Ed ecco il terzo capitolo! Un po' in ritardo, ma eccolo qui. Prima della storia, linkerò le immagini delle ragazze dato che il sito non mi permette di utilizzare più di 4 foto
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Wen-
Angela-
Libby-
Becki Li-
Jade-
Jem----------------
“Cosa pensi di fare?” chiese impaziente la regina.
Ma la bionda la liquidò con un gesto della mano, sedendosi davanti allo specchio.
“Non ti preoccupare, Eley. Ho già pensato a tutto” iniziò Eleonora mentre si metteva a posto i capelli guardandosi allo specchio “Non sono la sola ad essere arrivata qui nel tuo regno. Le mie ragazze saranno già al lavoro”
Elena sorrise nervosa, lasciandosi cadere sul letto. Era stata una stupida. Come poteva pensare che qualcun’altra avrebbe potuto risolvere la situazione se nemmeno lei poteva farlo?
“Dio… credi davvero che le tue troie possano battere qualcuno che ha battuto me? Sei davvero una stupida”
Elena sentì il vestito bianco che si strusciava sulla sedia. Eleonora si era girata sulla sedia, accavallando le gambe verso la sorella minore. Elena si infastidì quando notò che il sorriso non aveva abbandonato le labbra della bionda.
“Come ho fatto a perdere contro di te?” si chiese Eleonora tamburellando le dita sul tavolino “Dobbiamo colpire dal basso, regina del mio culo. Per colpa delle bravate di tua figlia e della sua stupida madre, ora le asiatiche hanno troppo potere, ed un confronto diretto porterebbe a sconfitta certa… Dimmi, sorellina, come si uccide una regina?” disse la bionda portando il corpo in avanti.
Elena guardò il seno latteo della sorella pendere verso il basso. Sembrava una dea. Scosse la testa, scacciando quei pensieri, e guardò pensierosa la sorella.
“Attaccandola con tutta la forza che hai” rispose impetuosa la mora.
“Sei proprio un’ingenua…” disse Eleonora alzandosi dalla sedia “Una regina è forte solo se anche la sua gente lo è. Attaccare a testa basta non serve a nulla!” la bionda iniziò a camminare per la stanza mentre parlava, fermandosi infine all’enorme finestra della camera. Poteva vedere il giardino, dove alcune guardie asiatiche giravano minacciose “Ma se la regina non ha più persone al suo fianco, inizierà a vacillare. Dobbiamo fare in modo che accada” Eleonora guardò la sorella, leccandosi le labbra “Ci sto già lavorando, non ti preoccupare”
Per la prima volta, Elena vide sua sorella maggiore sotto una luce diversa. Non aveva mai pensato che quella donna davanti a lei fosse così meticolosa, così diversa da lei. E la cosa le piaceva.
“Con chi inizierai? Mei Lin?” chiese impaziente Elena.
Voleva fargliela pagare a quella puttana. La sua prima sconfitta era ancora dolorosa, una ferita aperta che non accenna a guarire. Ma la bionda aveva altri piani.
“Oh, no. Miri ancora troppo in alto. Dobbiamo togliere di torno qualcuno di meno importanza. Qualcuno che hanno combattuto nell’ombra, rendendo vani tutti i tuoi sforzi. Ora, credo che quelle due siano già state… contattate”
Eleonora sorrise mentre iniziava a pensare alla prossima mossa, fiduciosa che due asiatiche sarebbero state eliminate dai giochi.
***
L’antro oscuro dell’Underworld era totalmente diverso da come ricordavano le persone. La porta arrugginita che non dava nell’occhio era stata sostituita con un portone rosa shocking, mentre l’insegna ora recitava la scritta “New World”, dato il cambio di gestione. Ma le urla ed i gemiti rimasero gli stessi. La Dominatrice era cambiata, ma i loro desideri rimasero gli stessi.
Becki Li stava violentando una bionda dalle grosse tette che non aveva mai visto prima. Adorava vedere quell’enorme seno rimbalzare ogni volta che lei pompava il dildo nella sua figa.
“Ti piace, puttana? Eh? So che ti piace!” incitò Becki mentre pompava ancora più veloce, e scendendo sulla bionda per baciarla.
