stanza chissà dove nella magione. Sullo schermo davanti a lui, vedeva la sua regina e la figlia di Madame Shi darsi battaglia dentro la fontana. Aveva visto l’interno combattimento su quello schermo, in perfetta sicurezza.
“Facciamo una piccola scommessa” iniziò a dire Madame Shi di punto in bianco “Scommettiamo su chi vincer questo duello”
L’uomo guardò la donna con sospetto, ma quando vide Elena prendere il controllo della lotta, si convinse che sarebbe stata una vittoria facile. D’altronde, la sua regina aveva vinto contro donne più pericolose di Mei Lin.
“Sono d’accordo. Se vincerà Elena, cosa sicura, lei potrà avere influenza anche nei territori della Triade. Il vostro compito sarà far di tutto per soddisfare anche il suo più piccolo capriccio” disse l’uomo, sorridendo.
Madame Shi rispose con un sorriso tranquillo.
“Sono d’accordo. Ma quello che mi chiedi è molto. Quindi, in cambio, dovresti offrirmi qualcosa di egual valore” insinuò Madame Shi.
L’uomo parve pensarci per un momento, ma non vedeva nessun problema. Elena avrebbe vinto, come sempre.
“Se vincerà Mei Lin, la regina sarà nelle vostre mani. Potrete utilizzare come meglio credete il potere della regina” disse infine l’uomo.
“Perfetto” rispose Madame Shi.
Entrambi continuarono a guardare in silenzio lo scontro tra i loro due campioni. La scommessa era stata sigillata, e Madame Shi aveva registrato le parole dell’uomo, per evitare ogni problema.
Quando lo scontro si fermò, con le due contendenti sui divanetti, Madame Shi chiamò improvvisamente un suo uomo.
“Portatelo nella stanza dei trofei” ordinò al suo sottoposto, poi si rivolse al suo ospite “Aspetta la vincitrice dentro quella stanza. Sono sicura che, chiunque delle due vinca, vorrà festeggiare” e li fece l’occhiolino.
L’uomo aveva troppa paura per non seguire ciò che gli era stato detto, quindi si fece portare nella stanza fatidica. Era una stanza normale. Un letto matrimoniale molto comodo, ed un tavolino alla sua destra. Sopra di esso, vi erano molti reggiseni e mutandine di pizzo. Forse erano tutte di Mei Lin?
Dopo pochi minuti, sentì una porta aprirsi e chiudersi dopo pochi secondi. Nella stanza a fianco era entrato qualcuno. E con molta probabilità si trattava di Elena e Mai Lin. Ben presto, iniziò a sentire gemiti e grugniti, insieme al rumore di schiaffi carnosi. Sentiva delle voci, ma anche capendo le parole non riusciva a riconoscere chi era chi. La lotta durò per molto tempo. Continuò a sentire gemiti, tonfi e schiaffi per un tempo che sembrò diverse ore.
Poi più nulla. Di punto in bianco, i rumori cessarono di colpo. Provo a rimanere in apnea per sentire qualcosa, ma c’era solo silenzio intorno a lui. Più volte l’uomo pensò di alzarsi e andare nell’altra stanza, ma le parole di Madame Shi erano chiare. Doveva aspettare. E così ha fatto.
Dopo alcuni minuti, sentì nuovamente delle voci. E dopo altri minuti, iniziò a sentire gemiti e grugniti. Ma erano diversi. Sembrava come se le due donne stessero scopando. Pensò alla sua regina, mentre cavalcava selvaggiamente la povera ragazza sconfitta. Il suo pene divenne di marmo mentre si immaginava la scena. Si era perso la lotta tra tette, ma avrebbe potuto tranquillamente farsela raccontare da Elena, o vedere la registrazione della lotta di Madame Shi. Il rumore della porta della stanza che si apre lo fece tornare in sé. Ma quello che vide non fu quello che si era aspettato. Davanti a lui, Mei Lin si fece strada lentamente. Dietro di lei, una regina sconfitta. Vide Mei Lin lanciare il reggiseno di Elena sul tavolo. Quindi tutta quella lingerie non apparteneva alla ragazza cinese, ma alle donne che aveva sconfitto!