Il letto iniziò a scricchiolare maggiormente, mentre la bionda continuò a gemere con ancora più piacere, afferrandosi i capezzoli, mentre succhiava la lingua di Becki per aumentare il piacere.
“Oh dio!” urlò la bionda, venendo copiosamente.
Aveva raggiunto il suo limite dopo alcune ore di sesso sfrenato con Becki, ed ora che aveva appena raggiunto l’apice del piacere, ne voleva ancora. Ancora, ed ancora. Viveva per il sesso, in tutte le sue forme.
“Pensi di aver finito?”
Becki trasalì di colpo, voltandosi di scatto. Sulle scale, una ragazza sconosciuta era appoggiata alla parete. Non l’aveva vista arrivare, era troppo impegnata in quello che stava facendo. Avvertì subito la minaccia, e saltò giù dal letto, levandosi il cinturino.
“Chi sei?” chiese Becki Li, stringendo gli occhi. La ragazza rimase immobile, sorridendo “Chi cazzo sei?” urlò l’asiatica, stringendo i pugni.
Dopo un tempo interminabile, la ragazza uscì dall’ombra. Quando la luce della piccola lampada che scendeva dal soffitto illuminò l’estranea, Becki intuì che era lì per lei. Non aveva mai visto quei lineamenti duri del volto qui in Europa, e nemmeno quella ragazza che la guardava sorridente.
“Oh… Jade… Perché ci hai interrotte?”
Becki spalancò gli occhi. La voce proveniva dalle sue spalle, e riconobbe subito la bionda che aveva appena finito di scopare. Si voltò di scatto, facendo solo in tempo a vedere la ragazza passarle accanto come se nulla fosse.
“Impossibile…” pensò l’asiatica.
Nessuna ragazza aveva recuperato le energie così in fretta dopo aver scopato con lei. Nessuna. Nemmeno quelle con più resistenza. Eppure, la bionda che stava seguendo con gli occhi, sembrava essersi appena svegliata.
“Mi stavo annoiando, Jem. Non puoi divertirti solo tu” rispose calma l’estranea mentre guardava l’amica avvicinarsi.
Jem sorrise, voltandosi a guardare l’asiatica spaesata, prima di tirare fuori la lingua e inserirla nella bocca di Jade, che l’accolse con felicità. Si baciarono per alcuni secondi, Becki poteva sentire il rumore delle loro lingue schioccare insieme più e più volte.
“L’asiatica ha un buon sapore” disse Jade, terminando il bacio con la bionda.
“Non sai quanto” rispose l’altra, leccandosi le labbra mentre guardava Becki negli occhi “Peccato non poter continuare”
Becki socchiuse gli occhi. Aveva ragione, erano venute per lei. Jade iniziò a svestirsi, rivelando il suo corpo atletico ed un seno incredibile. Becki non riuscì a resistere alla tentazione di guardare ciò che aveva la ragazza e rimase spaventata quando notò che il seno di Jade non scese nemmeno di un centimetro verso il basso quando rimosse il reggiseno. Si sentì stranamente nervosa, ed era la prima volta. Si era già trovata nuda con altre ragazze, sia per piacere che per lavoro. Ma ora, sentiva il nervosismo penetrare nella pelle mentre guardava la sua nuova avversaria. Ma si calmò quando vide la bionda allontanarsi, rivestendosi in disparte per guardare il proseguo della storia.
“Sono Jade” disse improvvisamente la ragazza “Dato che vuoi saperlo, il mio nome è Jade. E sono qui per te, Becki”
L’asiatica cercò di non far trasparire nessuna emozione, iniziando a girare in tondo seguendo la rivale. Vedeva il suo corpo sinuoso nella sua interezza, le gambe toniche e il culo sodo.
“Sei qui per me, Jade? Chi ti manda? La regina puttana? O la cagna a cui ho rubato il lavoro?” sibilò l’asiatica.
“Non indovinerai mai, Becki. Ma dopo aver finito, vedrai con i tuoi occhi” sorrise Jade, fermandosi.
L’asiatica non perse tempo, e colpì di sorpresa. Spinse le sue tette contro la coppia rivale, e godette nel vedere l’improvvisa paura negli occhi della ragazza che indietreggiava per il colpo. L’asiatica si preparò per un altro colpo, ma questa volta Jade fu pronta. Le loro tette si scontrarono, e Jem poté vedere perfettamente la carne delle ragazze ondeggiare. Jade continuò, spostandosi di lato e colpendo con il seno destro, facendo gemere l’asiatica. Dopo, spinse le sue tette direttamente contro la coppia di Becki. Il seno asiatico rimbalzò selvaggiamente, e Becki guardò con odio quella ragazza che la stava provocando. L’asiatica strinse i denti e colpì, rispondendo alla ragazza. Il seno sinistro asiatico entrò in collisione contro la tetta destra rivale.
Jade grugnì mentre Becki attaccava di nuovo con velocità. Becki continuò a colpire, ma Jade fermò la sua avanzata spingendosi in avanti ed incontrando i suoi colpi. L’asiatica cercò subito di afferrarle le braccia per poi stringerla a sé con forza, ma Jade si spostò di lato e sbatté il suo seno sinistro contro la destra di Becki.
Jade stava spingendo in giro la rivale asiatica, ma Jem notò che era l’unico vero vantaggio nella lotta. Nessuna ragazza stava avendo la meglio. Becki lanciò il suo seno, atterrando un forte colpo contro la coppia australiana. Jade fece una smorfia, ma continuò ad attaccare cercando di pugnalare la carne dell’asiatica con i suoi capezzoli. Becki indietreggiò, pronta per caricare in avanti, ma si scontrò nel mezzo con Jade, che aveva avuto la stessa idea. Entrambe trasalirono quando le loro tette si incontrarono violentemente. Jade barcollò indietro, e Becki non si lasciò sfuggire l’occasione di farsi avanti, sbattendo il suo seno in avanti. La ragazza grugnì quando sentì i suoi seni compressi contro la coppia asiatica. Quando si separarono, le loro tette rimbalzarono, mentre le due ragazze rimasero a guardare le loro femminilità.
Dopo pochi secondi, entrambe lanciarono le proprie tette contro la rivale, ogni coppia si schiacciò al punto d’impatto, facendo fuoriuscire la carne di lato. Le ragazze iniziarono a muovere i fianchi, in modo da spingere il proprio seno contro quello della rivale, volendo dimostrare ad entrambe chi avesse il seno più fermezza. Jade chiuse gli occhi quando sentì i capezzoli di Becki penetrarono nella sua carne. La ragazza fece rotolare il suo seno, cercando di allontanare la carne tenera dai capezzoli agguerriti dell’asiatica. Entrambe le coppie di seni si piegarono mentre vennero sfregati assieme. Jem osservava incanta come la tetta destra della sua compagna era in cima al seno sinistro dell’asiatica e come la tetta destra di Becki fosse in cima al seno sinistro di Jade, e come in pochi secondi le posizioni si invertivano. Jem iniziò a stuzzicarsi il proprio seno, assaporando lo spettacolo. Becki indietreggiò di un passo, per oscillare il proprio seno, ma Jade la seguì spingendosi in avanti. Le tette dell’asiatica rimbalzarono un po’ dopo essere state colpite dal seno australiano.
“Bel colpo!” urlò Jem, con voce acuta.
L’unica risposta fu un sorrisetto malizioso di Jade, e l’inevitabile grugnito di Becki. L’asiatica iniziò a oscillare il suo seno a destra e sinistra, cercando di evitare i colpi mirati dell’avversaria. Jade si ritrovò in difficoltà, sentendo di prendere più colpi rispetto alla puttana davanti a sé. Alla fine, l’australiana cercò di colpire di nuovo, spingendosi in avanti, ma questa volta Becki riuscì ad evitare l’attacco. Un sorriso diabolico si disegnò sulle labbra dell’asiatica mentre atterrava un poderoso colpo sul seno dell’australiana, facendola indietreggiare di qualche passo. Jade guaì appena sentì il dolore che il colpo le aveva provocato.
“Dai, cagna! Non dirmi che hai già finito!” la schernì Becki, mettendo le mani sui fianchi e sfidandola con lo sguardo.