Elena voleva piangere, urlare, chiudere gli occhi per credere che tutto questo fosse un incubo. Ma non riusciva a farlo. I suoi occhi si rifiutarono di smettere di guardare quella ragazza che si sollevava e si abbassava sul corpo sdraiato dell’uomo con cui dormiva la notte. Mei Lin lo stava scopando avidamente, muovendo i fianchi ancora più velocemente di quando non aveva scopato Elena prima. Si scambiarono baci bagnati, con le loro lingue che danzavano sia dentro che fuori le loro bocche, mentre l’uomo iniziava a respirare più velocemente. Le tette della ragazza cinese continuavano a seguire i suoi movimenti, fermi e sodi sul suo petto, sorretti e spremuti dolcemente dalle mani del suo uomo. Gli occhi della regina videro che perfino il suo uomo ammirava quei seni più piccoli ma più forti dei suoi. Mei Lin si chinò su di lui, diminuendo la velocità con cui muoveva i fianchi e permettendo all’uomo di poter gustare per bene quei seni vittoriosi. Lui prese in bocca un seno mentre con la mano massaggiava l’altro. La sua lingua si mosse esperta sulla carne fino ad incontrare il capezzolo. La faccia di Mei Lin divenne rossa per l’estasi, l’uomo sapeva il fatto suo. Era abituato alle tette di Elena, a solleticarle in un certo modo per farle provare piacere. E le sue conoscenze si adattarono perfettamente anche ai seni della ragazza cinese, che sospirò mentre l’uomo passava da un capezzolo all’altro. Mei Lin iniziò a gemere, mentre pompava con rinnovata forza e mentre i suoi seni venivano omaggiati dall’uomo della donna che aveva sconfitto. La ragazza sentiva lo sguardo della regina soffermarsi sui muscoli del suo sedere tendersi mentre cavalcava il suo uomo, spostandosi poi sui suoni seni perfetti che rimbalzavano selvaggiamente e poi sul suo viso, una maschera di piacere. Ma Mei Lin aveva ancora l’ultima umiliazione in mente. Usando tutta la sua forza di volontà rimasta, scese dall’enorme pene dell’uomo, così dal letto.
L’uomo si alzò seduto, non riuscendo ancora a crederci. Era incredibile! Il sesso con lei era completamente diverso da quello con Elena. Era più selvaggia di lei, e la sua vagina era così calda!
Ma la sensazione più bella la sentì quando Mei Lin avvolse il suo seno attorno al suo pene. La carne della ragazza era così morbida, e lei era così brava ad usare le sue tette che lui dovette resistere per non venire subito. Guardò Elena mortificato, ma ciò che stava facendo con Mei Lin era così bello. Alla fine, il suo pene eruttò sulle tette della ragazza.
“Lei ti ha mai fatto venire così velocemente?” chiese infine Mei Lin, girandosi la testa verso Elena, mentre teneva tra le mani il grande pene dell’uomo.
“No… Lei non… è mia stata così… veloce…” disse l’uomo.
“Allora chi ha le tette migliori?” chiese la ragazza cinese, mentre si alzava.
Non poteva mentire. Neanche se voleva. Ricordò perfettamente i seni di Elena contro il suo pene, e li mise a paragone con la sensazione delle tette di Mei Lin. In qualsiasi caso, la regina veniva sconfitta.
“Tu, Mei Lin. Le tue tette sono migliori di quelle di Elena” rispose infine l’uomo.


Passarono i mesi, ed Elena continuava a regnare senza problemi sull’Europa. Il suo sorriso era splendido, anche dallo schermo di Madame Shi. La Triade aveva portato a compimento molti progetti nei mesi in cui potevano operare senza problemi in Europa, ed avere Elena come marionetta era di sicuro molto utile. Elena sedeva composta sul suo trono, davanti a politici che continuavano a blaterare di problemi con le mafie locali. Ma Madame Shi sapeva la verità. I problemi non erano per il regno, ma per lei. Le mafie locali aveva capito che qualcosa non andava nello stesso momento in cui lei si era trasferita in Europa. Ed era naturale che cercassero un modo di scacciare la Triade. Avrebbe ingaggiato sicuramente dei mercenari per combattere contro di lei, o addirittura di spodestare la stessa regina, dato il suo coinvolgimento. Ma lei era pronta a tutto. L’uomo di Elena, rimasto tale per evitare problemi in Europa, entrò nella stanza, con dei fogli in mano.
“Madame, è arrivato un messaggio da parte dei suoi uomini. È una sfida nei suoi confronti, da parte di una famiglia mafiosa”
“Manda Mei Lin”
“Madame… è sicura? Mandare sua figlia?”
“Ho detto di mandare Mei Lin. È tutto”
L’uomo si congedò in fretta. Madame era stata chiara.
“Mia figlia, eh?” pensò Madame Shi mentre sorseggiò del vino “Non mi pare di aver mai affermato di avere una figlia".
« Last Edit: April 13, 2019, 02:43:33 PM by Susanoom »
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