Jade ringhiò a bassa voce, ricambiando lo sguardo. L’australiana si spinse in avanti di nuovo, con un sorriso divertito. Becki cercò di evitare il colpo, spostandosi di lato ma le braccia della rivale la raggiunsero troppo velocemente per lei, afferrandole le spalle per non farla scappare. Il seno di Jade si schiantò contro le tette asiatiche con un forte schiaffo, facendo gemere la ragazza mentre il dolore nel suo seno cresceva ad ogni colpo.
Per Becki, era la prima volta che sentiva le sue tette così indifese contro un seno di un’altra ragazza, lei era abituata a non dover rischiare nulla, era lei quella che vinceva. Ma questa ragazza, estranea del suo mondo, le stava dando filo da torcere. Becki inarcò di colpo la schiena poco prima che Jade potesse colpire di nuovo. L’australiana fu presa alla sprovvista, e perse la presa che aveva sulla ragazza, e quando tornò alla carica per colpire di nuovo, Becki oscillò rapidamente il suo seno dalla sinistra, tagliando la carne dell’australiana con i suoi capezzoli. Jade grugnì per il disagio di sentire le punte asiatiche perforarle la carne. Un altro colpo di Jade, e Becki assestò una nuova oscillazione contro le tette rivali, riprendendo terreno nella battaglia. Becki riprese sicurezza, e oscillò una terza volta quando vide Jade tornare indietro. Fece appena in tempo a vedere il sorriso formarsi sulla bocca della rivale quando l’aria dei suoi polmoni fu sparata fuori. Jade era riuscita a colpire di sorpresa l’asiatica con uno scontro frontale, sbattendo violentemente le sue tette contro quelle di Becki. L’asiatica indietreggiò di qualche passo, solo per sentirsi afferrare per le spalle dall’australiana.
“Dove scappi?” sibilò Jade, tirando l’asiatica verso di sé.
Jade fu fulminea nel bloccare le mani dietro la schiena della rivale, e Becki gemette mentre le due coppie di seni si gonfiava tra loro. Dopo due forti pompate da parte di Jade, le braccia di Becki avvolsero la schiena dell’australiana. Jem poté osservare come le due donne iniziavano a pompare il loro seno, spingendo in avanti per sopraffare l’altra coppia. Era diventata una gara di resistenza. Non importava infliggere dolore, usare sporchi trucchi per vincere. No, solo la coppia più resistente avrebbe decretato la vincitrice. Jem guardava come la lenta macinazione e il costante pompare delle tette in lotta continuava incessante.
“N-no!” gemette Becki.
Le sue tette non potevano andare avanti. Non riusciva a spingere un secondo di più, il suo seno non poteva reggere ancora quella costante macinazione. Lei era sconfitta.
Becki mollò la presa, e le braccia le caddero lungo i fianchi, impotente di poter combattere ancora. Jade guardò verso il basso, gustando la visione delle sue tette che spostavano senza problemi il seno asiatico. Con una spinta, Jade appiattì ciò che restava del seno di Becki, che guardava tristemente la scena. Jade guardò gli occhi in lacrime di Becki, osservando come la sua forza di volontà si sgretolava definitivamente.
“È tempo di andare, Becki” sussurrò Jade.
L’asiatica non riuscì a dire nulla, la sua bocca fu coperta da un fazzoletto. Jade guardò l’asiatica svenire tra le sue braccia, mentre Jem la aiutava a tenerla in piedi. Jem rimise il fazzoletto in tasca, ed insieme alla sua amica, tornarono alla loro base.
***
Lo scorrere del tempo per il mondo è lo stesso di sempre. I fiori nascono, le persone vivono, e gli uccellini cantano. Una coppia di passerotti si bagna nelle fontane di pietra del castello, cantando allegramente mentre il Sole li abbraccia amorevole. E su una panchina, poco distante, una donna siede composta. I suoi occhi sono vigili, la sua mente è sgombra ed il suo corpo è pronto ad attaccare al primo segno di pericolo. Wen era così. È sempre stata così. Sin dall’infanzia, era stata addestrata. La sua famiglia ha sempre servito la famiglia di Madame Shi, e lei non faceva eccezione. Servire la casata reale era un onore ed un privilegio, nonché unico compito della sua vita. Wen aveva iniziato a lavorare per Madame Shi quando aveva poco più di sedici anni. Ancora minorenne, era pronta a dare la vita per la casata. Sono passati quindici anni da allora, e la fede di Wen non era ancora vacillata.
Un movimento, e Wen scattò sull’attenti. I suoi occhi scrutarono l’ambiente circostante. Era da sola, non c’era nessuno in quel lato del castello. Un fruscio lontano, Wen si girò di scatto ma l’unica cosa che vide fu qualcosa di nero che scompariva dietro l’angolo. Non perse tempo, e seguì ciò che aveva visto. Svoltò l’angolo, e si fermò di colpo. Davanti a lei, nulla di sospetto. Il giardino era tranquillo e silenzioso, nulla era cambiato. O quasi. Una persona normale non si sarebbe accorta di nulla, ma Wen non era una persona normale. Il capanno degli attrezzi del giardiniere era lì, in un angolo del giardino. Ma ciò che Wen notò subito fu la porta socchiusa. Normalmente non dovrebbe essere così. C’era un estraneo tra le mura del castello, e lei doveva fermarlo. Non ci pensò un secondo di più, e si diresse velocemente all’interno del capanno. Tutto sembrava in ordine, tutto era al suo posto. Un altro fruscio, questa volta più vicino, molto vicino, la fece trasalire. Wen si girò di scatto, ma fu respinta dentro il capanno, cadendo all’interno. Mentre la guardia del corpo si tirava su, stordita per il colpo, sentì i passi di due persone. Alzando lo sguardo, vide due donne formose piazzarsi davanti a lei, con sorrisi beffardi sui loro volti.
“Chi siete voi?” chiese minacciosa Wen.
Una delle due donne si fece avanti, mentre l’altra rimase in disparte. Il capanno non era molto spazioso, al massimo potevano rimanere due persone. Wen spostava freneticamente lo sguardo da una donna all’altra, cercando al tempo stesso una possibile via di fuga, senza però riuscirsi. L’unico modo per uscire, era superare chi aveva davanti.
“Sono Angela, e lei è Libby” disse la donna più vicina a Wen “e siamo qui per farti uscire di scena” concluse Angela, senza velare la minaccia.
“È tutta tua, Angie” disse Libby, uscendo e chiudendo la porta dietro di sé.
Per pochi secondi, il capanno rimase al buio. Quando Wen sentì un frusciare davanti a sé, istintivamente tirò la cordicella al centro della stanza per accendere la lampadina sul soffitto. Appena tornò a vedere, Wen sussultò. La donna davanti a sé si era appena abbassato il vestito, rivelando un paio di enormi seni contenuti a malapena da un reggiseno rosso. Angela era intenta ad aprire il gancetto del reggiseno quando la luce illuminò la stanza.
“Oh, peccato. Sarebbe stato divertente lottare al buio” disse Angela, rimuovendo il reggiseno.
Le sue tette enormi rimbalzarono sul petto una volta liberate. Wen non riuscì a toglierle l’occhi di dosso. Il seno di quella donna ispirava potenza. Wen alzò lo sguardo da quello spettacolo utilizzando tutta la sua forza di volontà, per vedere il volto della donna davanti a sé che la guardava, aspettando che l’asiatica facesse qualcosa. La guardia del corpo valutò le varie opzioni, ma tutte conducevano allo stesso risultato. Una lotta. Wen non poteva uscire senza lottare almeno con Angela. Inoltre, non era sicura che, una volta sconfitta la donna davanti a sé, lei non avesse dovuto affrontare la donna fuori dal capanno. La situazione era dura, ma Wen era abituata a ciò. È uscita da situazioni peggiori. L’asiatica fissò intensamente l’australiana, ed iniziò a svestirsi. In poco tempo, il suo seno era libero e pronto a lottare. Angela non fece nulla per nascondere lo stupore nel vedere un seno così pieno.
“Non pensavo che le asiatiche potessero avere tette del genere” disse incredula Angela.
Wen fece un sorrisetto, mettendo le mani suoi fianchi e spingendo il petto in avanti.
“Una regina ha provato a resistere a questo seno, ma lei non… cazzo!” Wen fu interrotta da un improvviso colpo.
Angela si era mossa in avanti, ignorando le parole dell’asiatica e sbattendo le sue tette contro quelle asiatiche.
“Parli troppo. Muovi di meno la lingua e più le tue tette” disse arrogantemente Angela.
Gli occhi di Wen bruciarono d’odio per la nuova minaccia. Così arrogante e così forte. Il colpo che aveva appena subito li fece sentire tutta la fermezza dei seni della rivale. Sembrava una donna brava solo a parlare, invece i suoi seni erano qualcosa da non sottovalutare.
“Vediamo ciò che hai, Angela!” sibilò l’asiatica prima di vendicarsi, sbattendo le sue tette contro quelle dell’australiana.
La distanza tra le due donne svanì all’istante mentre le due donne si avvicinarono per sbattere insieme le loro tette. Angela sorrise, mordendosi il labbro per l’improvvisa eccitazione che attraversava il suo corpo. Amava combattere, e la sua regina lo sapeva. Angela aveva pregato per affrontare la donna che aveva messo a tacere Elena. Ed ora eccola qui, a sbattere il suo immenso seno contro quello di Wen.
Le donne si afferrarono i fianchi, spingendo fortemente le loro tette insieme. I loro capezzoli si schiacciavano gli uni sugli altri, scivolando per il sudore che si era già formato sulla loro pelle, e colpendosi nelle indifese areole.
Angela e Wen spinsero ancora più duramente e le loro areole gonfie si pressarono insieme, sbattendo, schiacciando e torcendo dolorosamente le loro tette contro quelle dell’altra donna. Le enormi tette si schiacciarono a vicenda, i gemiti ed il respiro pesante delle donne riempì il piccolo spazio mentre continuavano a lottare per appiattire il seno dell’altra. Ma più spingevano in avanti, più sentivano la resistenza delle tette rivali fermare l’avanzata dei propri beni. Non importava quanto le donne spingessero in avanti, le tette rivali non davano terreno. Le loro tette pressate formavano una sorta di linea dove si schiacciavano insieme, formando una singola e profonda crepa tra i loro corpi sudati, la loro carne si gonfiava tra loro, riempiendo lo spazio finché non si bloccavano e tremavano in stallo.
Le due donne si fissarono intensamente, premendo la fronte contro quella della rivale. Ognuna poteva sentire il respiro caldo dell’altra donna sul viso. Guardarono giù, studiando la fitta scollatura formata dalle loro tette, guardando come i loro seni faticavano ad appiattire completamente la controparte. Quale seno avrebbe ceduto per primo? Sarebbe arrivato sicuramente il momento in cui una delle donne avrebbe sentito le sue tette arrendersi improvvisamente, sopraffatte dalla coppia più forte dell'altra donna.
Dopo minuti di continue spinte, le donne compresero di essere in stallo, le loro tette diventarono più sudate man mano che il calore pulsante nei loro seni cresceva ogni secondo. Wen cambiò subito tattica, ruotando le spalle per frantumare i suoi capezzoli nel seno di Angela, iniziando il lavoro di demolizione del seno avversario. Sorridendo, Angela rispose ruotando le spalle nel senso opposto e presto, le donne iniziarono a grugnire dal disagio nel sentire i capezzoli rivali penetrare nella propria carne. Ma serviva molto di più per allontanarsi dallo stallo, e le donne l’avevano capito mentre le loro tette si scontravano. Entrambe le coppie di seni erano ancora pronte a lottare. Con un gemito, Wen spinse via l’australiana. Angela non fece nulla per evitarlo, sapeva che l’asiatica non lo stava facendo per scappare.
Infatti, le due donne si avvicinarono di nuovo e, mettendo le mani sulle spalle dell’altra, allinearono i capezzoli, ma invece di spingere violentemente come prima, preferirono avanzare lentamente in modo che i loro capezzoli si strofinassero assieme, cercando di piegare la coppia rivale o di spingerli indietro. La cosa non era semplice dato che il sudore non permetteva un contatto duraturo tra i loro capezzoli, ma la sensazione di competitività delle donne riuscì a rendere ancora più turgidi le loro armi. Cercarono più e più volte di piegare i capezzoli avversari, ma entrambe le coppie continuavano a piegarsi insieme, mentre le loro enormi tette si schiacciavano leggermente. Pian piano, la frustrazione nel vedere che nessuna coppia di capezzoli dominava l’altra, spinse le donne a tornare ad utilizzare il resto delle loro bellezze. Le loro tette vennero spinte assieme, venendo macinate duramente le une contro le altre, prima di iniziare a oscillare i loro seni. Le donne grugnirono sin da subito mentre si colpivano a vicenda ed il sudore volava per la piccola stanza. Entrambe cercavano di danneggiare abbastanza le tette rivali. Le donne continuarono a gemere sempre più forte, fino a quando non riuscirono più a sopportare il dolore. Con un forte impatto, Angela e Wen furono spinte via.
I loro occhi famelici si rivolsero subito sulle coppie avversarie, sperando di vedere ingenti danni sul seno dell’avversaria. La loro carne era arrossata ed i loro capezzoli ancora sporgenti come spade, ma non c’erano altri particolari degni di nota.
Con un urlo comune, le donne si afferrarono ai fianchi e si scagliarono contro. Le loro tette si frantumarono insieme con uno schiaffo carnoso. Le donne gemettero, mentre Wen afferrò le braccia dell’australiana, che corrispose la presa. Le loro tette erano pressate di nuovo, intrappolate all’interno delle loro braccia, i capezzoli delle donne erano scomparsi, immersi nelle tette dell’altra donna e pugnalando la carne rivale ad ogni movimento. Grugnendo e gemendo, l’australiana e l’asiatica cominciarono a spingere ritmicamente in avanti le loro tette. Il loro seno intrappolato si gonfiava ad ogni aumento di pressione, incapaci di fuggire dalla loro prigione. Le donne macinarono le loro bellezze, spingendosi qualche volta prima di ripetere il procedimento, ed ogni secondo che passava, la forza delle spinte crebbe sempre di più. Le loro tette si sgretolarono e schiaffeggiare le une contro le altre., scivolando le une sulle altre e pugnalandosi a vicenda, mentre le due donne grugnivano e gemevano. Le due donne appoggiarono le loro teste contro quella della rivale, fronte a fronte, fissandosi odiosamente mentre le loro tette si davano battaglia ed il respiro caldo si mescolava ai loro gemiti.
Passarono i minuti prima di un cambiamento significativo. Con una violenta spinta, il corpo di Wen vacillò per un secondo, abbastanza perché Angela potesse spingere ancora una volta, obbligando l’asiatica a fare un passo indietro. La cosa si ripete nuovamente e Wen arrivò a toccare la parete dietro di sé con un tonfo. Mentre gli attrezzi appesi caddero a terra, il rumore metallico nascose il gemito di Wen quando capì di essere nei guai. Angela si appoggiò contro l’asiatica, focalizzando il peso sulle tette della donna. Wen non aveva nessuna leva per spingere indietro, il suo seno cercava di sopportare il peso delle tette australiane. Angela sorrise, macinando il suo seno contro quello di Wen, pugnalando la carne asiatica con i suoi capezzoli.
“Sei mia, cagna asiatica” sibilò Angela sorridendo. Spinse di nuovo, facendo gemere l’asiatica “Sei pronta ad arrenderti?”
“Non hai vinto…” rispose Wen con fatica “Non puoi vincere”
In risposta, Angela cominciò a ruotare le sue tette contro quelle di Wen, facendola gemere di nuovo. L’asiatica sentiva pulsare il suo seno di dolore, guaendo per un’altra spinta. Le loro tette scivolarono le une contro le altre mentre combattevano, e presto fu evidente che una di loro non potesse sopportare ancora la pressione sui loro seni. Le loro tette continuavano a scivolare e schiacciarsi assieme, mentre le donne continuarono a grugnire e gemere, ancora incapaci di dimostrare chi di loro avesse le tette più forti.
I gemiti di Wen aumentarono di frequenza, seguiti da quelli di Angela, mentre le donne continuavano a lottare con i propri seni. All’improvviso, Wen avvolse le braccia attorno alla schiena dell’australiana, tirandola a sé per aumentare la pressione tra le loro tette. Se non poteva spingere, allora avrebbe tirato. Angela rispose lentamente questa volta, abbracciando la schiena nuda dell’asiatica, intrappolandosi a vicenda in una guerra di logoramento, l’ultima per loro. Continuarono a frantumare e schiacciare le loro tette insieme, aumentando la brutalità della cosa. Gemendo, le due donne percorsero l’ultima strada che avrebbe portato alla sconfitta di una delle due.
Stringendo l’australiana con tutte le sue forze, Wen avvicinò il suo intero corpo a quello di Angela, sperando di ferire ancora di più l’altra donna. Angela la ripagò con un guaito sorpreso, per poi stringere la presa, maledicendo l’avversaria.
La successiva mossa segnò la fine di tutto. Angela fece un piccolo passo indietro e Wen cercò subito di portarsi in vantaggio. Quando capì di aver sbagliato, fu troppo tardi. Appena Wen iniziò ad avanzare, Angela si portò velocemente in avanti e sbatté l’asiatica contro il muro. Wen perse la presa e si ritrovò in balia della donna. Angela spinse con tutte le sue forze contro il seno asiatico che ora si ritirava contro la potenza delle tette australiane. Wen fissò in lacrime le sue tette cedere contro la coppia rivale. Non poteva fare nulla per ribaltare la situazione. Lei aveva perso.
“Basta… mi arrendo” sussurrò Wen, sconfitta.
Angela si fermò di colpo, guardando la donna davanti a sé. Quando capì di aver vinto, sorrise. Lasciò andare subito la donna, allontanandosi per respirare, l’aria che si respirava era dannatamente calda. Wen cadde in ginocchio, incapace di fare qualsiasi cosa. Il suo mondo si era distrutto nell’esatto momento in cui il suo seno veniva distrutto. Angela guardò con orgoglio il volto dell’asiatica, aspettando che Wen si accorgesse di lei.
“Normalmente dovrei chiamare Libby, è lei quella con i giocattoli che sparano… ma per te preferisco la vecchia maniera!” annunciò Angela.
Afferrò la testa dell’asiatica e la tirò a sé. Gli occhi di Wen si spalancarono quando videro l’enorme seno di Angela avvicinarsi. Angela grugnì mentre Wen cercava di scappare da lei, ma dopo pochi secondi l’asiatica cessò ogni movimento.
La porta si aprì, e Libby comparve sulla soglia.
“Finito?” chiese la ragazza.
“Oh yeah, baby!” rispose Angela, lasciando cadere Wen a terra “Ops… colpa mia!”
“Muoviamoci. La regina aspetta” sorrise Libby.
Le due donne scomparvero dal giardino con lo stesso silenzio con cui erano entrati.
***
“Mia regina, la fase 1 è stata completata con successo” la voce metallica proveniente dallo smartwatch di Eleonora assicurò il corretto svolgimento della missione “I bersagli sono stati sistemati”
“Restate in attesa, ragazze” rispose la donna, sorridendo.
Elena guardò la sorella con un misto di invidia e sorpresa. Quella donna era riuscita dove loro avevano fallito, e senza muoversi da quella stanza per giunta.
“È davvero la stessa Eleonora con cui ho lottato anni fa?” pensò Elena, mentre sua sorella si avvicinava.
“Bene, i primi bersagli sono stati eliminati. La difesa di Madame Shi si sta lentamente disintegrando.
“Come ci sei riuscita?”
“Ho portato con me valide ragazze. Ti sorprenderebbero se le vedessi in azione”
Eleonora tornò alla finestra, guardando la gente ignara che continuava a difendere i confini, nonostante ci sia stata una lotta proprio sotto il loro naso.
“Come procederai?” l’impazienza di Elena era palpabile.
“Pazienza, sorella. Abbiamo appena terminato la fase 1. La fase 2 sta per iniziare tra poco”
“E in che cosa consiste, di grazia, la fase 2?”
“Mettere fuori uso la spia asiatica. Ovviamente tu non ne sapevi nulla” la schernì Eleonora
“Non ci sono spie qui!” disse Elena alzandosi di scatto, rabbiosa.
Non c’erano spie, se ne sarebbe accorta… no?
“Madame Shi è molto influente. Aveva piazzato la sua spia ancora prima di iniziare la sua espansione. Per il nostro piano, è essenziale che ella venga eliminata dai giochi”
Elena abbassò lo sguardo. Era stata stupida a non pensarlo. Ma la cosa che le dava più fastidio era che Madame Shi era sempre un passo avanti a lei. Elena guardò la sorella con uno sguardo deciso.
“Mettiti comoda, sorella. Siamo solo all’inizio” sorrise Eleonora.